Buona la seconda per il figlio di Los Angeles, che flirta con la tripla doppia e guida i suoi Lakers alla vittoria contro i Phoenix Suns, scacciando, anche solo per una notte, tutte le perplessità emerse sul suo conto dopo la prima tiepida prestazione contro i Clippers. Un Lonzo Ball diverso, sicuramente più convinto, meno intimorito dalla pressione di una partita d’esordio che, come anche in passato nella sua carriera, ha rappresentato una vera chimera per il giovane angelino, che si è mostrato nuovamente in tutto il suo repertorio offensivo. Avversari diversi, per ambizioni e capacità, soprattutto difensive, questi Suns, dimostratisi per la seconda partita consecutiva una squadra tanto interessante in attacco, quanto indecente in difesa, cosa che ha aiutato non poco Ball e compagni a mettersi in ritmo e a sviluppare il proprio gioco.

Una partita che, in ogni caso, può contribuire a fugare molti dubbi sull’effettiva appartenenza di Lonzo a questa lega, messa in costante discussione a causa dell’enorme hype che, soprattutto a causa delle varie operazioni di marketing portate avanti dal padre di Lonzo, LaVar Ball, è rivolto da parte dell’intero mondo NBA nei confronti del ragazzo, per il quale ogni partita rappresenterà un esame. Elemento da non sottovalutare è inoltre l’estrema visibilità che possiede una franchigia come i Los Angeles Lakers, che dopo anni di mediocrità, vedono in Lonzo il primo tassello per un nuovo e duraturo ciclo vincente. Da questo punto di vista, risposta di un certo livello da parte del prodotto di UCLA, diventato nella notte il primo teenager, dai tempi di Lebron James, in grado di mettere insieme 29 punti, 11 rimbalzi e 9 assist, oltre che il primo Laker a fornire questo tipo di apporto alle sue prime partite in NBA dagli anni 60.

“Credo che Lonzo sia giudicato male per la sua prima partita – dichiara coach Luke Walton dopo il match – la sensazione è che potesse fare una doppia doppia di punti e rimbalzi, ma non ci è entrato nulla. Credo che abbia fatto bene la scorsa notte, che serva a tutti da lezione”.  Considerando la risposta di Ball le parole di Walton appaiono piuttosto veritiere, in un a partita in cui il rookie, oltre a numeri impressionanti, ha mostrato tutto il suo repertorio di scorer, rimbalzista ed assistman, mettendosi in luce anche qualche  fade away dalla media, che non sono mai stati il suo marchio di fabbrica al college, segnati con buona continuità in questa partita. “Mi è già capitato – dichiara Lonzo ai microfoni di ESPN – sono abituato ad iniziare male. È successo in Summer League e anche precedentemente  nella mia carriera. So perfettamente che tutti parleranno al termine di ogni singola partita, ma non mi importa. Voglio solo giocare al mio meglio per aiutare la squadra a vincere”.

Atteggiamento diverso rispetto alla prima partita, che si è tradotto in un deciso cambio di marcia e di aggressività sia per Lonzo che per tutti i Lakers, compreso Brandon Ingram (autore di 25 punnti), seconda scelta assoluta del draft 2016 e atteso ad un deciso salto di qualità in questa stagione, come principale partner di Ball nella crescita della squadra. Un cambio di marcia che servirà sicuramente a Lonzo per continuare le migliore dei modi questo suo cammino nella lega e che vedrà, stelle e veterani, mostrare maggior aggressività e fisicità nei suoi confronti, proprio a causa delle ormai note uscite mediatiche del padre, spesso e volentieri eccessive e poco rispettose nei confronti di molti professionisti NBA. Trattamenti particolari, come quello riservatogli da Patrick Beverley alla sua prima partita, saranno all’ordine del giorno per Lonzo, che comunque sembra essere pronto ad abbracciare la sfida.