Non si fa illusioni, Steve Kerr. Sa che la regular season 2016/2017 dei suoi Golden State Warriors sarà molto diversa dalla precedente, e non esita a lanciare una serie di avvisi ai naviganti. Basta pensare al record di vittorie, innanzitutto. Non attendersi una squadra già pronta, in secundis. E' un Kerr che insiste sul tasto del ritmo, quello che parla ai media in apertura della nuova stagione, con il training camp fissato per la prossima settimana.

"All'inizio del camp non faremo due allenamenti al giorno, ma uno solo. Cercheremo di affrontare ogni cosa con tranquillità e di dare tanti minuti ai giocatori più giovani del roster. Non mi sento costretto a far disputare a Steph, Klay o Kevin chissà quanti minuti durante la preseason. Stesso discorso per Draymond, Andre (Iguodala) e Shaun (Livingston). Dobbiamo provare a trovare subito il nostro ritmo, anche se è sempre questione di sensazioni. Non lo si può trovare a spese della crescita del gruppo e del tempo necessario ad assimilare i concetti di gioco. Ecco perchè per noi dello staff tecnico sarà una bella sfida. Dovremo cercare di mettere insieme tutti questi pezzi. Si tratta di una stagione molto diversa dalle altre, di un approccio molto più sperimentale. Credo che i tifosi dovrebbero guardare alla crescita della squadra, mentre l'anno scorso eravamo una sorta di prodotto già finito sin dalla prima partita. Eravamo la stessa squadra che aveva vinto il titolo. Questa invece è una squadra molto diversa. Abbiamo tanto lavoro davanti a noi. Ripeto, i tifosi non dovrebbero concentrarsi sul numero di vittorie, ma su come cambieremo e miglioreremo da un mese all'altro. Dobbiamo amalgamare davvero bene il gruppo quest'anno: la chimica sarà un fattore chiave della nostra stagione".

"Arrivare in finale per tre anni consecutivi non è qualcosa che capita tanto spesso, e c'è un motivo. Ci sono riuscito da giocatore a Chicago con i Bulls. Quel gruppo giunse alle Finals due volte per tre anni consecutivi, io facevo parte della seconda squadra e ricordo bene quel terzo anno. Nonostante ci fossero giocatori del calibro di Michael Jordan, Scottie Pippen e Dennis Rodman, fu una stagione difficile. E' un risultato complicato da raggiungere per la fatica, fisica e mentale che richiede. Ecco perchè penso che sia un'ottima cosa per noi avere nuovi giocatori. Ci mancheranno i ragazzi che sono andati via, ma credo che in qualche modo questa squadra avesse bisogno di essere rivitalizzata. Kevin Durant aggiungerà al nostro gioco un livello di energia molto diverso e assolutamente necessario per la determinazione che ci servirà per tornare ancora una volta in finale. La mia schiena? Non sono ancora in perfette condizioni, ma va molto meglio rispetto allo scorso anno. Pachulia? Lui e Durant saranno i due nuovi giocatori che partiranno in quintetto. Dal punto di vista offensivo, non cambieremo poi tanto: faremo le stesse cose, correre, muovere il pallone velocemente e prendere buoni tiri. Difensivamente invece sarà una sfida. Abbiamo perso un gran protettore del ferro come Bogut, anche se ora abbiamo un giocatore di esperienza come West, uno di posizione come Pachulia, e un bel po' di gioventù in mezzo. Non credo che Klay dovrà sacrificarsi per Steph e Kevin. Odio la parola sacrificio applicata alla pallacanestro: non mi sembra che Wade e Bosh si siano sacrificati per LeBron ai tempi di Miami, hanno semplicemente giocato e vinto due anelli".

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Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]