L'estate 2016 ha segnato una svolta nella storia degli Oklahoma City Thunder, giovane franchigia succeduta Nba ai Seattle Supersonics. Da cenerentola della lega a credibile contender per il titolo il passo è stato breve, agevolato soprattutto dalle prese al Draft di giocatori del calibro di Kevin Durant, Russell Westbrook, James Harden e Steven Adams (anche Jeff Green, inizialmente considerato tra i talenti più futuribili a disposizione del general manager Sam Presti). Un'apparizione alle Nba Finals (2012, sconfitta per 4-1 nella serie contro i Miami Heat), oltre ad altre cavalcate ai playoffs tutte conclusesi in maniera beffarda o prematura, i risultati raggiunti dai Thunder nelle recenti stagioni

Ora quei Thunder, perlomeno i Thunder dell'ultimo lustro, non esistono più. Neanche la versione 2.0 di OKC messa a punto da Presti, quella senza Harden e Perkins, ma con Roberson e Adams (oltre a diversi ricambi in panchina, compreso l'allenatore) è riuscita a centrare l'obiettivo del titolo Nba. Via Kevin Durant, ammaliato dalle sirene provenienti da Oakland, via Serge Ibaka, spedito a Orlando in cambio di Domantas Sabonis, Ersan Ilyasova e Victor Oladipo, i nuovi Thunder ripartono essenzialmente da Russell Westbrook. La point guard da UCLA è però in scadenza di contratto, e nel 2017 potrebbe prendere una decisione simile a quella presa dall'ex compagno di squadra KD. Ecco perchè Sam Presti si trova di fronte a un altro bivio su quale direzione scegliere: provare a trattenere Westbrook, prospettandogli un futuro luminoso e soprattutto vincente a Oklahoma City o scambiarlo quest'estate, prima di ritrovarsi a mani vuote nel luglio prossimo. E intorno al numero zero più esplosivo che ci sia ruotano anche i destini tecnici dei Thunder: in caso di sua permanenza a OKC la Chesapeake Energy Arena sarebbe sempre di più la sua casa, di cui costituirebbe il volto e il giocatore di riferimento. Senza Durant Westbrook vedrà con ogni probabilità crescere a dismisura tutti i suoi numeri, dal minutaggio ai punti, dai rimbalzi agli assist, in una sorta di tripla doppia pronta a scatenarsi in ogni incontro di regular season. 

Difficile pronosticare quale risultati potrebbero raggiungere i Thunder del dopo Durant. Probabile una loro qualificazione ai playoffs, mentre la postseason costituirebbe forse una terra incognita, un territorio inesplorato per molti dei nuovi giocatori in maglia blu. E' degli ultimi giorni l'annuncio della firma del contratto con Oklahoma City dello spagnolo Alex Abrines, esterno proveniente dal Barcellona e ottimo tiratore. Ventitrè anni, Abrines farà parte di un gruppo abbastanza giovane, che dovrà scoprire le qualità di Domantas Sabonis e comprendere cosa fare di Mitch McGary. Sono invece già ben integrati Steven Adams, Enes Kanter e Andre Roberson, attualmente principali esponenti del frontcourt a disposizione di Billy Donovan. E proprio nella scelta del numero quattro da schierare come successore di Ibaka l'ex allenatore dei Florida Gators farà con ogni probabilità ruotare la stagione dei Thunder. Nell'ultima stagione il congolese era stato utilizzato in attacco essenzialmente come tiratore dall'arco, con buoni risultati, mentre il suo contributo in difesa era stato come d'abitudine impareggiabile per protezione del ferro e difesa sui cambi. L'unico giocatore che per caratteristiche tecniche offensive possa vagamente assomigliargli sembra essere il turco Ersan Ilyasova, dotato di un talento superiore ma forse di un tiro meno continuo. L'ex Bucks e Magic non è però uno dei primi difensori della lega: di qui il dilemma se giocare con il doppio lungo (Adams-Kanter) o con un numero quattro in grado di aprire il campo (attendendo comunque risposte da Sabonis).

Il secondo grande dubbio dei nuovi Thunder riguarda l'assemblamento del reparto esterni. Con Westbrook inamovibile nel ruolo di point guard e Victor Oladipo al suo fianco, è ancora Andre Roberson il favorito per giocare in ala piccola, con Kyle Singler e Alex Abrines pronti a subentrare dalla panchina. Eppure sulla compatibilità tra Westbrook e Oladipo persistono molte perplessità: giocatori simili, in grado di attaccare con continuità il ferro, non brillano però per letture e tempi di gioco, senza dimenticare che nell'ultima stagione il prodotto da Indiana ha avuto enormi problemi nel tiro pesante. L'unico vero tiratore di questa versione di OKC è Anthony Morrow, mai considerato però più di uno dei tipici giocatori di rotazione, con Abrines ancora tutto da scoprire nel mondo Nba. A Billy Donovan il compito di rimettere insieme un mosaico che ha perso almeno un paio di tasselli importanti, a Sam Presti la scelta sul futuro di Russell Westbrook.