Giornata di incontro con la stampa anche per i Chicago Bulls. Anche per la franchigia dell'Illinois, letteralmente rivoluzionata nel corso dell'estate sul piano tecnico e dei giocatori, è stato NBA Media Day. E a prendere la parola è stato uno dei volti nuovi più attesi, giunti alla corte di coach Fred Hoiberg. Stiamo parlando di Rajon Rondo, il quale spera di ritrovare a Est, dopo le stagioni splendide tra le fila dei Boston Celtics, di ritrovare quella magia che lo ha reso uno dei playmaker più forti della lega: "Mi sento davvero molto bene e sono eccitato all’idea di giocare qui a Chicago. Non mai avuto tutta questa energia dai tempi di Boston". Parole importanti per far capire che il playmaker vuol fare di tutto per riscattarsi e per riportare in alto i Bulls.

La parola, poi, passa a quella che potrebbe essere la guida spirituale della squadra. Dwyane Wade è come un figlio che torna a casa dopo essere diventato grande in un'altra città. Le vittorie ottenute tra le fila dei Miami Heat non hanno fatto dimenticare a Flash quanto sia importante onorare la propria città, e nell'incontro avvenuto con i giornalisti è venuto fuori proprio questo senso di appartenenza: "Questo per me è un sogno che diventa realtà. Avere l’opportunità di essere qui e di indossare quella maglia che quando sono cresciuto qui indossavano coloro che hanno vinto così tanti anelli è qualcosa di indescrivibile. Lo ripeto, è un sogno diventato realtà per me. Non sono venuto qui per fare il leader o per far pesare la mia storia, mi sento come il nuovo compagno di classe".

Tocca poi a Fred Hoiberg, l'uomo che dovrà assemblare un roster che ha subìto diversi cambiamenti rispetto alla scorsa stagione. Forse meno dinamico, forse meno efficace nel tiro dalla lunga distanza, ma certamente più esperto e più preparato a determinate situazioni. Il coach, in ogni caso, non sembra aver paura: "Abbiamo già un’idea su come vogliamo che la nostra squadra giochi. Ciò che ci serve è tanto movimento di palla con questo gruppo di giocatori. La cosa più importante è riuscire a migliorare nella circolazione del pallone. Quello che dobbiamo riuscire a fare è diventare una squadra più consistente. Sto chiedendo tanto a me stesso, forse tutto. Nessuno è più severo di me nel giudicarmi. Con Rondo abbiamo parlato a lungo, è arrivato a Chicago un mese fa e sappiamo entrambi cosa dobbiamo fare".

E poi c'è quel Jimmy Butler, il quale potrebbe chiaramente giovare della presenza di giocatori dal tale carisme e con un'esperienza così lunga ad altissimi livelli. Il numero 21, l'anno scorso, è stato a lungo l'uomo-franchigia e ha fatto grandi cose, e con un po' di pressione in meno potrebbe solo ottenere degli effetti positivi: "Ho detto ad Hoiberg di usarmi come esempio per il resto dei compagni il più possibile. Ho bisogno di avere la spinta e le motivazioni giuste, come tutti gli altri giocatori. Voglio che i miei compagni mi guardino e capiscano che lavorando duro possono diventare come me".

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