Riprende il nostro viaggio alla scoperta della stagione NBA: finalmente, dopo aver analizzato le tre division della Eastern Conference, Central, Atlantic e SouthEast, si passa ad Ovest e si comincia con la NorthWest Division. Favoriti nella lotta al primo posto, ovviamente i Portland Trail Blazers.

PORTLAND TRAIL BLAZERS 

Partendo proprio dalla franchigia dell’Oregon, la squadra è essenzialmente rimasta quella dello scorso anno, con Damian Lillard sempre più padrone assoluto. Il play ha rilasciato delle dichiarazioni infuocate durante la offseason, facendo intendere che la sua squadra potrà ambire a più di un semplice piazzamento playoff. Come spalla, Dame avrà ancora CJ McCollum, che è chiamato a confermarsi dopo la splendida annata 2015/2016. Il ruolo di ala piccola è quello con attorno maggiori dubbi: Evant Turner, Noah Vonleh e Maurice Harkless si contendo il posto nel quintetto titolare, con gli ultimi due pronti anche però ad occupare la posizione numero 4. Che, almeno all’inizio, dovrebbe invece essere occupata da Aminu. Anche qui però, Ed Davis è pronto a dire la sua, così come per la posizione di centro dove, Mason Plumlee e il neo arrivato Festus Ezeli si giocheranno il posto da titolare. Mai come quest’anno dunque Terry Stotts ha la possibilità di scegliere e pescare tanti giocatori dal proprio mazzo. Anche perché, oltre ai già citati, per le posizioni di guardia e play non si devono dimenticare Allen Crabbe, confermato dall’anno scorso, e Shabazz Napier, che in queste preseason sta facendo vedere grandi cose. Insomma, Portland ha tutte le carte in regole per poter ambire ad una grandissima stagione. Perché se è vero che l’unica vera stella è Lillard, il contorno costruitogli attorno è davvero molto interessante.

MINNESOTA TIMBERWOLVES 

A contendersi la seconda piazza nella division, ci sono i Minnesota Timberwolves e gli Oklahoma City Thunder. Chi scrive reputa i primi favoriti sui secondi, per svariati motivi. Innanzitutto, perché è arrivato un allenatore capace ed intelligente come Tom Thibodeau. L’ex head coach dei Chicago Bulls darà una forte impronta difensiva alla squadra, cosa che negli ultimi anni è fortemente mancata. Per quanto riguarda l’attacco, Thibs non dovrebbe avere grossi problemi considerati gli interpreti: Karl Anthony Towns, Wiggins e LaVine rappresentano un trio fantastico e che già nella scorsa stagione hanno in parte mostrato il loro potenziale. A loro tre, si aggiungono poi Ricky Rubio, che è tuttavia sempre da considerare in partenza; Gorgui Dieng e Nikola Pekovic, due centri di “esperienza”, soprattutto il secondo, che possono risultare determinanti soprattutto in difesa; ed infine Kris Dunn, guardia rookie pescata al Draft di quest’anno. Dunn è da molti considerato già pronto per la NBA e, con un maestro con Thibodeau ed in un contesto assai favorevole come può essere Minnie, il ragazzo potrebbe già far bene da quest’anno.

OKLAHOMA CITY THUNDER 

Come detto, ci sono poi gli Oklahoma City Thunder, ormai privi di Kevin Durant e, cosa da non sottovalutare, Serge Ibaka. Durante l’estate il roster di OKC è cambiato parecchio, con l’unica certezza però in Russell Westbrook. Il numero 0 non è mancato nel mostrare tutto il proprio disappunto per la partenza di KD e adesso vuole dimostrare a tutti, compreso e forse soprattutto se stesso, di essere in grado di portare la squadra da solo ad alti livelli. Per farlo però, Russ si dovrà affidare nuovamente a Steven Adams, confermatissimo dopo i grandi playoffs dell’anno scorso, Enes Kanter, che offensivamente è sempre una garanzia, e Victor Oladipo, arrivato nello scambio che ha portato ai Magic Ibaka. Il tutto sarà magistralmente guidato di nuovo da Billy Donovan, che ha ovviamente straconvinto Sam Presti e tutta la dirigenza di OKC dopo le buone cose fatte l’anno scorso. Le ultime “pedine” da analizzare sono Andre Roberson ed il neo arrivato Ersan Ilyasova. Il primo occuperà senz’altro il ruolo di ala piccola; il secondo potrebbe partire in quintetto insieme a Steven Adams, pronto però ad alternarsi a Kanter nei casi di necessità di quintetto lungo.

UTAH JAZZ 

Gli Utah Jazz sono probabilmente una delle mine vaganti del prossimo anno. L’anno scorso hanno mancato i playoff di un soffio, dimostrando però che il proprio processo di crescita non si è affatto fermato. Quest’anno, l’obbiettivo postseason deve essere centrato ed un paio di mosse fatte durante l’estate sono state eseguite proprio in quella direzione. George Hill, Joe Johnson e Boris Diaw sono arrivati a Salt Lake City per portare quell’esperienza necessaria al raggiungimento dei PO. Eccetto loro però, il roster a disposizione di Quin Snyder, che ha svolto e sta svolgendo un ruolo di guardia e di play, insieme ovviamente ai due citati pocanzi Hill e Johnson. Lo spot di ala piccola è invece saldo nelle mani di Gordon Hayward, chiamato nuovamente al decisivo salto di qualità. Gli ultimi due posti sono quelli di proprietà quasi esclusiva di Derrick Favors e Rudy Gobert, con la sola incognita Diaw. Entrambi hanno grandi qualità complementari, con il primo fattore in attacco ed il secondo in difesa.

DENVER NUGGETS 

L’ultima franchigia da analizzare è quella del Colorado e del nostro Danilo Gallinari, ovvero i Denver Nuggets. La squadra di  Michael Malone è rimasta essenzialmente la stessa rispetto a quella dell’anno scorso. Il “Gallo”, con Kenneth Faried e Wilson Chandler, fungeranno ancora da chiocce per i giovanissimi Nuggets, che diventati ormai un certo numero. Emmanuel Mudiay, dopo aver sorpreso tutti l’anno passato, dovrà migliorarsi ulteriormente, così come Nikola Jokic e Jusuf Nurkic, che già in questa preseason hanno dimostrato di poter essere due giocatori affidabili. Tra i rookie, ci sono aspettative su Jamal Murray, Juancho Hernangomez e Jarnell Strokes; soprattutto sul primo, la dirigenza del Colorado ha investito tanto, chiamandolo con la settima scelta assoluta al Draft 2016. Il destino di questi Nuggets è difficile da pronosticare. Un piazzamento ai playoff sembra quasi impossibile, ma se Gallinari dovesse rimanere sano per tutta la stagione, e i giovani dovessero mantenere le aspettative, i tifosi della Pepsi Arena potrebbero anche togliersi qualche soddisfazione.