L'addio di Dwyane Wade e gli ancora irrisolti problemi di salute di Chris Bosh hanno segnato l'estate dei Miami Heat, travolti da una serie di eventi impronosticabili solo qualche mese fa. Nel luglio 2014, quando LeBron James lasciò South Beach per tornare a Cleveland, Pat Riley fu costretto a fare buon viso a cattivo gioco, ripiegando sull'esperto Luol Deng e affidandosi ancora al duo Wade-Bosh.

Una stagione disastrosa, fuori dai playoffs e con l'ex Toronto Raptors ai box, ha poi dato il via a un lento processo di ricostruzione, sviluppatosi anche con le scelte al Draft del 2015, in cui furono pescati Justise Winslow e Josh Richardson. Ora che non solo Wade, ma anche Deng e Joe Johnson hanno salutato la compagnia negli spogliatoi dell'American Airlines Arena, è Goran Dragic il nuovo punto di riferimento tecnico della squadra allenata da Erik Spoelstra. Il playmaker sloveno, giunto in Florida nell'inverno 2015 dai Phoenix Suns, ha faticato ad adattarsi alla pallacanestro un po' camminata degli Heat, salvo salire di colpi nell'ultima fase della stagione 2016, protagonista dell'approdo ai playoffs e del raggiungimento della semifinale di Conference. "Sono pronto - dice il trentenne Dragic in un'intervista raccolta da Manny Navarro del Miami Herald - ho giocato tutta l'estate (qualificazioni ai prossimi Europei con la sua nazionale) e ora sono in gran forma, di certo sto meglio dell'anno scorso di questi tempi. Ho iniziato a giocare bene solo dalla metà in poi dell'ultima regular season, voglio proseguire su quella strada. L'addio di Wade è stato sorprendente per me, mentre per quanto riguarda Chris Bosh posso solo dire che mi dispiace e che spero possa tornare presto. Quando hai in squadra due giocatori del genere, i compagni sanno che possono decidere la partita grazie al loro talento. Ora, invece, sarà diverso. Vedremo quale sistema di pallacanestro vorrà adottare il coach".

"Il mio obiettivo adesso è quello di aiutare la squadra a rimanere competitiva nella Eastern Conference. Siamo un gruppo giovane, che può ottenere buoni risultati. Io invece ho solo bisogno di aggiustare un paio di cose nel mio gioco: provare ad essere più aggressivo, segnare con continuità e coinvolgere i miei compagni in attacco. Ho già cominciato a prendermi delle responsabilità diverse a partire dagli scorsi playoffs. Per me in fondo cambierà poco: ho solo bisogno di essere me stesso e di giocare la mia pallacanestro. Spero di diventare il leader tecnico della squadra, esattamente ciò che ci si aspettava da me quando ho firmato per i Miami Heat. Whiteside? L'ho già visto nei giorni scorsi, abbiamo parlato di come migliorare il nostro gioco insieme. Mi ha fatto piacere sapere che aveva firmato nuovamente per questa franchigia: ora ho ancora la possibilità di giocare con lui. Penso che per la squadra la questione delle spaziature sia cruciale. in particolar modo per me, ma anche per Whitey. So che in tanti ci danno per spacciati quest'anno, ma dobbiamo utilizzare tutte queste parole come motivazione extra, per dimostrare loro che si sbagliano. Speriamo di riuscire a farcela. Non ho ancora parlato con Chris (Bosh) da quando sono tornato a Miami, mentre ho scambiato qualche messaggio con Dwyane durante i giorni del suo trasferimento a Chicago. Gli ho augurato buona fortuna e gli ho detto di non scatenarsi proprio contro di noi".