"Nada Land". E' questo il titolo odierno scelto dalla redazione del New York Daily News per l'inserto sportivo del quotidiano della Grande Mela. Chiaro il riferimento al film più in voga di questo periodo (La La Land, che ha fatto incetta di premi durante la notte degli Oscar), e alla disastrosa situazione in casa Knicks, con Carmelo Anthony che sbaglia il tiro della vittoria contro i Toronto Raptors, Joakim Noah infortunato e con ogni probabilità fuori fino a fine stagione, e con Brandon Jennings appena tagliato dal roster, un'ammissione implicita di colpevolezza per quanto riguarda il lavoro fatto durante la scorsa estate di free agency.

La prima pagina dell'inserto sportivo del New York Daily News.

Ed è proprio sulle scelte di pochi mesi fa che si gioca la vera partita sul futuro della franchigia. Phil Jackson, che ha da tempo esaurito il suo credito con stampa e tifosi newyorchesi, si prepara infatti a un'altra rivoluzione estiva, dopo aver provato ad anticiparla solo pochi giorni fa, quando sembrava che Derrick Rose dovesse essere scambiato per Ricky Rubio e finire così ai Minnesota Timberwolves. Un divorzio, quello tra Rose e i Knicks, che si consumerà quasi certamente a fine stagione: l'MVP della regular season 2011 è infatti in scadenza di contratto (oltre 21 milioni a bilancio nella stagione in corso), e Jackson non sembra intenzionato a votargli nuovamente la fiducia, specie al termine di un anno in cui l'ex stella dei Bulls ha fatto spesso parlare di sè più per vicende extracampo (come nel caso della fuga notturna a Chicago prima della gara contro i New Orleans Pelicans), che per il suo rendimento sul parquet. D'altronde, Rose non è mai stata la prima scelta di Jackson, bensì un ripiego, come confessato solo qualche mese fa dallo stesso maestro zen: "Non è il giocatore ideale per l'attacco triangolo - disse lo zio Phil a proposito del nuovo arrivato, in cambio di Robin Lopez e Jerian Grant - ma non siamo riusciti ad acquisire una delle point guard che ci interessavano, come Mike Conley". Dichiarazioni che evidentemente Rose non ha dimenticato, rispondendo con un commento non proprio entusiasta a proposito della triple post offense, derubricata a "basket random, che costringe la point guard della squadra a passare la palla e a mettersi nell'angolo".

Derrick Rose. Fonte: Nathaniel S. Butler/NBAE/Getty Images
Derrick Rose. Fonte: Nathaniel S. Butler/NBAE/Getty Images

Ecco perchè è già partita la caccia al nuovo playmaker dei New York Knicks, ovviamente per la stagione 2017-2018 (per quella in corso si alterneranno lo stesso Rose, Ron Baker e Chasson Randle, richiamato dai Westchester Knicks dopo essere stato rilasciato a inizio anno dai Philadelphia 76ers). Il nome più caldo attualmente è quello di Jrue Holiday dei Pelicans, ventisei anni, unrestricted free agent a partire dal prossimo primo luglio (undici milioni percepiti durante questa stagione). Holiday potrebbe essere il primo tassello del processo di ricostruzione 2.0 che vedrà Phil Jackson impegnato nell'estate newyorchese. Secondo quanto riportato infatti da Ian Begley di Espn, solo Kristaps Porzingis, Willy Hernangomez e Courtney Lee sarebbero intoccabili, uno zoccolo duro a cui potrebbero aggiungersi Justin Holiday e Mindaugas Kuzminskas. Tutti gli altri invece, a partire da Carmelo Anthony, sono e rimarranno sul mercato. Per Anthony si tratterà ovviamente di discutere nuovamente sulla "no trade clause", che consente al giocatore di rifiutare ogni destinazione che non gli sia gradita, mentre per i vari Noah (al momento infortunato), Lance Thomas e Kyle O'Quinn si attendono offerte che possano servire a rinnovare un roster avvitato su se stesso. La situazione Anthony resta intanto ingestibile: Melo ha prima dichiarato di non aver capito quale direzione intenda prendere la franchigia, poi ha fatto parlare di sè la scorsa notte, dopo aver sbagliato il tiro della vittoria contro i Raptors al Madison Square Garden. Un errore che ha scatenato tutta la frustrazione del giocatore, che ha scaraventato a terra la sua fascetta, lasciandosi andare ad espressioni non esattamente oxfordiane: "Ero arrabbiato per come era finita la partita - la spiegazione del diretto interessato - contro Philadelphia avevo segnato un tiro ben più difficile. Questo non dovevo sbagliarlo, la mia rabbia è dovuta solo a questioni di campo". Quel che è invece certo è che i New York Knicks ripartiranno da zero anche tra pochi mesi: a Phil Jackson il compito di ricominciare da capo, stavolta senza ulteriori margini d'errore.