Golden State Warriors – Cleveland Cavaliers 118 – 113 (39-32; 67-61; 89-94)

Alla Quicken Loans Arena va in scena il terzo atto delle Finali NBA 2017. I Cleveland Cavaliers sono reduci da una cocente sconfitta in gara 2, dopo aver giocato molto bene per tre quarti abbondanti, ed essere comunque usciti con le ossa rotte. I Golden State Warriors, di umore naturalmente contrario rispetto agli avversari, cercano invece il colpo del ko con una vittoria in trasferta.

Il match, come solito tra le due squadre, comincia su ritmi incredibilmente alti: due triple di JR Smith aprono la partita per i Cavs mentre, per Golden State, ci pensa un ancora bollente Klay Thompson. Come detto i ritmi sono elevatissimi, James e Durant si iscrivono con decisione alla partita e, sul 13 – 17 per i padroni di casa, arriva finalmente la prima pausa grazie al time out di Steve Kerr. In uscita dal time out è ancora Thompson a segnare da tre il suo terzo canestro di fila. Love è poi bravo in attacco a trovare il secondo fallo di Pachulia, obbligando Steve Kerr ad inserire JaVale McGee. È però Klay il protagonista della partita con la terza tripla del suo inizio: 11 punti per il figlio di Michael in questo avvio di gara, a cui si aggiungono gli 8 di Durant. Con 5 minuti e 48, dopo l’ultima tripla di Klay, arriva però un time out per Lue per una botta presa da LeBron in uno scontro fortuito con Tristan Thompson: la Quicken Loans Arena rimane col fiato sospeso per un paio di minuti, prima del rientro in campo del Re che si spara subito un potenziale gioco da tre punti che mette in partita il pubblico. I ritmi continuano ad essere altissimi, ma soprattutto è Klay Thompson che continua a non sbagliare da oltre l’arco. È una partita incredibilmente bella e selvaggia, Irving torna a segnare con una stupenda penetrazione così come Iguodala, battezzato dai Cavs, segna una tripla di importanza vitale. I ritmi continuano ad essere alti, e la Quicken Loans festeggia il 27 pari arrivato con una schiacciata paurosa di LeBron James. Kerr chiama ancora time out, i suoi, nonostante la parità, sembrano comunque far fatica a stare dietro ad una Cleveland molto in partita. Con due minuti sul cronometro però, Lue concede del riposo a James e, senza il Re, Golden State riesce a prendere la testa del punteggio, grazie a due triple senza senso di Curry, chiudendo 39 – 32 il primo quarto, con 9-14 da oltre l’arco.

Il secondo quarto lo iniziano alla grande i Cavaliers, piazzando subito un mini parziale di 5 punti a 0 e pescando anche il secondo fallo di Draymond Green. Gli Warriors riprendono in maniera molle la partita, tanto che Cleveland riesce subito a pareggiare a quota 39 in appena 2 minuti di gioco. Golden State torna a segnare grazie all’esperienza di un ottimo David West, decisivo in questa prima metà del secondo periodo. Sul 46 – 43 e dopo l’ennesima tripla di un LeBron James formato cecchino, Kerr interrompe nuovamente la partita. In uscita dal TO, le due squadre fanno un po’ fatica a segnare, soprattutto Golden State: le palle perse cominciano ad essere tante per i californiani (11 con sette minuti da giocare nel secondo periodo), che in attacco trovano qualche difficoltà anche a causa di un Kevin Love totalmente diverso rispetto alle prime due gare. Il punteggio torna a muoversi soltanto grazie al solito immenso James che costringe, ancora una volta, al time out Steve Kerr. Il rientro dall’ennesima interruzione è tutta un’altra cosa: entrambe le squadre innalzano il proprio livello di gioco, tornando ai livelli del primo quarto e dei primissimi minuti del secondo. Gli Warriors ritrovano così Durant, che raggiunge la doppia cifra abbondante e, con la schiacciata in solitaria in mezza transizione, porta il punteggio sul 55 – 49 che costringe Lue, questa volta, al time out. Al rientro in campo, Cleveland torna decisa in partita grazie ad un paio di accelerazioni pazzesche di Irving e del solito LeBron James. Dall’altro lato, Green si becca il terzo fallo e soprattutto il tecnico che lo obbligano alla panchina. I Cavs potrebbero sfruttare l’assenza “dell’orso ballerino” per riportarsi in parità ma, sul 59 – 57 e con un minuto abbondante da giocare, gli Warriors trovano due triple con Curry e Durant che chiudono praticamente il primo tempo. È solo una incredibile magia allo scadere di Kyrie Irving, decisamente più in palla in questo secondo quarto, a tenere aperte le speranze dei campioni in carica, facendo sì che il primo tempo si chiuda sul punteggio di 67 - 61.

Al rientro dagli spogliatoi, i ritmi sono decisamente più umani ma, per fortuna di tutti, ciò non intacca il livello tecnico della partita, che rimane altissimo. Tra tutti, è sicuramente Irving a cominciare al meglio il terzo periodo, segnando un paio di canestri celestiali. I Cavaliers si aggrappano così al talento del loro numero 2 per piazzare un parziale di 7-2 e, soprattutto, trovare il primo vantaggio dal primo quarto della partita senza contare che, contestualmente, arriva anche il quarto fallo di Draymond Green. Kerr però si fida del suo “orso”, lasciandolo in campo, e fa la cosa giusta: la presenza del 23 è fondamentale in un momento così delicato della partita ed è proprio una sua schiacciata ad accendere il sacro furore di Golden State e specialmente di Curry, che segna sei punti pesantissimi che valgono il 79 – 78 e time out Lue con metà quarto da giocare.

Al rientro in campo però, il palcoscenico è tutto di Kyrie Irving: l’ex giocatore di Duke prende fuoco come solo lui sa fare e mette in crisi l’intera difesa degli Warriors con delle penetrazioni da capogiro. Insieme a lui, LeBron pesca i jolly di Love, Smith e Korver ma, soprattutto, i Cavaliers riescono ad essere incredibilmente efficaci in difesa dove bloccano qualsivoglia iniziativa avversaria. Con l’ultimo minuto da giocare, e sul punteggio di 87 – 94, i padroni di casa vorrebbero ampliare il proprio vantaggio e, nonostante un paio di grandi giocate di energie di Richard Jefferson, Cleveland non riesce ad andare a bersaglio. Al contrario ci riesce Durant che, dopo un parziale giocato decisamente sotto tono, piazza il canestro che tiene aperti i giochi (89 – 94).  

Sono quindi gli ultimi dodici minuti a decidere la partita e, ancora una volta, è Cleveland a partire meglio. Difensivamente è ancora eccelso il lavoro svolto dai campioni in carica mentre in attacco ci pensano i soli James ed Irving a tenere a distanza gli avversari. Col passare dei minuti però, si comincia a far sentire la stanchezza sulle gambe delle due Star di Tyronn Lue mentre gli uomini di Kerr appaiono molto più freschi. Specialmente Durant, dopo un terzo quarto mal giocato, si rimette in proprio e, minuto dopo minuto, riesce a ricucire lo strappo praticamente da solo. Tanto che, nonostante gli venga fischiato uno sfondamento, KD si prende una tripla senza senso che porta il punteggio sul 102 – 104 con metà quarto da giocare. Il parquet è però ancora di proprietà di Kyrie Irving, che realizza uno straordinario gioco da tre punti che lo issano a quota 38. Golden State però non vuole assolutamente mollare la partita, tanto da trovare la tripla del solito ormai Klay Thompson del 107 – 108 che, con quattro minuti abbondanti, riapre definitivamente la partita. Sono minuti assolutamente concitati, le due squadre sono al limite delle proprie energie e ne cercano disperatamente delle altre per vincere una partita che da un lato riaprirebbe la serie, dall’altro la chiuderebbe definitivamente. I padroni di casa si affidano ancora alle loro due super star, ma è un fantastico JR Smith a trovare la tripla che tiene avanti i Cavaliers sul 113 – 107, con appena tre minuti da giocare. Da questo momento in poi però, nonostante la grande energia e volontà da parte di Cleveland, la squadra di Lue non riesce praticamente più a segnare mentre, dall’altro lato, Kevin Durant decide di tornare ad essere quello del primo tempo e di vincere da solo la partita. L’ex Thunder, insieme a Curry, aprono un parziale di 7 punti a 0 che si conclude con una splendida tripla di KD, sparata in faccia a LeBron, che vale il 113 – 114. Con la retina stracciata e 45 secondi da giocare, il morale dei Cavs è troppo basso per recuperare una partita che sembrava vinta. Irving sbaglia la tripla del controsorpasso, e Golden State invece realizza i due tiri liberi che li portano sul +3. Sulla rimessa disegnata da Lue, James cerca la tripla del pareggio ma Iguodala è bravissimo a sporcargli la palla e a riconquistarla, chiudendo definitivamente i giochi grazie anche ai due successivi liberi di Durant, che gli valgono i punti 13 e 14 del solo ultimo quarto. Al suono della sirena, il risultato dice così 118 – 113 per i Golden State Warriors, che allungano la propria serie di vittorie consecutive ai playoff arrivando a 15. Inoltre, e cosa più importante, si portano sul 3-0 nella serie, ottenendo quindi la possibilità di vincere il titolo già tra due giorni ancora alla Quicken Loans Arena.

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Alberto Prestileo
Folle amante de "el Flaco", vivo però per la palla a spicchi e per Sua Maestà, Roger Federer