I trattamenti a cui si è sottoposto nelle ultime settimane non hanno dato esiti positivi, e dunque Joel Embiid, il possente centro dei Philapdelphia Sixers, sarà costretto ad operarsi al ginocchio sinistro, articolazione che continua a fare capricci e dare tormento al giovane atleta. La notizia era nell'aria, ma poco fa ha assunto i crismi dell' ufficialità: a riportarlo, sul proprio profilo Twitter, è Marc Stein, nota voce dell'emittente ESPN.

 

La sua attuale franchigia, i Philadelphia Sixers, dopo averle tentate tutte, ed aver percorso tutte le possibili strade per scongiurare un nuovo intervento chirurgico a Big Jojo, hanno ufficializzato l'operazione a cui il proprio tesserato si sottoporrà presumibilmente nei prossimi giorni. Le numerose visite di controllo, a cui il numero 21 della franchigia dell'Amore Fraterno è stato sottoposto, hanno dato tutte lo stesso, medesimo esito, non di certo clemente per il diretto interessato.

Saranno lunghi mesi di convalescenza quelli a cui Joel Embiid dovrà sottoporsi. La forte invasività dell'intervento chirurgico comporterà uno stop di circa 4/6 mesi, e dunque il classe 1994 tornerà a disposizione del team, con ogni probabilità, solo agli inizi della prossima regular season.

Una sfortuna senza fine quella con cui il nativo di Yaoundè sta convivendo negli ultimi anni. Prima la frattura da stress al piede destro nel 2014, che gli ha praticamente fatto saltare le due precedenti stagioni, poi il problema al ginocchio che ha interrotto il buon momento che stava vivendo con i suoi 76ers. In appena 31 partite disputate quest'anno, Big Jojo si è dimostrato un giocatore "Nba ready" e le cifre da lui fatte maturare parlano chiaro: 20.2 punti di media a serata, conditi da 7.8 rimbalzi, a testimonianza della grande efficacia del giocatore su entrambi i lati del campo. Un infortunio che quasi certamente gli costerà il titolo di ROTY (rookie of the year), che potrebbe comunque viaggiare in direzione Philadelphia: difatti, l'esclusione forzata dalla rincorsa al titolo di Embiid, ha spalancato le porte a Dario Saric, il quale è diventato l'indiziato numero uno per alzare il trofeo, proprio su gentile concessione del compagno di squadra. Un compagno tremendamente forte, ma al contempo esageratamente sfortunato, sventurato.