Los Angeles Lakers - San Antonio Spurs 98-119

E' sufficiente un primo quarto di altissima intensità, ai San Antonio Spurs, per archiviare la pratica Los Angeles Lakers. I trentasette punti messi a referto dagli ospiti allo Staples Center nel matinée della NBA, confezionati dal solito Leonard e da un positivo Aldridge, scavano il solco nel punteggio già dai primi minuti, rendendo vani gli sforzi di contenere il passivo di Russell e compagni. Gli ingressi in campo di Gasol, ex di giornata, e Mills spaccano ulteriormente in due la contesa, con le due triple del catalano che fanno volare gli Spurs sopra di 18, doppiando i Lakers. Gara già in ghiaccio e virtualmente chiusa, con San Antonio che gestisce quasi sempre con relativa serenità i tentativi di Ingram e soci di tornare in partita. Il vantaggio non scende mai sotto la doppia cifra, toccando i venti punti all'intervallo. Pochi gli spunti degni di nota in una piatta ripresa, che vede Ingram ergersi a protagonista dell'attacco dei Lakers, collezionando 22 punti personali a fine serata. 

Oklahoma City Thunder - New Orleans Pelicans 118-110

Nel nome del solito Russell Westbrook, e dell'oramai solita tripla doppia (ventinovesima!) da 41 punti, 11 rimbalzi ed altrettanti assist, gli Oklahoma City Thunder battono i New Orleans Pelicans al termine di una sfida molto equilibrata per tre quarti e mezzo, prima dell'arrivo del tornado con il numero zero. Davis e Cousins iniziano a capirsi, cercandosi con insistenza e maggiore collaborazione: il primo è autore di un fantastico primo quarto (24 punti, record di franchigia), trascinando gli ospiti subito avanti nel punteggio. Sono le triple di Roberson e Abrines a permettere ai Thunder di impattare poco prima della prima sirena. La sfida non si sposta dai binari dell'equilibrio, con l'intento chiarissimo dei Pelicans di cavalcare la coppia di torri in post. Di contro, tuttavia, l'alchimia sui due lati del campo del quintetto dei Thunder sembra farsi preferire, nonostante l'assunto paradossale. Westbrook mette in condizione di segnare Adams prima e Kanter successivamente, suoi bersagli preferiti, prima di mettersi in proprio nel momento del bisogno: a metà quarta frazione sono suoi otto dei dieci punti con i quali i Thunder scavano il gap che risulterà decisivo. I due missili di Russell tagliano le gambe a Cousins ed ai suoi, che nonostante gli sforzi non riescono più a riprendere il comando delle operazioni. Dalla lunetta Westbrook firma i suoi 41 punti, sigillando la vittoria dei Thunder. 

Los Angeles Clippers - Charlotte Hornets 124-121

Giusto il tempo di cambiarsi l'abito e lo Staples Center riapre i battenti qualche ora dopo l'apparizione dei Lakers per l'arrivo dei fratelli Clippers, che rispetto ai gialloviola difendono con maggiore vigoria il fattore campo. L'avvio di gara di Paul e soci è di assoluto livello, difensivamente e, come al solito, offensivamente: Griffin martella ripetutamente il canestro ospite alternandosi perfettamente con Jordan e con le soluzioni perimetrali che vedono Redick protagonista quasi infallibile. Il vantaggio dei padroni di casa, di otto lunghezze alla prima pausa, non viene incrementato nel secondo periodo, complice una maggiore reattività nelle due metà campo degli Hornets, che sfruttano un ottimo Lamb che, unito al duo Walker-Batum riesce a tenere a galla i viaggianti. Al ritorno sul parquet i Clippers sembrano intenzionati a dare la spallata definitiva all'incontro, volando persino sul più 17 (68-51), ma Walker, Kaminski e Batum confezionano immediatamente il 13-0 di parziale che rimette in discussione la contesa. L'equilibrio non si schioda più fino alle battute conclusive, nonostante un Griffin extralusso dalla distanza e non solo. Il più cinque dei padroni di casa sembra definitivo a 50" secondi dal termine, ma Batum prima e Walker successivamente da tre impattano rimandando il discorso all'overtime. Lo stesso francese, in collaborazione con Lamb, non fanno scappare i Clippers, pareggiando i conti a quota 120 a 30" dal termine. Il libero di Griffin spariglia le carte, Walker perde una sanguinosissima palla che permette a DeAndre Jordan di sigillare la vittoria con la schiacciata conclusiva.