E' stato il grande protagonista della stagione dei Boston Celtics di Brad Stevens. Isaiah Thomas, il piccolo grande uomo con la maglia biancoverde numero quattro, si è affermato definitivamente tra i migliori giocatori NBA, attirandosi simpatie e solidarietà degli appassionati, anche per la tragedia - vissuta a inizio playoffs - della prematura scomparsa della sorella. Ora per Thomas è tempo di pensare al futuro, un futuro che lo vede legato a Boston fino al 2018 (quando sarà unrestricted free agent), e su cui aleggia il punto interrogativo relativo all'infortunio all'anca destra, aggravatosi durante la serie di Finale di Conference contro i Cleveland Cavaliers. 

Isaiah Thomas. Fonte: Tim Bradbury/Getty Images

Risolvere il problema all'anca con un intervento chirurgico non sembra essere la soluzione preferita da Thomas: "Ora come ora, l'operazione non è l'opzione numero uno - le parole di Isaiah riportate da Chris Forsberg di Espn - ma potrebbe diventarlo appena sparirà il gonfiore. A breve faremo un'altra risonanza magnetica, per poi decidere insieme il percorso terapeutico e riabilitativo. Spero di non dover essere operato, anche se so che è una delle alternative sul tappeto. Farò ciò che mi garantirà di rimanere in buone condizioni fisiche nel lungo periodo: è ciò che hanno detto anche coach Brad Stevens e Danny Ainge (presidente dei Celtics, ndr), il che spiega che tipo di persone siano. Si preoccupano di me come persona, non solo come giocatore di pallacanestro, mi supportano per quanto possibile, ma ora tocca a me uscire da questa situazione e tornare a giocare ad alti livelli. Ho in programma di giocare fino a quarant'anni, e non a livelli normali, ma a livelli da MVP. Lo staff medico e i preparatori dei Celtics mi conoscono, sanno cosa voglio: solo tornare più forte di prima. E' stato difficilissimo non poter proseguire durante le Finali di Conference: non ero mai arrivato a quel punto nei playoffs ed è stata dura accettare di doversi fermare, ma ho capito che avrei dovuto pensare a ciò che contava di più". Parole chiare per definire la propria stagione: "Quanto accaduto mi ha fatto comprendere quanto velocemente si possa perdere qualsiasi cosa. E' stata la miglior stagione della mia carriera, ma allo stesso tempo l'anno più duro della mia vita".

LeBron James e Isaiah Thomas. Fonte: Ken Blaze/USAToday

Subito dopo, in linea con il senso delle exit interviews di fine stagione, uno sguardo al futuro, al suo contratto con i Celtics e alla volontà di rendere sempre più competitiva la franchigia del TD Garden: "Abbiamo bisogno di trovare il miglior giocatore possibile per questa squadra - prosegue IT - che ci aiuti a vincere. Sono pronto a fare qualsiasi cosa per dare una mano a Danny (Ainge, ndr) e all'intera organizzazione per portare giocatori di talento in questa città. Mi interessa solo vincere, ed essere arrivati così vicini alle Finals non fa altro che aumentare la voglia di costruire una squadra vincente". Nessuna fretta per quanto riguarda il rinnovo di contratto: "C'è tempo per parlare di quello. Tutti sanno cosa posso portare ai Celtics, ma ci sono cose che non posso controllare. Qualsiasi cosa accadrà quest'estate, andrà bene. In caso contrario, aspetteremo l'anno prossimo per vedere cosa succederà. So che un rinnovo di contratto significherebbe guadagnare di più, ma se questa extension non dovesse verificarsi quest'estate, sarei l'ultima persona che ci rimarrebbe male. Boston ha cambiato la mia carriera e la mia vita: mi piacerebbe rimanere a lungo e vincere un titolo qui. Ma, come tutti sappiamo, l'NBA è un business in cui può succedere di tutto. A chi gli chiede se i Celtics sarebbero una squadra migliore senza di lui (come fatto notare da qualcuno dopo l'estemporanea vittoria in gara-3 contro i Cavs), Thomas risponde così: "E' la storia della mia vita. C'è sempre qualcosa che non va, ma ci sono abituato. Era già successo a inizio stagione: ero fuori causa e la squadra vinse di oltre trenta punti contro Orlando. In molti dissero che non sarei dovuto rientrare. Ora ci rido su, non si può piacere a tutti, ma sono felice per i miei compagni, che hanno vinto gara-3 e sono andati vicini a fare il colpo in gara-4. Ho tifato per loro, e credo che non ci sia nessuno in questa franchigia che pensi che questa squadra sia migliore senza di me. Non lo pensano neanche i miei compagni, c'è solo fiducia l'uno negli altri".