Manca ormai sempre meno all'inizio della stagione NBA 2016-2017, con le partite di preseason che hanno già fornito alcuni spunti di riflessione interessanti. Uno su tutti è la crescita di Hassan Whiteside, che quest'anno - insieme a Goran Dragic - è chiamato a confermare ciò che ha mostrato nell'ultimo anno e mezzo, magari compiendo un ulteriore salto di qualità che potrebbe inserirlo di diritto tra i primi cinque centri della lega (sempre che non lo sia già).

La storia del centro di Miami è nota agli appassionati: scelto dai Kings nel 2010 al numero 33 del Draft, il prodotto di Marshall in California riesce a giocare solamente una partita nel suo anno da rookie, complice anche una rottura parziale del legamento del ginocchio sinistro. Questo, unito alla sua mancanza di impegno nel lavoro quotidiano in palestra e sul campo, lo portano prima in D-League, poi in Libano e in Cina. Dopo essere stato messo sotto contratto da Memphis ed essere scartato dalla stessa franchigia del Tennessee - per poi fare una nuova apparizione in D-League - Hassan viene preso dagli Heat il 24 Novembre 2014, salvo poi essere girato 20 giorni dopo ai Sioux Falls Skyforce, venendo però richiamato nel giro di 48 ore. Il 4 Gennaio Whiteside firma la sua prima doppia-doppia per la franchigia di South Beach, mettendo a referto 11 punti, 10 rimbalzi e 5 stoppate nella vittoria di misura contro i Nets. Da il ragazzo non si ferma più e continua a migliorare, dimostrando un'intesa notevole con i propri compagni di squadra, soprattutto con Wade. Quasi due anni dopo l'esordio con la squadra allenata da Erik Spoelstra, il giocatore nato a Gastonia (North Carolina) è chiamato al salto di qualità, viste anche le dipartite di Chris Bosh e del già citato Wade.



​Nonostante le partite di preseason lascino sempre il tempo che trovano, in questi giorni si sono già intravisti segnali incoraggianti, considerando i 17.5 punti e 12 rimbalzi di media in 23.5 minuti sul parquet, senza contare un ottimo 69.8% dal campo (in carriera complessivamente è al 61%). Sarà molto interessante vedere come giocherà quest'anno la franchigia della Florida, che si baserà molto sull'asse Dragic-Whiteside, dando poi spazio ai giovani Justise Winslow e Tyler Johnson, oltre all'innesto di Dion Waiters e a Josh McRoberts. Vedremo se l'allenatore di origini filippine vorrà utilizzare schemi d'attacco con 4 giocatori fuori dal pitturato per lasciarvi dentro il solo Whiteside, il quale in quella zona di campo è davvero devastante. Se la sua prestanza fisica e la sua esplosività - la sua capacità di saltare rimanendo perfettamente verticale ha pochissimi eguali in tutto il globo - non sono certo un mistero, in pochi sottolineano invece la sua capacità di leggere il gioco in fase difensiva, riuscendo a stoppare qualsiasi giocatore, piccolo o grande che sia, in qualunque zona del rettangolo di gioco. ​L'acquisita voglia di lavorare duramente e di sacrificarsi hanno reso Whiteside uno dei giocatori più dominanti sottocanestro in tutto pianeta, ricordando in alcuni aspetti una leggenda - passata proprio dalle parti di Miami - come Shaquille O'Neal.

I numeri, e non solo quelli, dicono che il numero 21 di Miami è uno dei migliori al mondo nel finalizzare a canestro il pick and roll giocando da rollante, oltre ad essere un difensore di buon livello (anche se può migliorare nella scelta del momento giusto per tentare la stoppata, dovendo comprendere invece quando è necessario restare solamente attaccato all'avversario). Tornando al suo rendimento in attacco, Hassan ha migliorato notevolmente il suo tiro dai 3-4 metri, mentre le sue percentuali scendono bel al di sotto del 50% quando inizia ad allontanarsi dalla sua "comfort zone". ​Altro problema del suo gioco sono senza dubbio i tiri liberi, anche se lo scorso anno - rispetto alla stagione precedente - è salito dal 50% al 65%, dovendo però lavorare ancora moltissimo in questo settore, che potrebbe renderlo ancora più pericoloso agli occhi degli avversari - soprattutto psicologicamente - i quali peraltro spesso non riescono nemmeno a commettere fallo per mandarlo in lunetta. 

​Inoltre, Whiteside non è certo famoso per essere il miglior passatore dell'NBA (0.3 assist a partita nel corso della sua carriera NBA), dimostrando di avere letture di gioco offensive piuttosto deficitarie. Un gioco in post di livello superiore potrebbe renderlo estremamente utile anche per i compagni, creando spaziature fuori dalla riga dei 3 punti ed armando la mano degli esterni, Goran Dragic su tutti. ​A rimbalzo, invece, è tra i primi della Lega sia in difesa che in attacco, mentre c'è ancora molta strada da fare per quel che riguarda la gestione mentale delle partite - ivi compresi i problemi di falli - e della stagione nel suo complesso, oltre che i duelli sotto al ferro con giocatori che fanno del trash-talking la loro forza (ad esempio Draymond Green). ​Quest'anno Hassan dovrà dunque dimostrare di essere grande anche senza il supporto di campionissimi come Bosh e Wade, in una squadra che è in piena rifondazione e senza grandi obiettivi a breve termine. L'intesa con Dragic sarà tutta da verificare e da studiare, così come i suoi effettivi margini di miglioramento, ma quel che è certo è che questa stagione sarà un crocevia fondamentale della sua carriera.

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About the author
Gabriele Ferrara
Nato a Roma, appassionato di NBA, che seguo dal 2002 dalla leggendaria serie tra Lakers e Kings. Tifoso dei Cavs, ma soprattutto del bel gioco