Sembrano lontani i giorni in cui Orlando sognava di vincere il Larry O’Brien trophy con Howard, Turkoglu, Nelson e con Stan Van Gundy come direttore d’orchestra in panchina. Nel 2009 solo un immarcabile Kobe Bryant e un indemoniato Derek Fisher misero fine alle ambizioni dei Magic, che da quel momento non sono riusciti più a riprendersi. Sono trascorsi anni di ricostruzione, poche vittorie, molte scelte ai primi giri del draft e molti cambi di allenatore. Da quest’estate però la dirigenza nella figura del GM Rob Hennigan ha deciso che è tempo ormai di voltare pagina e fare sul serio.

Infatti in data 20 maggio è stato ufficializzato con un contratto da 22 milioni in 4 anni Frank Vogel come head coach, ex allenatore degli Indiana Pacers con cui nei cinque anni ad Indianapolis ha ottenuto 250 vittorie (record di franchigia) e 181 sconfitte, arrivando 5 volte ai playoffs ed arrivando per due volte alle finali della Eastern Conference. Con l’arrivo di Vogel è previsto un incremento notevole di aggressività e disciplina difensiva, marchi di fabbrica dei Pacers nelle stagioni passate, qualità non sempre avute dai Magic nella passata stagione anche per la propensione dell’ormai ex allenatore Scott Skiles a prediligere la metà campo offensiva. L’obiettivo minimo quindi è portare la squadra ai playoffs, traguardo che manca da quattro anni.

Per ottenere questo risultato si sa però che cambiare l’allenatore non basta e in un’estate dal mercato infuocato come quella appena trascorsa i Magic non si sono tirati indietro: subito dopo il draft con cui alla chiamata n.11 è stato scelto Domantas Sabonis, lo stesso lituano è stato scambiato insieme a Victor Oladipo ed Ersan Ilyasova per Serge Ibaka, ala forte degli Oklahoma City Thunder; è stato firmato il centro congolese dei Toronto Raptors Bismack Biyombo con un contratto da 72 milioni in 4 anni; Evan Fournier, guardia francese messasi in evidenza particolarmente lo scorso anno, ha deciso di rinnovare con i Magic con un contratto quinquennale da 17 milioni annui; sono stati firmati D.J Augustin e Jeff Green, il primo con un quadriennale mentre il secondo con un contratto annuale; infine è stato acquisita la guardia tiratrice dei Detroit Pistons Jodie Meeks in cambio di una seconda scelta futura.

Il quadro che si presenta quindi per coach Vogel è l’ideale se si vuole prendere parte ai playoffs: infatti i Magic sono una squadra giovane e affamata, senza grandi difficoltà di spogliatoio e con un grande potenziale da sviluppare.

Il reparto che colpisce di più è sicuramente quello dei lunghiNikola Vucevic è un potenziale All Star. Il centro montenegrino può garantire una doppia doppia da 20 punti e 10  rimbalzi a partita (18.2 e 8.9 le cifre con cui ha chiuso la passata stagione) e può allargare il campo con le sue conclusioni dalla media distanza; Biyombo, nell’ultima edizione dei playoffs, specialmente nella finale di Conference contro i Cavs di LeBron James, ha messo in evidenza come sia un rimbalzista e stoppatore nato, capace di tenere anche un paio di scivolamente difensivi contro i più piccoli avversari, tutte qualità che fanno dimenticare un minimo le immense lacune offensive;

Serge Ibaka nel ruolo di 4 garantisce copertura difensiva per Vucevic (non esattamente il miglior difensore della lega) grazie al suo atletismo e alla sua reattività e allo stesso tempo fornisce un’alternativa in attacco per aprire il campo con i suoi tiri dalla media o dall’angolo, fuori dalla linea dei 3 punti, senza far mancare schiacciate e rimbalzi offensivi alla causa. Autore di 12.6 punti e 6.8 rimbalzi a partita sarà il giocatore fondamentale per gli equilibri e per le ambizioni della franchigia della Florida;

Aaron Gordon, finalmente esploso dopo la memorabile gara delle schiacciate di Febbraio scorso, al suo terzo anno pare sia arrivato al punto di essere un fattore devastante su entrambi i lati del campo, potendo difendere senza problemi dal play all’ala e andando a stoppare qualsiasi tentativo di avvicinamento all’area. AirGordon avrà ancora da lavorare sul tiro, ma tutto passa in secondo piano quando può volare sopra le teste degli avversari per andare ad inchiodare schiacciate fuori dal comune.

Gioventù al comando anche per quanto riguarda il reparto piccoli, a cominciare dalla cabina di regia affidata ad Elfrid Payton, al terzo anno, che, nonostante le percentuali al tiro pessime, può rendersi pericoloso in penetrazione e con gli assist. Per lui tiro e controllo delle palle perse saranno le voci su cui concentrare il lavoro per aumentare il suo livello di gioco, ma è di sicuro un altro ragazzo in crescita. Per sostenerlo c’è D.J. Augustin,  veterano ex di Thunder e Bulls tra le altre, che può provvedere a fornire ottimi minuti di riposo a Payton e può mettere a referto punti in brevissimo tempo.

Fournier e Hezonja sono le più grandi speranze per Orlando: saranno loro a dover prendere sulle spalle il peso della partenza di Oladipo. Piccoli accenni di questa situazione si sono verificati durante la passata stagione, durante l’infortunio dello stesso Oladipo e la risposta del francese soprattutto è stata più che positiva. Per quanto riguarda Hezonja invece ci si aspetta più continuità nelle prestazioni e che l’anno da rookie gli abbia fornito l’ossatura per poter competere soprattutto fisicamente a questi livelli, visto che il talento c’è e anche in abbondanza. Da valutare invece l'apporto di Meeks, guardia tiratrice affidabile in campo ma che ha vissuto un'annata difficile a causa di un grave infortunio (frattura del quinto metatarso del piede destro) che lo ha tenuto lontano dal rettangolo di gioco per 79 delle 82 partite di stagione regolare.

Infine, non bisogna dimenticare l’importanza di Jeff Green, ex potenziale stella dei Thunder (in molti ancora sognano cosa avrebbe potuto fare un quintetto formato da Westbrook, Harden, Green, Durant e Ibaka) all’ennesima sfida in carriera dopo Boston, Memphis e Los Angeles sponda Clippers (e un aneurisma all’aorta). Tanti punti nelle mani, poca difesa per lui, ma per quella rimandare alla voce Biyombo-Ibaka-Gordon.

Nessuna superstar dunque ma roster profondo, aggressività e fame. Queste le parole chiave per la stagione dei Magic che finalmente dopo tanto tempo hanno deciso di competere e di sicuro ci sarà da divertirsi.