Il conto alla rovescia è gia cominciato. Mancano esattamente ventisei giorni all'opening night della stagione Nba 2015-2016. Trenta squadre tra Est e Ovest pronte ad affrontarsi per mesi di regular season a caccia di un posto ai playoff. Per giungere infine alla sfida delle Finals. Con l'Nba riparte il più grande spettacolo cestistico del mondo, quello che milioni di appassionati attendono impazienti di gustarsi ogni anno. Superstar, giovani promesse, allenatori di grido, tutto contribuisce a rendere unico il basket professionistico a stelle e strisce, uno show che non concede pause, che avanza inesorabile dall'autunno inoltrato alle prime notti d'estate, passando per il Christmas Day, appuntamento fisso con il basket sotto l'albero. Questo e molto altro è la National Basketball Association, che riparte dai Golden State Warriors dei due Mvp Stephen Curry e Andre Iguodala impegnati nella difesa del titolo. Ma andiamo a scoprire insieme tutti i motivi di interesse della nuova stagione oltreoceano.

Le date. Non ci si può sbagliare. L'esordio è già segnato da tempo sul calendario degli appassionati: 27 ottobre, con Chicago-Cleveland e Golden State-New Orleans a impreziosire l'opening night. Due mesi di regular season chiudono idealmente la prima parte della stagione il 25 dicembre, quando sono in programma le gare di Natale (tra cui spicca il remake della finale dello scorso anno). Nel week-end del 12-14 febbraio 2016 si disputerà invece l'All Star Game, che quest'anno avrà luogo sul parquet dell'Air Canada Centre di Toronto. Le gare Nba riprenderanno "solo" il giovedì successivo (18 febbraio), lasciando a giocatori e allenatori una settimana di sosta prima della cavalcata finale verso i playoff, che scatteranno dal 16 aprile. Le Finals si giocheranno invece a partire dai primi giorni di giugno, per concludersi entro la seconda decade del mese.

Le regole. La principale novità della stagione 2015-2016 consiste nell'annullamento del vantaggio concesso alle vincitrici di Division. Non sarà più riservato loro automaticamente uno dei primi quattro posti della classifica generale di ciascuna Conference, che si baserà invece esclusivamente sul record tra vittorie e sconfitte. Sempre 82 le gare di regular season previste, con due scontri tra franchigie di Conference diverse (tre o quattro le sfide invece all'interno dello stesso raggruppamento di quindici). I playoff rimangono strutturati con serie al meglio delle sette partite, secondo lo schema 2+2+1+1+1. Cambia invece la programmazione delle Finals, da quest'anno calendarizzate in modo da concedere almeno tre giorni di pausa tra una gara e l'altra.

I ritorni. Kobe Bryant, Chris Bosh, Kevin Durant, Carmelo Anthony, Kevin Love (e in parte Danilo Gallinari) riempiono le fila degli infortunati eccellenti al rientro dopo le assenze forzate della scorsa stagione. Il Black Mamba è atteso all'ennesima (forse l'ultima) annata in maglia Lakers, stavolta con un supporting cast molto giovane per coltivare ambizioni di playoff, mentre è altrettanto atteso il ritorno dell'Mvp 2014 Kevin Durant, chiamato alla grande riscossa con i suoi Oklahoma City Thunder del nuovo corso targato Billy Donovan. Melo dovrà invece districarsi tra le trappole disseminate lungo la stagione dei New York Knicks, apparentemente non molto diversi dal recente passato, con Kevin Love che ritrova finalmente spazio nei Cavs di LeBron dopo il caso Olynik degli ultimi playoff. Rientra anche Chris Bosh, in una Miami ringalluzzita da alcuni movimenti di mercato e dalla conferma di Dwyane Wade.

I giovani. Mai come in questa stagione molte delle luci delle ribalta sono puntate verso le nuove leve Nba, esordienti a questo livello, ma già attesissimi per talento e capacità di incantare le folle. Karl-Anthony Towns a Minneapolis sarà chiamato a legittimare la prima scelta assoluta al Draft che i T-Wolves hanno speso per lui, mentre Jahlil Okafor, suo grande rivale nella corsa alla numero uno, ripartirà dalla Philadelphia di Nerlens Noel, ma non ancora di Joel Embiid, out for the season per un altro intervento chirurgico al piede. In mezzo, D'Angelo Russell, la point guard più affascinante dell'ultima generazione, pronto a cercare di rinverdire i fasti dei Lakers insieme agli altri due young boys Jordan Clarkson e Julius Randle. Da tenere sotto osservazione il rendimento degli europei Kristaps Porzingis e Mario Hezonja, finiti rispettivamente a New York sponda Knicks e a Orlando, con Justise Winslow già candidato a steal of the Draft firmata Pat Riley a South Beach.

La corsa all'Est. Non ci sono dubbi, i favoriti nella Eastern Conference sono i Cleveland Cavaliers di Mr. LeBron James. L'uomo che ha disputato cinque Nba Finals consecutive non ha alcuna intenzione di fermarsi nella cavalcata verso il suo terzo titolo personale. Ad aiutarlo il già menzionato Kevin Love e Kyrie Irving, ancora alle prese con l'infortunio al ginocchio dello scorso giugno. Seguono a ruota nei pronostici della vigilia i Chicago Bulls del nuovo coach Fred Hoiberg, e di un Derrick Rose chiamato alla svolta di un'intera carriera, coadiuvato dal re degli Europei Pau Gasol e dal most improved player del 2015 Jimmy Butler. Menzione particolare per gli Atlanta Hawks di Mike Budenholzer, splendido collettivo reduce dalla finale di Conference, e per gli emergenti Washington Wizards di John Wall e Bradley Beal. E' invece Miami la candidata principale al riscatto dopo la debacle della scorsa stagione, con Wade e Bosh affiancati da Dragic, Winslow e Whiteside. Gli ultimi posti ai playoff se li giocheranno verosimilmente i giovanissimi Milwaukee Bucks, i Boston Celtics in ricostruzione, i Toronto Raptors del duo Lowry-Derozan e i Brooklyn Nets di Andrea Bargnani. Più indietro in un'ideale griglia di partenza le varie Indiana, Detroit, New York, Orlando, Charlotte e Philadelphia, con i Sixers lontanissimi dal replicare le imprese della loro gloriosa storia.

La corsa all'Ovest. Il selvaggio West rimane la Conference più imprevedibile e affascinante. Impossibile non considerare favoriti gli splendidi detentori del titolo, guidati da un grandissimo allenatore come Steve Kerr. Immediatamente dietro i Warriors si pongono i rinnovati Spurs (Aldridge il colpo dell'estate dei neroargento) e i più profondi Clippers di Doc Rivers (che hanno aggiunto al loro roster un certo Paul Pierce, oltre al nevrile Lance Stephenson). La mina vagante è costituita dagli Oklahoma City Thunder, rigenerati nel fisico (recuperano un certo Kevin Durant) e nel sistema di gioco (Billy Donovan al posto di Scott Brooks) e ancora in buona misura dipendenti dall'inarrestabile - nel bene e nel male - Russell Westbrook. Segue un gruppone di squadre dall'enorme tasso tecnico, ma probabilmente un passo indietro quanto a competitività ad altissimi livelli: il riferimento è ai Dallas Mavericks, vera incompiuta estiva, ma soprattutto all'altra texana, quella Houston reduce dalla finale di Conference guidata dalla coppia Harden-Howard, e chiamata a una difficile conferma al top dell'Occidente. Si affacciano invece con maggior convinzione i Pelicans della nuova superstar Anthony Davis, guidati da un ottimo coach come Alvin Gentry, mentre dovrebbero uscire dalla lotta per la postseason i Portland TrailBlazers, dove il solo Damian Lillard è sopravvissuto alla rivoluzione estiva della franchigia dell'Oregon. Rimangono solidisimi i Memphis Grizzlies del doppio lungo Marc Gasol-Zach Randolph, anche se la sensazione che gli uomini di David Jorger non possano fare di più rispetto alle stagioni passate sembra essere condivisa in buona parte della lega.Il resto è puro divertimento, se si pensa che squadre come i Los Angeles Lakers, i Minnesota Timberwolves e i Phoenix Suns potrebbero tranquillamente rimanere fuori dai playoff nonostante un talento medio notevole. Grande attesa per i Sacramento Kings del trio Rondo-Belinelli-Cousins, con George Karl a dirigerli dalla panchina. Difficile pronosticare per loro un posto tra le migliori otto, ma lo spettacolo nella capitale californiana è comunque assicurato. Più defilate la Denver di Danilo Gallinari (e poco altro, purtroppo), e la Utah di coach Snyder, splendida protagonista dell'ultima parte della scorsa regular season.

La corsa all'Mvp. LeBron James, Stephen Curry e James Harden si sono giocati l'anno passato il titolo di most valuable player, premio poi assegnato al fenomeno da Davidson. Oltre a questi tre nomi, sicuri primattori anche di questa stagione Nba, avanzano le loro candidature Anthony Davis, Chris Paul, Marc Gasol, Kevin Durant, Russell Westbrook, con la speranza che Derrick Rose torni a somigliare al giocatore che era fino al 2012.

L'ultima avventura? Se quanto letto non vi avesse convinto a seguire la nuova stagione Nba, c'è un altro - probabilmente il più affascinante - motivo di interesse dell'annata che sta per prendere il via. Tim Duncan-Manu Ginobili-Tony Parker, un trio irripetibile ed inarrivabile che giocherà verosimilmente (anche se con gli Spurs non è mai finita finchè non è finita) l'ultima stagione insieme, a caccia dell'ennesimo titolo sotto la sapiente regia di Gregg Popovich. Sono giù tutti nella storia del gioco, e futuri Hall of Famer, goderseli per altri nove mesi è un privilegio impareggiabile.