Los Angeles Lakers - Utah Jazz 101-107

Terza sconfitta di fila per i Los Angeles Lakers di Luke Walton, che affrontano così il primo, duro, momento della stagione. Davanti al pubblico di casa i gialloviola cedono alla quadratura ed alla compattezza degli Utah Jazz, probabili rivali per l'ottava piazza ad ovest, che sfruttano il terzo quarto per piazzare il break decisivo ed archiviare la pratica. Una gara molto intensa fin dalle prime battute, che vede partire gli ospiti con il piede giusto: Exum firma sette dei primi quattordici punti dei Jazz, mentre i Lakers si aggrappano all'ingresso in campo di Williams per iniziare a mettere fieno in cascina e pareggiare a quota 26 alla prima sirena. Anche se stentano a trovare ritmo e fiducia in attacco, i padroni di casa restano aggrappati alla gara grazie alle individualità, faticando però e non poco contro la difesa organizzata di Snyder. Clarkson prova a mettersi in proprio a metà secondo quarto rispondendo alle iniziative di Diaw e Hayward, con l'equilibrio del match che non si schioda fino all'avvio di terzo quarto. Utah entra con un piglio diverso in campo e, soprattutto difensivamente, crea i presupposti per scappare via nel punteggio: il 7-0 firmato ancora da Hayward e Gobert fa suonare un primo campanello d'allarme in casa Lakers, che non riescono però a scuotersi e soffrono tremendamente le giocate offensive del prodotto di Butler University. Il centro francese firma addirittura il più 18 (71-53) con i gialloviola che si sbloccano grazie al tiro libero di Black dopo cinque minuti di secondo tempo. Nonostante il solito Lou Williams, gli ospiti tengono intatto il vantaggio fino alla penultima sirena, archiviando di fatto la gara e rendendo vani i tentativi di rimonta finali dei padroni di casa: l'ex guardia di Atlanta riesce a firmare il -3 a tre minuti e mezzo dal termine, ma è la tripla di Hood qualche secondo dopo a tagliare le gambe alle velleità di successo dei Lakers.

Lakers - Williams 38, Clarkson 17, Randle 11 e 11 rimbalzi.
Jazz - Hayward 23, Hood 16, Gobert 14 e 17 rimbalzi.

Golden State Warriors - Indiana Pacers 142-106

Non c'è partita alla Oracle Arena di San Francisco, dove i vice campioni NBA si abbattono sugli Indiana Pacers reduci dal successo nella notte precedente contro i Clippers. La sindrome da pancia piena, con annesso fisiologico appannamento fisico ventiquattro ore dopo, e la pioggia di triple che si abbatte sui Pacers, determina il rotondo 80-50 con il quale si chiude il primo tempo. I buoi scappano dalla stalla già nel primo periodo, quando si inizia a capire il tipo di serata balistica che potrebbero avere i padroni di casa: i tre splash brothers si dividono quasi equamente i tiri, con Thompson che alla prima pausa firma 17 personali. La sfida perde di interesse con il passare dei minuti, con il vantaggio che viene implementato da West e dal ritorno in campo di Curry, Durant e soci che mette fine molto presto al tentativo di tornare in partita firmato da Stuckey e Miles. Le tre triple consecutive di Thompson a metà periodo spaccano in due la contesa, prima che Curry termini l'opera firmando il più trenta all'intervallo lungo. La ripresa è solo per onor di firma e per andare a caccia di record, con i Warriors che giocano per mettere in ritmo il più possibile Thompson: saranno 21 i canestri realizzati dalla guardia dei Warriors - 8/14 da tre con il 63% complessivo dal campo - a fine gara. Per Indiana 21 di George e 16 di Teague ininfluenti.

Warriors - Thompson 60, Durant 20, Curry 13 e 11 assist.
Pacers - George 21, Teague 16, Young 10.

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