Tony Parker o Patty Mills? Questo non è il dilemma, per Gregg Popovich. L'avvio di stagione dei San Antonio Spurs ha messo in luce diverse difficoltà su entrambi i lati del campo, lacune parzialmente colmate dalla straordinaria vena di Kawhi Leonard, ma ancora in fase di aggiustamento e perfezionamento. Il maggior cambiamento rispetto alla rodata armata antecedente al ritiro di Duncan è ovviamente la sostituzione del lungo caraibico con Pau Gasol, professore in una metà campo, alunno indisciplinato nell'altra, quella difensiva, ovviamente. Il secondo, non meno importante, è la gestione del back-court, la quale ha per ora rappresentato un percorso a ostacoli causato dai problemi fisici di Danny Green.

In questo contesto si è inserito lucidamente Patty Mills, il vero sesto uomo degli ultimi anni nero-argento: Bala-Pat si è ritagliato un posto in quintetto, offrendo prestazioni di livello, riuscendo sia in un miglioramento meramente statistico che in una crescita dal punto di vista di impatto sulla gara da starter. Contemporaneamente si è verificata la discesa del collega Tony Parker, sceso di colpi già da un paio d'anni, ma non per questo meno importante nella testa di coach Pop. A primo acchito sembra immediato pensare al logico passaggio del testimone, un'inversione di tendenza e di gerarchie, una mini-rivoluzione a proprio modo, ma l'idea di promuovere l'australiano in quintetto snobbando il franco-belga, o comunque facendolo uscire dalla panchina, assomiglia più che altro a un rischio non calcolato con effetti potenzialmente devastanti in negativo.

Fonte immagine: San Antonio Express-News
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Il ball-movement potrebbe essere la prima vittima di questo cambiamento. Nelle partite con Mills in campo l'attacco ha dato l'impressione di rimanere più fermo, fondarsi eccessivamente sugli isolamenti di Leonard e sui post dei lunghi, con conseguenze dirette sulla difesa, perchè Gasol riesce a combinare qualcosa nella propria metà campo in frangenti di gara positivi anche dall'altra parte. L'ex Blazers, si sa, è un tipo di giocatore energico, una vespa impazzita sempre in movimento e pronta a farsi trovare per sfruttare l'ottimo raggio di tiro che possiede, ma difficilmente riesce ad attaccare il ferro in uno-contro-uno, anche sfruttando un eventuale pick&roll. Paradossalmente, potrebbe funzionare meglio come bloccante.

Non è infatti un caso che siano rari i momenti della partita in cui Mills è in campo senza a fianco uno tra Parker e Ginobili. L'argentino è il vero vice-Parker della situazione, colui abituato a giocare il pick&roll centrale e iniziare l'azione, anche attaccando il ferro - più raramente per la verità, ma la carta d'identità pone amari limiti a chiunque. Mills in questo tipo di situazione resta sul perimetro, si muove da shooting guard. Facile e lecito pensare che la reale professione dell'australiano in NBA sia infatti questa, essendo il suo playmaking eccessivamente scolastico.

Anche l'apporto difensivo che offre Mills è encomiabile in quanto a generosità, ma ogni tanto pecca di eccessiva foga, anche se resta uno dei migliori giocatori nella lettura delle linee di penetrazione. Si potrebbe affermare che Bala-Pat è uno che sta sempre al posto giusto al momento giusto, e che per arrivarci sappia sempre prendere la strada migliore nella maniera più rapida possibile.

Fonte immagine: Hoops Habit
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Parker è invece un giocatore quasi diametralmente opposto, abituato a giocare il pick&roll a inizio azione per attaccare il ferro, specialità della casa se ce n'è una, creando letteralmente scompiglio nella difesa. Non è un caso che l'anno scorso i periodi più difficili si siano manifestati quando il franco-belga è risultato sotto tono: quando non attaccava il ferro, la squadra faceva una fatica tremenda a girare. Ora, con l'arrivo di un lungo dalle mani buone e dalla visione offensiva celestiale come è Gasol, queste difficoltà si sono attenuate, ma riemergono quando lo spagnolo non è in serata o quando le percentuali di squadra si abbassano.

Le stagioni passate e l'inizio di questa hanno evidenziato che la miglior versione degli Spurs, a livello assoluto, è quella che inizia l'azione con Parker che attacca il ferro, che legge le situazioni e ha gli scarichi a sua completa disposizione. Quest'anno più che mai San Antonio può contare su un elevato numero di ottimi tiratori, a partire dai due lunghi, attaccanti a tutto tondo innescabili da ogni posizione, ma il problema della palla troppo ferma potrebbe rappresentare un freno alle ambizioni dei nero-argento. Per questa ragione Popovich ha un disperato bisogno del franco-belga nella sua migliore versione, non la attuale - è peggiorato statisticamente ovunque, ma non solo.

Contro Sacramento si sono visti sprazzi del vero Parker.

Alla luce di questo, Mills non può sostituire Tony Parker, perchè significherebbe snaturare parzialmente determinate caratteristiche di una squadra, rischiando di esplorare un territorio vasto e parzialmente sconosciuto: il lasso di tempo richiesto per le nuove scoperte potrebbe però apparire enorme rispetto all'età anagrafica dei Gasol, dei Ginobili, di Parker stesso. Un cambiamento in futuro è possibile e non si esclude, ma questo futuro non è certamente prossimo al nostro tempo. Al momento San Antonio può solo sperare di recuperare il miglior Parker disponibile, e questo auspicio non appare forse così lontano dalla realtà dei fatti.