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NBA, riecco Steph Curry: "Ora sono di nuovo carico"

Steph torna a parlare delle ultime Finals e spiega perchè non è preoccupato dall'inserimento di Kevin Durant nel sistema dei Warriors.

NBA, riecco Steph Curry: "Ora sono di nuovo carico"
Nba, riecco Curry: "Ora sono di nuovo carico"
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Di Andrea Russo Spena

Riparte dalla Cina la nuova stagione di Stephen Curry, vincitore degli ultimi due premi di MVP della regular season Nba con i suoi Golden State Warriors. Presente in Asia per un evento di marketing organizzato dal suo sponsor tecnico Under Armour, Steph si racconta ai microfoni di Espn, in un'intervista pubblicata dall'inviato Darren Rovell. Direttamente da Guangzhou, seconda tappa del suo tour in Oriente, Curry torna a parlare della serie finale contro i Cleveland Cavaliers, persa sul filo di lana dopo che i Warriors erano stati avanti 3-1: "Ho visto gara-7 solo una settimana fa. Avevo bisogno di immergermi nuovamente nell'atmosfera degli allenamenti - dice Steph - e rivederla mi è servito da motivazione per tornare in palestra e continuare a lavorare duro".

"Nei playoffs non ero al 100%, ma non importa. Ho giocato e ho provato ad aiutare la mia squadra a vincere, questo è ciò che conta davvero. Ho approfittato dell'estate per tornare in forma, anche se da quel punto di vista c'è ancora un po' di lavoro da fare". Uno sguardo alla prossima stagione e al nuovo compagno di squadra Kevin Durant: "Onestamente non penso che avremo più pressione rispetto all'anno scorso, quando venivamo da un titolo vinto e dal record delle 73 vittorie in regular season. Non siamo riusciti a vincere ancora, ma ora siamo già una squadra diversa, con nuovi giocatori e soprattutto con KD. Dovremo far inserire sei o sette ragazzi nuovi. Noi nella parte dei cattivi con Durant? Ci rido sopra, sappiamo come sono finite le ultime Finals: è lo sport, ed è il motivo per cui tutti lo amiamo così tanto. Non scambierei quella esperienza con niente altro al mondo. Ovviamente è stato frustrante non vincere di nuovo, ma competere per il titolo per due anni di fila è stata una cavalcata fantastica. E non penso che sia finita. Tutto ciò che si è detto su di noi, sul come la gente ci vede, in realtà non conta per noi. Rimaniamo noi stessi, una contender che guarda al prossimo titolo Nba. Con Durant il nostro gioco non sarà di certo stravolto, ed è esattamente il motivo per il quale Kevin si è unito a noi: sa che rimarremo noi stessi per far funzionare le cose. Sì, certo, ci saranno dei piccoli aggiustamenti per farlo entrare nel nostro flusso di gioco, ma con lui ognuno di noi potrà migliorarsi ancora".

Impossibile evitare la domanda sul suo stipendio, 11 milioni di dollari all'anno, solo il quinto giocatore più pagato della squadra, per un contratto quadriennale che scadrà il 30 giugno 2017: "Quando ho firmato sapevo che, se avessi giocato come immaginavo di poter fare, quello stipendio sarebbe potuto essere basso per me, sottopagato come si dice in giro. Ma alla fine in questi quatro anni abbiamo vinto un titolo, sono successe altre spendide cose, e ciò che conta per me è poter prendermi cura della mia famiglia". Steph ritorna poi sulle polemiche scatenate dalla moglie Ayesha con un tweet inopportuno dopo gara-6 delle ultime Finals: "I social media costituiscono un grande veicolo per condividere con gli altri ciò cha facciamo e quello che ci succede. E' un modo per rendere la nostra vita più divertente. Durante le Finals si può provare a rimanere isolati da tutto ed essere prigionieri del momento, oppure si può continuare a mostrare la propria sensibilità. E' ciò che è accaduto con Ayesha, nulla più di tutto questo. Le devo molto, in questi anni mi ha aiutato a vedere le diverse cose della vita nella giusta prospettiva".