Quella della free-agency di Deandre Jordan è sicuramente la storia più avvincente ed incredibile della scorsa estate, e forse dell'ultima manciata di stagioni. E pare proprio che da qui, dal gran rifiuto di Jordan (che come un moderno Celestino V ha mollato un contratto praticamente già firmato in quel di Dallas per restare ai Clippers al massimo salariale per quattro anni) pare essersi generata una nuova bollente rivalità. E le ultime parole di Mark Cuban, padre padrone dei Mavs, non accennano a calmare le acque.

"Possono cambiare proprietario, possono cambiare giocatori, ma i Clippers rimaranno sempre quelli che sono stati negli ultimi trent'anni. Non mi frega un ca**o dei Clippers”. Queste le dichiarazioni raccolte da Marc Spears prima dello scontro diretto della scorsa notte.

Doc Rivers ha risposto prontamente, prima sul campo (104-88 in quel di Lob City), poi ai microfoni. "Fa male, non so cosa fare. (Ride) Siamo i Clippers, dico solo questo". Ad ESPN ha parlato anche Chris Paul: “Cuban? Ha il mio numero. Mi chiamava sempre quando voleva che andassi a Dallas”.
Insomma, a dir poco vivace scambio di battute che sembra destinato a non spegnersi qui.

Se da una parte i Mavericks si sono consolati ingaggiando Wesley Matthews (70 milioni in 4 anni per l'ex-Portland) e Deron Williams (10 milioni per due anni), è evidente che il caso Jordan abbia lasciato un grave buco qualitativo nel reparto lunghi dei texani, nonostante le mezze scommesse di Pachulia e McGee.
Cuban ha comunque voluto ribadire, anche lui ad ESPN, che non ha parlato col numero 6 dei Clippers, e che non lo farà nel prossimo futuro perchè non ne vede ragione.

La carne al fuoco è tanta, soprattutto in quest'anno, dove i Mavs devono ricostruirsi provando a sfruttare l'ultima annata di (probabile) qualità assoluta firmata Nowitzki, attornandolo con gregari più o meno affermati, in cerca comunque di soddisfazioni.
Per i Clippers, la stagione si prospetta delle più rosee: Jordan, Griffin e Paul sono in cima alla parabola della loro carriera, si trovano alla perfezione, e finalmente posso godere di un supporting cast (Paul Pierce e Josh Smith, solo per citare due che usciranno spesso e volentieri dalla panchina) di indiscusso livello. L'obiettivo è dichiarato senza troppi fronzoli: vincere l'anello.
Sarà da vedere quale sarà il gallo che canterà a Giugno, quando il dado sarà tratto. Senza scherzi alla Deandre, si spera.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.