Dopo giorni di analisi, commenti e retroscena, Kevin Durant parla finalmente da nuovo giocatore dei Golden State Warriors, franchigia che ha scelto dopo il lungo giro di consultazioni messo in piedi a Los Angeles nel week-end scorso. E' un Durant entusiasta della nuova avventura quello che è stato presentato poche ore fa a Oakland dal general manager Bob Myers e dall'allenatore Steve Kerr

"E' un altro ragazzo dal talento incredibile - dice di lui Kerr, reduce da una breve vacanza alle Hawaii - non è solo un tiratore, nè solo un difensore. E' un giocatore di basket completo. Vederlo in campo insieme a tutti gli altri ragazzi dovrebbe essere molto divertente". Fa gli onori di casa anche Bob Myers, l'architetto del roster dei Warriors, l'uomo che ha potuto imbastire l'operazione KD nonostante avesse già almeno altre tre superstar a libro paga: "Ovviamente cerchiamo di migliorarci ogni giorno - le sue parole - ma non ci aspettavamo di poter migliorare così tanto. Ci piacciono le persone che amano questo gioco e i ragazzi di carattere e personalità. E non c'è nessuno che impersonifica questo concetto più del giocatore seduto qui accanto a me. Ora possiamo sognare, anche se il più delle volte i sogni non si realizzano". Durant, le cui prime magliette in vendita sul sito ufficiale di Golden State sono andate a ruba nel giro di pochi minuti, parla invece così dell'esperienza della free agency: "E' stata una vicenda frenetica, febbrile, c'è un attenzione spasmodica su di te quando sei in quella posizione. Ma quando ho incontrato questi ragazzi mi sono sentito a mio agio come mai mi era capitato prima. E' stato qualcosa di autentico, naturale, vero, qualcosa che non ho potuto ignorare". Il riferimento di Durant è all'incontro avuto a Los Angeles con Steph Curry, Klay Thompson, Draymond Green e Andre Iguodala, a suo dire determinanti nella sua decisione di approdare nella Baia.

"Vorrei rimanere qui a lungo - ha proseguito KD - non voglio passare nuovamente attraverso l'esperienza della free agency, perciò ho in programma di stare qui per un bel po'. Ora faccio parte di questa franchigia e non vedo l'ora di aprire un nuovo capitolo della mia carriera. Credo sarà divertente. Steph, Klay, Draymond e Andre sono venuti a trovarmi a Los Angeles e mi hanno parlato della cultura del lavoro, di come hanno costruito i loro successi e di come pensano di proseguire. E' stato quello il momento chiave. Mi sono trovato davanti ragazzi dalla grandissima personalità. Curry è la faccia dell'Nba agli occhi di molte persone, e ha voluto vedermi per capire se realmente avrei voluto abbracciare il loro progetto sia come giocatore che come persona. Non ho mai avuto dubbi che lui mi volesse fortemente. Mi ha dimostrato quanto ci tenesse ad avermi in squadra. E' volato via dalla sua famiglia per venire a incontrarmi e per partecipare al meeting e in questo modo mi ha fatto capire le sue reali intenzioni. Ora sono qui e voglio solo giocare a pallacanestro". Intanto i Golden State Warriors perdono un altro pezzo del loro roster. Dopo aver salutato Harrison Barnes, Andrew Bogut e Leandro Barbosa, hanno dovuto dire addio anche al centro nigeriano Festus Ezeli, che si è accordato ieri con i Portland Trail Blazers per un biennale da oltre quindici milioni complessivi. Il primo a riportare la notizia dell'affare è stato Adrian Wojnarowski di The Vertical, confermato poi da Marc J. Spears di The Undefeated