Gli Houston Rockets espugnano la Chesapeake Arena di Oklahoma City per portarsi avanti 3-1 nella serie e lo fanno al termine di una gara equilibrata, intensa ed emozionante, soprattutto nella seconda metà dell’ultimo quarto. Non basta un’altra tripla doppia di Westbrook (35 punti, 14 rimbalzi e 14 assist), la terza consecutiva (solo Chamberlain come lui nella post-season) e la 45esima stagionale, diventando il primo uomo della storia dei playoff a realizzarne tre di fila con almeno 30 punti. Per i padroni di casa bene anche Adams con 18 punti, 7 rimbalzi e 8/10 dal campo e Oladipo, in crescita e autore di una prestazione da 15 punti con il 70% al tiro. Ma tutto questo non è servito a diminuire la dipendenza di questa squadra dal futuro (?) MVP, come dimostra il differenziale di OKC quando questi è in campo – 39 minuti oggi - e quando invece è costretto a riposarsi: +14 nel primo caso, -18 nel secondo.

Ai Thunder non è bastata nemmeno una delle peggiori partite dell’anno di Harden (16 punti, 5/16 dal campo e 0/7 dai 7,25 m e 7 palle perse), che però è riuscito comunque a dare un contributo importante nei minuti finali. A salvare i Rockets sono stati soprattutto gli uomini usciti dalla panchina, ovvero Nené -28 punti, 12 canestri segnati su altrettanti tentativi, 10 palloni conquistati sotto le plance e +24 di plus/minus – Gordon e Williams (18 punti per entrambi). Importante anche il contributo di Ariza, il quale ha chiuso con 14 punti che hanno tenuto a galla i suoi nella prima parte della sfida. Alla fine, in una parte finale del match concitata e piena di viaggi in lunetta, è stato decisivo proprio il rendimento dalla linea della carità: 18/32 per i padroni di casa, 28/33 per Houston, che tra meno di 48 ore avrà la chance di qualificarsi per il secondo turno.

Si inizia con OKC che gioca molto in post-basso, specialmente con Westbrook e Gibson – reduce dai 20 punti con 10/13 dal campo di gara-3 -, mentre Houston sembra assente dalla partita sotto il profilo psicologico, mettendo poca energia sul parquet. In questo senso è emblematica la stoppata di Roberson su Gordon, con Grant che dall’altra parte schiaccia il 19-9 a 5 minuti dalla fine del primo quarto. Negli ultimi 2 minuti da un lato Nené cerca di scuotere i suoi mettendo molta intensità in campo e regalando diverse seconde opportunità ai Rockets, dall’altro Donovan fa riposare Westbrook, subendo però la mini-rimonta dei Rockets, guidati soprattutto da Ariza, che nel primo periodo mette a referto 8 punti con 2/4 al tiro: 26-22.

All’inizio della seconda frazione di gioco è Harden a rimanere in panchina, con Williams a guidare il secondo quintetto di Houston, che però non trova ritmo e mostra ancora un po’ di superficialità e poca cattiveria agonistica, al contrario di OKC, che al rientro del suo leader ricomincia ad azzannare gli avversari prima a rimbalzo difensivo e poi con le chiusure al ferro, soprattutto con Adams: 46-39 a metà quarto. Nené e Gordon riavvicinano subito Houston, che però continua a non difendere su Roberson, il quale la punisce con i tagli esterni (male Harden su di lui). Si va negli spogliatoi con un palleggio,arresto e tiro di Westbrook, già in tripla doppia, che fissa lo score sul 58-54.

Al rientro Harden perde un paio di palle – già 4 in totale fin qui – e OKC scappa subito avanti di 14 lunghezze grazie a due canestri in contropiede di Oladipo e a un altro chiuso da Adams. I Rockets tentano di ritrovare ritmo e ball movement con una tripla dall’angolo destro di Beverley e una di Gordon dall’altra parte: 70-64 con 5’58” sul cronometro. Harden non vede mai il canestro – 8 punti, 2/11 dal campo e 0/5 dall’arco nei primi 36 minuti di gioco – ma Ariza trova una bomba importantissima per il -4 a 20” dalla fine. Williams ruba la palla a Cole, ma il Barba calcola male i tempi e non riesce ad organizzare un tiro per chiudere il terzo quarto, che vede OKC in vantaggio 77-73.

Il quarto periodo inizia con Houston determinata a sfruttare la temporanea assenza dal campo di Westbrook e lo fa portandosi in vantaggio con una tripla di Anderson e un gioco da tre punti di Williams. OKC risponde con una tripla di RW e due schiacciate di Grant (sulla seconda bello scarico di Russ). A 6’14” dalla fine il punteggio è 87 pari e tutto è pronto per un finale intenso e incerto fino all’ultimo secondo. Westbrook mette a segno 6 punti senza alcun senso, D’Antoni ordina l’hack-a-Roberson, il quale in quattro viaggi in lunetta fa 2/8. Harden “trova” tre tiri liberi alla sua classica maniera – ovvero cercando il braccio dell’avversario molto prima di iniziare il movimento di tiro. Nell’azione successiva Harden chiude al ferro il +5 con 3’30” da giocare. Westbrook ricuce con tre punti dalla linea della carità, ma Gordon trova una tripla importantissima. Westbrook ne mette due in penetrazione – ancora male Harden in difesa – Williams dall’arco trova solo il ferro, ma Nené mette il tap-in vincente. Oladipo trova tre punti in quello che ormai è un finale pazzesco. 

La Chesapeake Arena è calda per gli ultimi 78 secondi, che iniziano con Houston avanti 105-103. Nené sbaglia un libero ma mette il secondo; Westbrook attacca contro tutta Houston e perde la palla; Harden lo imita, ma alla fine riesce a trovare un tiro dal mid-range che trova il fondo della retina: 108-103 a 41 secondi dalla sirena. Il numero 0 di OKC spara a salve e sbaglia due bombe da 8 metri, ma Harden perde la palla. Adams mette il primo libero, sbaglia apposta il secondo per poi dare la palla in mano a Westbrook, che da centrocampo la tripla del -1 con 18” da giocare. Nené risponde con il layup e il libero supplementare che danno il +4 ai Rockets a 11” dal gong. Abrines mette il tap-in del -2; subito dopo il numero 0 riesce quasi a perfezionare il recupero sulla rimessa avversaria, ma non ci riesce. Gordon fa 2/2 dalla lunetta, Beverley toglie la palla dalle mani di Westbrook e pone fine alla gara, che finisce 113-109 in favore di Houston.

Gabriele Ferrara.