Alla fine l'ha spuntata Danny Ainge, presidente delle operazioni cestistiche dei Boston Celtics, che ha tenuto il punto nell'ambito di una trade discussa, complicata, senza dubbio estenuante. I biancoverdi avranno infatti a disposizione dalla prossima stagione (presentazione fissata per domani in Massachusetts) la stella che volevano, quel Kyrie Irving che da quasi due mesi premeva per lasciare l'Ohio e la corte di Sua Maestà LeBron James. In cambio, l'acciaccato Isaiah Thomas, lo specialista Jae Crowder, il lungo Ante Zizic, una prima scelta (via Brooklyn Nets) al Draft del 2018 e una seconda a quello del 2020 (via Miami Heat).

Ed è proprio questo secondo asset al Draft ad aver sbloccato la situazione, entrata in una fase di stallo dopo i dubbi dello staff medico di Cleveland sulle condizioni fisiche di Isaiah Thomas, ai box per un infortunio all'anca, patito già nella scorsa regular season e poi aggravatosi durante le finali di Conference. Dubbi che hanno fatto sì che la trade venisse a lungo rinegoziata, con almeno una settimana di tempo in più trascorsa a capire come cercare un accordo tra le due franchigie. Alla fine ha vinto il buon senso, quello che imponeva a Cavs e Celtics di non rinunciare a un affare favorevole per entrambe, evitando di riavere indietro giocatori scontenti, peraltro al termine di una lunga esposizione mediatica. Il frontoffice di Cleveland, guidato non più da David Griffin, bensì da Koby Altman, sotto l'occhio vigile del proprietario Dan Gilbert, ha provato a fare resistenza, chiedendo prima una compensazione tramite l'ingaggio di uno tra i giovani Jaylen Brown e Jayson Tatum, virando poi sulle diverse scelte future al Draft dei biancoverdi, accumulate negli anni da Danny Ainge. Impossibile arrivare a Brown o Tatum, considerati inamovibili da Boston, perni del progetto tecnico di un'intera franchigia, ora pronti a essere svezzati da coach Brad Stevens. Mentre Brown ha già alle spalle una stagione da professionista, Tatum sarà rookie a partire da ottobre, scelto alla numero tre dell'ultimo Draft, provenienza Duke. Sul giovane Jayson si appuntano le attenzioni di tifosi e addetti ai lavori, dopo aver mostrato doti non comuni nell'ultima Summer League. Realizzatore, tiratore, difensore, atleta agile ma allo stesso tempo potente, Tatum rappresenta il prototipo di giocatore moderno e completo, per il quale i Celtics hanno "sacrificato" un altro talento come Markelle Fultz. Impossibile lasciarselo sfuggire, tanto più che a chiederlo erano i Cavaliers. Cavs che hanno dunque compreso di dover abbassare le loro pretese, frugando tra le varie scelte di Ainge, finendo con il doversi accontentare di una chiamata al secondo giro nel 2020. 

Una sorta di indennizzo per le condizioni fisiche di Isaiah Thomas, che non sarà pronto per l'inizio della regular season (opening night che propone proprio Boston contro Cleveland), ma che potrà essere valutato nel resto dell'annata, per capire come muoversi durante la free agency 2018, che riguarderà anche LeBron James. E' comunque una trade che Cleveland deve cercare di valorizzare al meglio. Certo, perdere Kyrie Irving è un dazio tecnico enorme da pagare alle dinamiche di spogliatoio, ma le contropartite ottenute potevano essere peggiori. Thomas, ancorchè a mezzo servizio, Crowder, two way player comunque utile alla causa, e Zizic, rappresentano il presente in maglia vinaccia, mentre la scelta al primo giro dei Brooklyn Nets al Draft del prossimo anno è una sorta di assicurazione sulla vita, un asset utile a provare a convincere James a rimanere dopo un quadriennio, e allo stesso tempo una garanzia per il futuro, perchè la squadra di Kenny Atkinson dovrebbe rimanere nei bassifondi NBA, e consentire ai Cavs di chiamare in alto tra una decina di mesi nella lottery del Barclays Center. Più emotiva, meno tecnica, la trade vista dal lato Celtics. I biancoverdi hanno dato via il loro cuore pulsante, Isaiah, oltre a un pezzo della loro nuova cultura come Crowder, per non parlare della scelta dei Nets, da sempre cara ad Ainge, ma ne è valsa la pena. Al TD Garden arriva un giocatore del calibro di Kyrie Irving, un realizzatore fantastico, probabilmente il miglior giocatore di uno contro uno dell'intera lega, che va ad aggiungersi a Gordon Hayward, colpo della free agency, ad Al Horford, già a Boston da un anno, ai giovani del roster, tra cui Marcus Smart, e a Marcus Morris, giunto da Detroit in cambio di Avery Bradley, per motivazioni più salariali che tecniche. Per ora, una trade che fa felici entrambe le parti, nella consapevolezza che già a metà ottobre si avrà un primo riscontro al riguardo.

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Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]