E' trascorso poco più di un mese dalla notte del Draft Nba 2016, giudicato da molti addetti ai lavori un'altra occasione sprecata per i Sacramento Kings. La franchigia californiana ha infatti effettuato il consueto restyling estivo, pescando alla lottery del Barclays Center il diciannovenne centro greco Giorgios Papagiannis (tredicesima scelta), la small forward da Syracuse Malachi Richardson (via Charlotte Hornets, cui è stato spedito l'azzurro Marco Belinelli) e l'haitiano da Kentucky Skal Labissierie, a lungo dato nella top ten del Draft e poi invece finito alle soglie del secondo giro.

Chi non ha mostrato di gradire le operazioni estive dei Kings di Vlade Divac è stato DeMarcus Cousins, attualmente stella (croce e delizia) della squadra: "Non capisco le mosse della franchigia - commentò a caldo Boogie - io faccio il giocatore e non posso controllare queste cose, ma francamente non capisco". Un non capisco ma mi adeguo che ha confermato per l'ennesima volta quanti e quali siano i problemi di organizzazione societaria all'interno dei Kings. Impegnatasi per ristrutturare la Sleep Train Energy Arena, la franchigia californiana non è mai riuscita negli ultimi anni a prendere una direzione chiara circa il percorso da intraprendere per ritornare ai vertici della Western Conference. Esonerato un anno e mezzo fa coach Malone, l'unico che sembrava aver trovato un certo feeling con Cousins, Sacramento ha ingaggiato il grande vecchio George Karl, nella speranza di portare un po' di personalità e autorevolezza in uno spogliatoio difficile da gestire. Salvo poi prendere Rajon Rondo, altro anarchico del campo e della vita, che ha contribuito a rendere più confuso il panorama tecnico dei californiani. Ecco dunque giungere all'estate del 2016, con Karl lasciato andare dopo una stagione di tira e molla e di incomprensioni con Cousins e con Rondo abbandonato al suo destino di free agent (destinazione Chicago Bulls). Il nuovo allenatore, Dave Joerger, è reduce da un altro ambientino mica male, quello dei Memphis Grizzlies dell'ultimo biennio: a lui il compito di rigenerare una squadra apparentemente allo sbando.

Detto delle prese al Draft, i Kings hanno effettuato anche dei movimenti di secondo piano sul mercato degli svincolati, e ingaggiato così Matt Barnes (anche lui ex Grizzlies), Arron Afflalo da New York, Garrett Temple da Washington e Anthony Tolliver da Detroit. Nel roster 2016-2017 di Sacramento il talento non manca di certo, se si pensa che, oltre a Cousins, ci sono giocatori del calibro di Rudy Gay e Willie Cauley-Stein, nessuno però realmente affidabile. Gay è dato da tempo sul piede di partenza, ma non si è mai riusciti a imbastire una trade che inducesse i Kings a lasciarlo andare, Cauley-Stein è reduce da una stagione a singhiozzo da rookie vissuta in mezzo a vari infortuni, esattamente come i vari Darren Collison, Ben McLemore e Omri Casspi. Ecco perchè rimane Cousins il giocatore chiave per il futuro di Sacramento. Sempre sul punto di esplodere, ma mai nel modo giusto, Boogie sta ora sorprendendo in positivo con Team USA, nazionale con la quale gareggerà alle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro, tanto da essersi guadagnato i complimenti del coach Mike Krzyzewski: "Lo avevo già allenato in passato - le parole dell'allenatore di Duke dopo il blowout americano contro la Nigeria - conosce le competizioni internazionali e sta giocando bene, esattamente come mi aspettavo. Sta correndo bene lungo tutto il campo e difendendo con applicazione sul perimetro: non è così usuale vedere un lungo come lui farlo in quella maniera. Ci dà qualche alternativa in post ed è anche un ottimo passatore". Descrizione perfetta delle caratteristiche tecniche di Boogie, uno che ha messo a punto anche il tiro dall'arco, e che ai Kings vorrebbero vedere sempre disciplinato per provare a costruirgli intorno la squadra del rilancio.