La grande attesa è finita. Il più grande spettacolo del mondo è pronto a ricominciare a partire da martedì 25 ottobre, giorno in cui è in programma l'opening night della National Basketball Association. NBA basketball, una pallacanestro che attrae come calamite appassionati ormai da tutto il mondo, per una lega sempre più globale. Sarà l'anno della conferma dei Cleveland Cavaliers di LeBron James o della rivincita dei Golden State Warriors di Stephen Curry, freschi di aggiunta al loro roster di un altro fenomeno come Kevin Durant? Un quesito che ci accompagnerà per mesi, quantomeno fino a maggio, forse fino a giugno, nella speranza di replicare un'altra serie di Finals al meglio delle sette gare. Ma il basket Nba non è solo James contro Curry, è molto di più, uno spettacolo itinerante che offre una miriade di spunti di interesse, tra chi cerca di guadagnarsi un posto al sole e chi progetta un futuro luminoso.

LeBron James contro Stephen Curry. Fonte: BleacherReport.com
LeBron James contro Stephen Curry. Fonte: BleacherReport.com

Le date. Si comincia nella notte italiana tra martedì 26 e mercoledì 27 ottobre. Il menu propone subito due sfide d'alto bordo: alla Quicken Loans Arena i Cleveland Cavaliers ospitano i New York Knicks, da molti considerati una contender per il titolo di campioni della Eastern Conference, nella serata della consegna degli anelli, mentre a Oakland, California, ecco esordire Kevin Durant con i suoi Golden State Warriors. Avversari i San Antonio Spurs di Gregg Popovich ma non più di Tim Duncan, il caraibico ritiratosi durante l'estate. Le uniche giornate senza basket Nba saranno quelle del Thanksgiving (24 novembre), della vigilia di Natale e della Finale NCAA (3 aprile). Christmas Day quest'anno ricchissimo, con Warriors contro Cavs a costituire il regalo più bello sotto l'albero Nba, ma anche con altre quattro sfide da brividi (Boston - New York, Chicago - San Antonio, Minnesota - Oklahoma City e Lakers - Clippers). All-Star Game a New Orleans, e non a Charlotte (a causa di una legge discriminatoria nei confronti degli omosessuali) nel week-end che si concluderà il 22 febbraio. Mercoledì 12 aprile ecco la fine della regular season, con gli attesissimi playoffs pronti a cominciare solo tre giorni dopo. Un mese e mezzo di sfide tra le migliori squadre della lega per giungere all'epilogo delle Finals e assegnare il Larry O'Brien Trophy edizione 2017.

Kevin Durant, Steph Curry e Draymond Green. Fonte: USAToday.com
Kevin Durant, Steph Curry e Draymond Green. Fonte: USAToday.com

Passato e futuro. Dopo vent'anni sarà la prima stagione senza giocatori del calibro di Tim Duncan, Kobe Bryant e Kevin Garnett, idoli di un'intera generazione di appassionati, che hanno fatto le fortune di squadre come i San Antonio Spurs, i Los Angeles Lakers e i Boston Celtics (solo in parte quelle dei Minnesota Timberwolves). E sarà anche l'ultimo anno di The Truth, Paul Pierce, che ha recentemente annunciato il ritiro nel 2017, che avverrà con la maglia della sua vita, quella dei biancoverdi di Boston. Tutto da decifrare il nuovo status di Chris Bosh, per Miami un ex giocatore, per altri ancora una risorsa spendibile sui campi Nba. Ma sarà anche la stagione dei volti nuovi, di chi ha il futuro davanti ma deve pur sempre costruirselo. Da Ben Simmons, prima scelta assoluta all'ultimo Draft (frattura al piede sinistro, lo vedremo in campo probabilmente solo a gennaio), a Brandon Ingram, da Krhis Dunn a Jaylen Brown, passando per l'intrigante Jamal Murray di Denver, sono tante le matricole pronte a dimostrare il loro valore nelle rispettive franchigie, tutte a caccia di rivincite, eccezion fatta per i Celtics, reduci da due anni molto positivi conclusi con la partecipazione ai playoffs. Dragan Bender, Buddy Hield, Domantas Sabonis, Denzel Valentine, solo alcuni degli altri nomi pescati al Draft tutti da seguire, per non parlare di giocatori già testati in Europa, come i fratelli Hernangomez, il croato Dario Saric, il lituano Mindaugas Kuzminskas, il ceco Tomas Satoransky.

Brandon Ingram. Fonte: Espn.com
Brandon Ingram. Fonte: Espn.com

Le novità in panchina. Molti i cambiamenti di allenatore tra la scorsa e la nuova stagione. Enorme curiosità per vedere all'opera i giovani Minnesota Timberwolves del sergente di ferro Tom Thibodeau. Attesa anche per Luke Walton alla guida dei Los Angeles Lakers, chiamati al riscatto dopo anni bui, per David Fizdale e Kenny Atkinson, al debutto a Memphis e Brooklyn. Rivedremo in panchina Mike D'Antoni, nuovamente in pista con gli imprevedibili Houston Rockets di James Harden, così come Nate McMillan e Scott Brooks, scelti da Larry Bird e dal frotoffice dei Wizards per un cambio di mentalità a Indianapolis e Washington. I New York Knicks dell'era dei superteam (copyright Derrick Rose) sono stati invece affidati da Phil Jackson a Jeff Hornacek, reduce dall'esperienza ai Phoenix Suns, ora sotto la guida di Earl Watson, mentre Dave Jorger e Frank Vogel hanno preso in mano le redini di Sacramento Kings e Orlando Magic.

Mike D'Antoni. Fonte: HoustonCrohnicle.com
Mike D'Antoni. Fonte: HoustonChronicle.com

La corsa all'Est. Sei finali Nba consecutive dovrebbero essere di per sè sufficienti per capire quale squadra sia la chiara favorita per la vittoria della Eastern Conference. I Cleveland Cavaliers di LeBron James, ma anche di Kevin Love e Kyrie Irving, partono davanti a tutti sul fronte orientale. Alle loro spalle, in un'ideale griglia di partenza, ecco i Boston Celtics, che hanno inserito Al Horford in un contesto di pallacanestro estremamente interessante. Il resto è un'enorme incognita: dagli Atlanta Hawks dell'idolo di casa Dwight Howard, ai Knicks di Rose, Anthony e Porzingis, ai nuovi Chicago Bulls di Dwyane Wade, Jimmy Butler e Rajon Rondo, passando per gli Indiana Pacers, i Toronto Raptors e i Miami Heat, sono tante le squadre che reclamano quantomeno un posto in semifinale ai playoffs. Conference molto equilibrata (Cavs a parte), dove lotteranno con tutti anche Milwaukee, Detroit, Charlotte e Washington, mentre Philadelphia, Orlando e soprattutto Brooklyn sembrano destinate a un'altra annata di sofferenze.

Al Horford. Fonte: BostonHerald.com
Al Horford. Fonte: BostonHerald.com

La corsa all'Ovest. Anche qui i favoriti d'obbligo sono i Golden State Warriors, che hanno acquisito un fuoriclasse come Kevin Durant, perdendo però alcuni tasselli importanti del loro mosaico (Bogut, Barbosa, Speights, Barnes tra gli altri). Depotenziati gli Oklahoma City Thunder, che si affideranno ai due lunghi Adams-Kanter come spalle di uno già scatenato Russell Westbrook. Guai a sottovalutare gli uomini di Donovan, ai playoffs potrebbero infastidire chiunque. Tutta da verificare la tenuta dei San Antonio Spurs orfani di Tim Duncan, ma con un Pau Gasol in più e con il solito Gregg Popovich garanzia di organizzazione e successo. Ultima chiamata probabilmente per i Los Angeles Clippers di Doc Rivers, all'anno del più classico dei "now or never" con il trio formato da Chris Paul, Blake Griffin e DeAndre Jordan. Mine vaganti pronte a esplodere i Portland Trail Blazers di Terry Stotts, sorprendenti lo scorso anno e ora pronti a un altro salto di qualità, e gli Houston Rockets della mente D'Antoni e del braccio Harden. Le altre lotteranno per un posto in postseason: ci sperano i Dallas Mavericks, gli Utah Jazz, i Memphis Grizzlies, i Minnesota Timberwolves e, perchè no, i Los Angeles Lakers del nuovo corso targato Luke Walton. Stagione più complicata invece per Denver Nuggets, Phoenix Suns, New Orleans Pelicans e Sacramento Kings, nonostante ognuna di loro abbia diversi motivi per lasciarsi guardare (da Danilo Gallinari a Devin Booker, da Anthony Davis a DeMarcus Cousins).

Russell Westbrook. Fonte: FanSided.com
Russell Westbrook. Fonte: FanSided.com

La corsa all'MVP. Il tris di Stephen Curry è meno scontato di quanto possa apparire. "Preparatevi a una stagione con meno triple per Steph", ha avvertito il suo allenatore Steve Kerr, quasi presagendo difficoltà dovute anche dalla convivenza con Kevin Durant. Ecco perchè LeBron James potrebbe tornare a vincere l'ambito premio, nonostante la concorrenza sia particolarmente agguerrita. Chris Paul e Blake Griffin ci proveranno per i Clips, Kawhi Leonard per gli Spurs, Russell Westbrook per i Thunder, Damian Lillard per Portland, James Harden per Houston. Non conteranno solo i numeri, ma soprattutto l'impatto con il resto della lega (anche KD è ovviamente in lizza).

Steph Curry e Damian Lillard. Fonte: KOIN.com
Steph Curry e Damian Lillard. Fonte: KOIN.com

Manu e Dirk. A proposito di giocatori d'area FIBA, eccone due che distilleranno ancora lampi di talento inarrivabile. Manu Ginobili, (ultima avventura, ma nulla è sicuro con l'argentino) e Dirk Nowitzki sono ancora uomini fondamentali per San Antonio e Dallas.

Ginobili e Nowitzki. Fonte: Zimbio.com
Ginobili e Nowitzki. Fonte: Zimbio.com

Dieci anni fa una giocata dell'uno sull'altro (gioco da tre punti del tedesco proprio contro Manu) decise in buona misura la finalista dell'Ovest (i Mavs di Avery Johnson, sconfitti poi in rimonta dai Miami Heat di Pat Riley). Un decennio dopo sono ancora lì. Stesse maglie, qualche titolo in più, acciacchi assortiti, ma ancora medesima capacità di incantare.