Grazie a un primo quarto praticamente perfetto, e a una partita giocata con grande intelligenza, i Golden State Warriors di Steve Kerr vincono al Toyota Center di Houston contro i Rockets di Mike D'Antoni. Decisivi per i californiani l'avvio di Klay Thompson (25 punti con 10/20 dal campo) e il finale di Steph Curry, a lungo limitato da problemi di falli (32 punti, 11/22 al tiro, 3/11 dall'arco, 10 rimbalzi, 7 assist). Ai texani non bastano invece 24 punti, 13 assist e 11 rimbalzi di un James Harden alle prese con un problema al polso sinistro: Houston paga una partenza sciagurata ed è costretta a rincorrere per il resto della gara. Warriors sempre primi nel ranking della Western Conference, stanotte attesi dalla supersfida dell'AT&T Center contro i San Antonio Spurs di Gregg Popovich. 

A Houston Steve Kerr conferma il rookie Patrick McCaw in quintetto per Durant, e le migliori risposte dalla sua squadra le riceve nella metà campo difensiva. Golden State tiene discretamente contro Harden, sul quale vengono accettati cambi (spesso Klay Thompson e poi Green) e in attacco muove bene la palla trovando i tagli sotto canestro dello Splash Brother numero due, protagonista assoluto del primo quarto degli ospiti. Thompson va a bersaglio anche da tre, mentre i padroni di casa si limitano a prendere tiri nei primi secondi dell'azione, senza però aver costruito granchè. Il solo Eric Gordon sembra caldo dall'arco, mentre Harden e gli altri sparano a salve. L'orchestra Warriors suona alla grande, anche McAdoo dalla panchina ha impatto positivo, McCaw va a bersaglio da tre, e l'entrata in campo di Andre Iguodala produce subito i suoi effetti sui due lati del campo. Curry e Green sono chirurgici: il primo attacca il ferro ricevendo anche in posizione dinamica, il secondo è ovunque in difesa. Houston sbanda vistosamente, alla fine del primo quarto è sotto 20-37, con uno svantaggio che rimane intorno alle venti lunghezze anche all'inizio del secondo periodo. La gara cambia però con il trascorrere dei minuti: Golden State perde qualche pallone di troppo (superficiale Curry), e ad approfittarne sono Sam Dekker e Patrick Beverley, con quest'ultimo che riserva al due volte MVP il solito trattamento di provocazioni e intensità. Curry commette l'errore di cascarci, è costretto a uscire per falli, e i Rockets si rifanno sotto, grazie alla capacità di trovare punti sul pick and roll di James Harden e alla verticalità di Clint Capela, cui i californiani concedono facili canestri al ferro. 

All'intervallo lungo i Warriors sono ancora avanti 52-60, ma il terzo periodo riprende sulla stessa falsariga del secondo: Trevor Ariza sale al proscenio per D'Antoni, Green fa tremare Kerr per una distorsione alla caviglia (fuori dal campo, rientrerà nel finale), Curry perde altri palloni contro un Beverley indemoniato, Thompson sparisce dall'attacco. Il demerito dei Rockets è quello di non riuscire nell'aggancio, avvicinandosi solo a quattro lunghezze di distanza: con Capela che domina contro Pachulia, Kerr decide di mandar dentro JaVale McGee. Il centro ex Nuggets fornisce maggior atletismo a Golden State, che ritrova in qualche modo certezze difensive, si oppone alla grande ai tiri da tre avversari e rimane in testa grazie ad Andre Iguodala, ancora una volta decisivo dalla panchina. La furia dei Rockets continua però ad essere alimentata da James Harden: il Barba non è in gran serata al tiro (5/20), ma è il motore dell'attacco dei Rockets. Su di lui difende splendidamente Thompson, mentre sale di colpi Lou Williams, con Nenè lottatore indomito. Si giunge così nei minuti finali del quarto quarto con la gara ancora in equilibrio: gara decisa dalla difesa dei Warriors, e da un Draymond Green fantastico sui due lati del campo. L'orso ballerino consente a Kerr di schierare il vecchio death line-up, trova due canestri importanti (come altrettanti, un po' casuali, di Matt Barnes), e apre la strada al finale di Steph Curry, che prima segna in penetrazione, poi manda a bersaglio la tripla che stende definitivamente i Rockets. Non bastano infatti a D'Antoni gli ultimi colpi di Harden e Williams: texani k.o., ma comunque pressochè certi del terzo posto a Ovest. 

Houston Rockets (51-23). Punti: Harden 24, Capela 21, Williams 17, Ariza 13, Beverley e Gordon 10. Rimbalzi: Harden 11. Assist: Harden 13.

Golden State Warriors (60-14). Punti: Curry 32, Thompson 25, Green 19, Iguodala 10. Rimbalzi: Curry 10. Assist: Curry 7.