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NBA - La difesa dei Rockets rinasce: il segreto si chiama Patrick Beverley

La point guard al servizio di D'Antoni è stata assoluta protagonista delle ultime uscite di Houston, lanciata alla quinta vittoria di fila con il 102-99 sui Thunder. Beverley, in questa occasione, ha dimostrato di poter reggere anche l'intensità dell'uomo del momento: Russel Westbrook.

NBA - La difesa dei Rockets rinasce: il segreto si chiama Patrick Beverley
Fonte immagine: twitter @HoopsHabit
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Di Stefano Fontana

Dal suo rientro dopo l'operazione al ginocchio, è indubbio che Patrick Beverley stia rappresentando un'arma nascosta di valore per la stagione degli Houston Rockets. La point guard originaria di Chicago sta riuscendo a mettere sul campo tutto il suo atletismo e la sua cattiveria difensiva, fino anche a colmare le mancanze dei compagni di squadra. Ieri sera, nel suo primo incontro stagionale con Russell Westbrook e i suoi Oklahoma City Thunder, ha dato il suo contributo per la quinta vittoria (102-99) consecutiva, marcando praticamente come un'ombra proprio l'uomo del momento.
Questo non ha impedito a RW di portare in cascina la settima tripla-doppia consecutiva (pareggiato il record di Michael Jordan), ma ha creato molte difficoltà ai Thunder nei momenti decisivi di un match tiratissimo. Lo stesso Westbrook chuderà con un 2/12 dal campo e due palle perse nei minuti giocati contro il numero 1 avversario. Andando oltre le statistiche, però, c'è un altro dato da leggere con attenzione: su dodici tentativi, dieci sono stati contestati proprio da Beverley, compresa la tripla finale che avrebbe potuto rimettere in corsa la franchigia dell'Oklahoma. Con lui in panchina, invece, la stella avversaria viaggiava quasi al 50%: 13 tentativi, 6 realizzazioni.
Ovviamente, una carica emotiva del genere investe anche i compagni di squadra, alzando l'asticella difensiva di tutto il team, cosa abbastanza fuori dal comune per i Rockets del recente passato, protagonisti, in media, di diverse amnesie spalle a canestro nel corso dei 48 minuti.

Il momento chiave, comunque, è stato nel finale: con i Thunder ad un solo punto di distanza e una dozzina di secondi sul cronometro, la palla è finita in mano, ovviamente, a Westbrook. Il tiro, contestato, si è rivelato cortissimo, permettendo ai Rockets di raccogliere il rimbalzo, subire il fallo e trasformare i due liberi del +3 con Ariza. Nell'ultimo possesso, la tripla del pareggio è stata affidata a Morrow; sull'errore, indovinate chi si è fiondato a rimbalzo? Esatto, Beverley.
A riguardo, ha parlato lo stesso Pat B: “Abbiamo cercato di fargli sentire il fisico, di portarlo in area e rendergli difficile la giocata. Siamo stati fortunati. Lui è un grandissimo, davvero grande giocatore, quindi siamo stati fortunati a portare a casa la partita”.

Dopo il match si è presentato ai microfoni anche Mike D'Antoni, dalla scorsa estate head coach in quel di Houston. “Penso che si possa iniziare a parlare di noi come una delle squadre principali per la Western Conference. Per ora c'è ancora poco da dire, ma ci siamo. Tuttavia è ancora molto presto, dobbiamo lavorare e migliorarci”.
Lo stesso D'Antoni è stato protagonista di un siparietto molto curioso con il suo giocatore: dopo l'ultima sirena, Beverley è corso dal suo allenatore, in preda all'adrenalina, sbattendo due volte il suo petto su quello dell'ex-Lakers, che ha ricambiato con un sorriso ed un paio di pacche sulla spalla. “L'ho quasi ribaltato sul tavolo degli arbitri” ha riconosciuto ridendo proprio il play da Chicago, “ho quasi fatto fuori D'Antoni! Ma è il mio uomo”.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.