E' stato uno dei rookies più interessanti della scorsa stagione Nba, condita da una doppia partecipazione all'All-Star Game di Toronto (partita del venerdì e gara del tiro da tre punti). Ora Devin Booker non è più solo un figlio d'arte (il papà Melvin ha giocato anche in Italia), ma una certezza dei Phoenix Suns, uno dei migliori tiratori puri che ci siano in circolazione. E, soprattutto, ha enormi margini di miglioramento. 

Apparso in gran spolvero anche durante l'ultima Summer League, Booker si prepara alla prossima regular season Nba con la consapevolezza di dover crescere e di essere atteso da tifosi e addetti a confermare quanto di interessante mostrato nell'anno da matricola: "Ho imparato molto durante la mia stagione da rookie - dice Booker, intervistato da Jeff Lenkiner per InsideHoops.com - non solo per quanto riguarda i vari aspetti del gioco, ma anche per tutto ciò che ruota intorno all'Nba, che è qualcosa che va molto oltre la pallacanestro. E' anche un business. In Nba c'è un'enorme attenzione ai dettagli. E'incredibile come molte cose che mi ero portato dietro dai tempi del college in questa lega non mi servano più. Ho imparato a fare attenzione a ogni piccolo aspetto del gioco e soprattutto a prendermi cura del mio corpo in maniera diversa. Devo migliorare molto dal punto di vista difensivo: ogni tanto al college potevo prendermi qualche serata di relativo riposo perchè non sempre c'erano giocatori così forti da affrontare. In Nba è tutto diverso, i buoni giocatori sono ovunque e ogni sera provano ad attaccarti. Così a volte capita di pensare di avere una partita difensivamente meno complicata contro certe squadre, come con Milwaukee, tanto per fare un nome, ma è un errore, perchè poi ti trovi davanti gente come Giannis Antetokounmpo e Jabari Parker. E' una lega dal talento folle, non ci ho messo molto ad accorgermene".

Quando gli viene chiesto se ha intenzione di velocizzare il suo movimento di tiro il giovane Devin risponde così: "Senza dubbio bisogna essere rapidi nel tirare, ma ho sempre pensato che se si è costretti a tirare troppo in fretta, allora sarebbe meglio non farlo, bensì provare ad attaccare dal palleggio e cercare di creare qualcosa per i compagni di squadra". Booker non ha dubbi su chi sia il suo punto di riferimento Nba: "Kobe Bryant. Avere avutol'opportunità di giocare contro di lui è stato qualcosa di fantastico, il momento migliore della mia prima stagione. Poi è successo nel mio anno da rookie e nel suo ultimo anno prima del ritiro. E' stato semplicemente pazzesco. Dopo l'ultima partita giocata contro abbiamo parlato per circa un quarto d'ora. Mi ha chiamato nel suo spogliatoio e c'è stata una lunga conversazione tra di noi. Mi ha detto un sacco di cose: alcune di queste le avevo già sentite, ma dette da Kobe hanno avuto tutto un altro sapore. Poi ha preso le mie scarpe, le ha autografate e ci ha scritto sopra "Be Legendary": è stato un momento che porterò sempre con me. Kobe è la mia fonte da ispirazione, il mio idolo di quando ero bambino. Ha cambiato la storia del gioco e ha cambiato Los Angeles. E' stato incredibile vedere come anche gli avversari lo hanno accolto in ogni trasferta. E' un esempio, perchè se non si aspira a fare quanto ha fatto lui, allora non capisco perchè si giochi a pallacanestro. E' questo lo spirito che voglio portare con me fin quando giocherò: vorrei essere ricordato come Kobe Bryant".

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About the author
Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]