La sonora eliminazione subita per mano dei Cleveland Cavaliers è stata già ampiamente messa in archivio, alle spalle, in casa Boston Celtics, con Brad Stevens e Danny Ainge che non appena suonata la sirena della decisiva gara 5 hanno immediatamente voltato registro puntando con forza, decisione e rinnovato entusiasmo all'estate che potrebbe e dovrebbe, con ogni probabilità, consolidare la crescita e rafforzare le velleità di titolo nella prossima annata della franchigia del Massachussets. Un altro anno trascorso sotto la sapiente gestione del tecnico ex Butler ha permesso ai Celtics di crescere ulteriormente, di completare quel processo di maturità fisiologica che ha portato Thomas e compagni a festeggiare in un primo momento la seed numero uno nella Eastern Conference, oltre ad approdare, nonostante le numerosissime avversità affrontate nell'ultimo mese, alle finali successivamente perse contro i Cavaliers di James ed Irving. 

Danny Ainge, in primo piano, ed un sorridente Brad Stevens, sullo sfondo - Foto Hardwood Houdini
Danny Ainge, in primo piano, ed un sorridente Brad Stevens, sullo sfondo - Foto Hardwood Houdini

Sebbene il gap con i Campioni in carica si sia grossomodo confermato tale, in minima parte anche ridotto, ciò che fa comunque restare ottimisti dalle parti del TD Garden è un processo di costante ascesa che non sembra arrestarsi. I Celtics si presenteranno ai nastri di partenza della prossima stagione con maggiore consapevolezza dei propri mezzi, con un anno in più in gruppo e soprattutto con la possibilità di inserire nel roster, quest'estate, la numero uno al Draft ed una primissima scelta da pescare nel lotto dei Free Agent. Inoltre, rispetto all'estate scorsa, quando ad un gruppo già discretamente competitivo vennero aggiunti Al Horford e Gerald Green, i Celtics ripartiranno senza la necessità di un mesetto di rodaggio per oliare al meglio i settaggi che ha condizionato l'avvio di Regular Season. Qualche sconfitta di troppo prima di inanellare una lunghissima serie di risultati positivi che hanno trascinato Boston fino al testa a testa con i Cavaliers per la prima posizione in graduatoria, oltremodo prestigiosa per una squadra comunque giovane nel nucleo, sebbene sia stata tutt'altro che vantaggiosa viste le sfide contro Bulls e Wizards nella post-season. 

Cammino che ha permesso ai Celtics di continuare a forgiarsi, nel carattere come nella personalità, altresì nelle alchimie sul parquet di gioco. Il sistema costruito nelle due metà campo da Brad Stevens ha consentito alla squadra in campo di ergersi a protagonista assoluta di una stagione che, al di là del 4-1 finale subito per mano dei Cavaliers, resta a dir poco esaltante. La continua fase di ricostruzione, arrivata forse all'atto conclusivo, ripartirà da una base sempre più solida e vincente: Ainge potrà contare sulle 53 vittorie in Regular Season, su un gruppo che è finalmente consapevole dei propri mezzi come dei propri limiti, su un Isaiah Thomas leader tecnico e carismatico della squadra, su un Brad Stevens che si è attestato tra i migliori allenatori del lotto della NBA intera e sulla disponibilità di un salary cap che obbligherà i Celtics a fare un ultimo sforzo per provare a colmare quel margine con i primi della classe. 

Isaiah Thomas, stella del presente e del futuro dei Celtics - Foto MassLive
Isaiah Thomas, stella del presente e del futuro dei Celtics - Foto MassLive

Per entrare definitivamente nell'èlite del basket statunitense, alla bravura nell'eseguire giochi e dettami tecnico-tattici, i biancoverdi dovranno gioco forza trovare delle alternative di assoluto valore a gioco rotto, quando la fisicità e l'intensità difensiva - come quella messa dai Cavs in campo nelle cinque sfide giocate nelle Finali di Conference - non consentono a Bradley, Horford e compagni di giocare di fioretto come a loro congeniale. In tal senso, la fantasia e l'estro di Thomas ha sopperito per gran parte della stagione, salvo alzare bandiera bianca nel finale. Al folletto di Tacoma bisognerà affiancare un alter ego capace di eseguire il sistema di Stevens a menadito, ma altresì di costruirsi un tiro o un vantaggio da situazioni di gioco poco lineari: in tal senso, il nome di Gordon Hayward è tutt'altro che peregrino, con l'ala attualmente in forza agli Utah Jazz che sarebbe oltremodo contento di abbracciare nuovamente il tecnico che lo ha lanciato nel basket ai tempi di Butler. Inoltre, non meno importante sarebbe sopperire anche alla mancanza di un lungo che possa essere dominante a rimbalzo come stoppatore, con il solo Horford che non riesce a colmare a tali necessità con le sue caratteristiche fisiche e tecniche. 

Infine, per rendere ancor più competitivo il roster, da risolvere anche la questione legata alla second unit, che ripartirà quasi sicuramente da Marcus Smart, sempre più protagonista, da Jaylen Brown, prospetto in rampa di lancio che è riuscito anche nel suo anno da rookie a ritagliarsi uno spazio più che degnamente coperto anche nella post season, da Kelly Olynyk, che sebbene sia restricted free agent dovrebbe restare alla corte di Stevens, e dalla scelta numero uno al Draft, con Fultz sempre più prepotentemente candidato a vestire verde nella prossima stagione. Quattro, invece, i free agents che saranno liberi di ascoltare offerte dal resto della Lega, con Johnson e Jerebko i principali candidati a salpare verso altri lidi.

Markelle Fultz, con ogni probabilità prima scelta dei Celtics al prossimo Draft NBA - Foto MassLive
Markelle Fultz, con ogni probabilità prima scelta dei Celtics al prossimo Draft NBA - Foto MassLive

Questo, nel complesso, il quadro che si presenta sul tavolo di Danny Ainge, che dopo aver maniacalmente curato ogni aspetto della ricostruzione di un roster di assoluto livello, è pronto al passo definitivo per lanciare la sfida ai Cleveland Cavaliers ed alla NBA intera. Una cosa è certa, l'erba del giardino dei Boston Celtics è sempre più verde.