L'opening night NBA è alle porte. La preseason è terminata, le varie franchigie hanno avuto possibilità di oliare al meglio quel mix psico-fisico tra coach, giocatori ed ambiente che risulterà cruciale per raggiungere gli obiettivi stagionali, o quantomeno per provarci. Eppure, anche se oramai i giochi sembrano fatti, il panorama delle trade offre ancora occasioni ghiotte, e qualche front-office potrebbe approfittarne per limare o rintuzzare un determinato aspetto del proprio roster.

È quello che staranno pensando sicuramente dalle parti di Cleveland: l'esubero sarebbe Iman Shumpert, che col suo contratto da (altri) tre anni garantiti per oltre 30 milioni di sterline e le sue prestazioni non proprio invidiabili nella scorsa stagione, rappresenta l'indiziato numero uno per lasciare l'Ohio. I nove milioni garantiti per questa stagione andrebbero a scalare invece dalla mostruosa somma di 122.000.000 dollari che la proprietà dovrà sborsare per gli stipendi dei soli giocatori. A questi si aggiungono i 54 di “sanzione”, la cosiddetta luxury tax, imposti dalla NBA ai suoi team che non rispettano il tetto salariale, quest'anno fissato a circa 95 milioni di dollari, e che poi verrà ridistribuita in parti uguali tra le franchigie che invece rientrano nella fascia.

Insomma, impegno oneroso di spessore quello dei Cavaliers: ecco perché Shumpert potrebbe lasciare la corte di LeBron James, e tra i team in pole position ci sono i Minnesota Timberwolves del tuttofare (coach e gm) Tom Thibodeau: la trattativa avrebbe del clamoroso e vedrebbe coinvolto Ricky Rubio. La point guard catalana non è stata quel craque che tutti si aspettavano, ed oramai da anni alterna nottate da sogno ad altre da anonimato. Aria nuova e qualche luce puntata in meno potrebbero fargli comodo, senza contare che proprio Thibodeau ha già battezzato il successore dell'ex-Barcellona, riconoscendolo nel rookie Kris Dunn, incaricato di rilevare il suo “collega” come titolare a stagione in corso.

Tralasciando i corollari della trade, tra cui potrebbe rientrare il freshman Tyus Jones, se lo scambio andasse in porto potrebbe cambiare molto nelle alchemie di squadra delle due franchigie. Come già detto, infatti, Cleveland potrebbe guadagnare un degno rimpiazzo per Kyrie Irving, dato l'addio di Matt Dellavedova ed il ritiro del veterano Mo Williams. Certo, Rubio non è un tiratore dall'arco affidabile, ma potrebbe garantire punti in penetrazione e dalla media, oltre che gestire la palla nei momenti in cui lo stesso James non è in campo. Senza contare, appunto, la possibile semi-rinascita del talentino spagnolo con pressione praticamente zero.

Dall'altra parte, invece, anche Shumpert potrebbe cercare un nuovo inizio in quel di Minnesota. In una squadra giovane e con tanta voglia di dimostrare, l'ex-Knicks potrebbe perdere un po' di quella svogliatezza che spesso i suoi tifosi gli contestano. Allo stesso tempo, Iman non avrebbe il peso di dover segnare sempre e comunque perchè “l'assist arriva da LeBron”, né di essere chiamato in causa solo ed esclusivamente sugli scarichi. Mettendo palla per terra più spesso, sarebbe più facile entrare nel ritmo del gioco.

Allo stesso modo, però, i due elementi potrebbero fare fatica a calarsi nei rispettivi sistemi di gioco, smussando gli angoli della propria pallacanestro e lavorando sui difetti storici. Insomma, la possibile trade avrebbe un esito a tuttora imprevedibile, e, qualora andasse in porto, le risposte non arriveranno prima di qualche mese.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.