Al termine di una gara non spettacolare e a basso punteggio, i Golden State Warriors di Steve Kerr superano alla Oracle Arena i Miami Heat di Erik Spoelstra, reduci dalla vittoria di Los Angeles contro i Clippers. Sfida caratterizzata da basse percentuali al tiro, quella di Oakland, con i campioni in carica insolitamente imprecisi dal campo (16 punti con 5/19 per Steph Curry, 13 con 5/15 per Klay Thompson), ma trascinati dalla coppia formata da Kevin Durant (21 punti, 5/13) e Draymond Green (18 con 5/10), mentre gli ospiti si sciolgono tra secondo e terzo quarto, dopo un buon avvio e nonostante un Goran Dragic da 19 punti, coadiuvato da James Johnson (21 punti, 7/15). 

Alla Oracle Arena di Oakland Erik Spoelstra conferma il quintetto delle ultime uscite, con Okaro White e Justise Winslow subito in campo. Golden State sembra poter fare la solita gara ad alto punteggio dopo due triple di Draymond Green, con Kevin Durant più concentrato di un Curry viceversa svagato. Gli Heat rimangono però in partita per tutto il primo quarto: merito di Goran Dragic, versione Eurobasket, che attacca il ferro con continuità, sfida Pachulia e risulta a lungo imprendibile per gli esterni di Steve Kerr. Lo sloveno è però l'unico vero realizzatore dello starting five di Miami, e Spoelstra manda in campo presto le sue seconde linee, che rispondono presente, da Kelly Olynyk a Tyler Johnson, passando per Wayne Ellington e soprattutto per James Johnson, gran protagonista sui due lati del campo (anche una stoppata su una tripla di Curry). I Warriors rispondono con i punti di Jordan Bell (schiacciata volante su assist di Iguodala), di Shaun Livingston (a rimbalzo offensivo) e con una penetrazione finale di Curry, che chiude il primo quarto sul 22-16. Dopo la pausa, le mani degli Heat si raffreddano ulteriormente, consentendon a Golden State di volar via, soprattutto grazie a Kevin Durant, esiziale in contropiede e fondamentale quando l'attacco dei californiani gira a vuoto. Klay Thompson si concede un paio di triple delle sue, Green prosegue nella sua buona serata al tiro, e il vantaggio dei padroni di casa si dilata ulteriormente, anche perchè dall'altra parte Hassan Whiteside non riesce a far valere il mismatch con i lunghi avversari (1/9 dal campo), e i soli James Johnson e Goran Dragic vedono il canestro per coach Spo. Il primo tempo si chiude così sul 50-37 in favore di Golden State.

Padroni di casa che allungano decisi alla ripresa delle operazioni, fino ad arrivare a un confortevole 60-40, stavolta con un Curry leggermente più preciso e con Thompson ancora a bersaglio dalla linea da tre punti. Sotto di venti lunghezze, Miami reagisce prima con un paio di guizzi di uno spento Josh Richardson, poi nuovamente con Dragic, che arriva al ferro con facilità, e con James Johnson, uomo ovunque della compagine ospite, tra triple e rimbalzi da lungo più che da esterno. A Steve Kerr non piace l'atteggiamento dei suoi, che subiscono un paio di parziali pericolosi: due time-out quasi consecutivi svegliano così i Dubs, di nuovo a segno con una tripla di Stephen Curry, con le giocate di Durant e con i canestri da fuori di un battezzato Draymond Green. L'ultimo sforzo di Miami arriva fuori tempo massimo, a inizio quarto periodo, sul punteggio di 75-57. Kelly Olynyk, il solito Dragic, Winslow e Johnson sono i protagonisti del tentativo finale di reazione degli Heat, troppo lontani per sperare in una rimonta, nonostante una Golden State offensivamente al di sotto dei suoi standard. Ai campioni in carica basta infatti gestire il vantaggio, trovare punti da Durant, Casspi e Iguodala per mettere in cassaforte la vittoria, l'ottava nelle undici disputate in questo inizio di regular season. Gli ultimi tre minuti diventano così terreno di caccia per seconde e terze linee: provano ad approfittarne da una parte Nick Young, dall'altra Wayne Ellington, a bersaglio dall'arco.

Golden State (8-3). Punti: Durant 21, Green 18, Curry 16, Thompson 13. Rimbalzi: Green 9. Assist: Durant 6

Miami Heat (4-6). Punti: J. Johnson 21, Dragic 19, Olynyk 10. Rimbalzi: J. Johnson 9. Assist: J. Johnson 6.

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Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]