Il ghigno malizioso di chi è consapevole, in cuor suo, di aver deciso un'altra partita. Kyrie Irving si mostra sorridente e soddisfatto al termine della sfida che ha consegnato ai suoi Boston Celtics la nona vittoria consecutiva in stagione. Dopo le prime due battute d'arresto, un filotto di soli successi, all'interno dei quali i ragazzi a disposizione di Brad Stevens hanno costruito alchimie del tutto nuove dopo l'infortunio occorso a Gordon Hayward, ristabilito gerarchie e soprattutto si sono stretti attorno al talento dell'ex point guard dei Cleveland Cavaliers. Il motivo principale per cui è stato ingaggiato il numero undici era proprio questo, fornire una guida, un leader, tecnico, emotivo ed in parte anche spirituale ad un gruppo di ottimi giocatori, futuribili e non solo, in grado di poter elevare il potenziale del roster. 

Detto, fatto. La sensazione, seppur allo stato embrionale e non del tutto inconfutabile dopo soltanto dieci partite di Regular Season, sembra quella che i Boston Celtics abbiano imboccato la strada giusta per centrare i propri obiettivi, nonostante questi ultimi si siano drasticamente ridimensionati dopo il crac dell'ex ala degli Utah Jazz. Irving sale al proscenio, si carica la squadra sulle spalle nel momento del bisogno, mette a bersaglio i tiri decisivi per espugnare Atlanta e firmare il suo massimo in carriera in maglia verde (12 dei suoi 35 punti arrivano nel quarto e decisivo periodo). Prestazione superlativa, al di là dei canestri, anche in termini di controllo delle emozioni e dispendio delle energie, mentali prima ancora che fisiche. Una serenità, una maturità, infuse anche ai compagni di squadra, che nel momento del bisogno maggiore hanno risposto presenti, eseguendo a menadito lo spartito oramai impeccabile del genio che siede in panchina. Trust the process non si sposa soltanto con le qualità individuali di Joel Embiid, ma anche se non specialmente con il sistema di gioco nelle due metà campo creato dall'ex tecnico di Butler University. 

Nella notte, nonostante qualche pecca di troppo spalle a canestro, soprattutto nel marcare ed arginare il pick&roll di Dennis Schroder centralmente, i Celtics hanno avuto la meglio dei coriacei Atlanta Hawks, illusi dalla rimonta prima della sfuriata conclusiva di Irving e Tatum. Già, Tatum, ancora una volta protagonista assoluto: all'indomani dell'infortunio di Hayward nella gara d'esordio, gran parte dei dubbi degli addetti ai lavori riguardavano la sua crescita, la sua esplosione e le responsabilità crescenti che avrebbero potuto minare la sua affermazione. L'ex Duke in queste prime dieci apparizioni nella NBA non solo ha confermato le attese sul suo conto, ma le ha decisamente ribaltate, dimostrando di essere già pronto per questi palcoscenici, di avere già carattere e personalità in grado di farlo scendere in campo da assoluto protagonista: "E' una grande vittoria, che ci permette di restare imbattuti nelle ultime otto partite. Il mio tiro? Avevo appena segnato due volte da quella posizione, e quando Smart ha scaricato la palla, sentivo la fiducia nel mio tiro e semplicemente ho fatto quel che dovevo"

Al Horford in azione - Foto http://www.nba.com/celtics

Visibilmente raggiante anche coach Brad Stevens, chiaramente soddisfatto del successo ma soprattutto dei progressi mostrati dalla sua squadra. Nove vittorie di fila, chiaramente condizionate dall'apporto di un Irving in grado di essere risolutore ma non solo: "Ha fatto grandissime giocate nel momento decisivo della partita, riuscendo a ritagliarsi gli spazi giusti per segnare. Tuttavia non è questione soltanto di canestri, ha fatto delle ottime letture della gara, nel complesso, risultando decisivo per noi. Era quello che volevamo da lui". Non smette di elogiarlo anche Al Horford, che nel ritorno a casa in quel di Atlanta ha sfiorato una clamorosa tripla doppia, mancata soltanto per un assist: "Ad ogni gara ti rendi conto di quanto sia unico. E' fantastico nel modo in cui gioca, nel modo in cui si relaziona agli altri e nel modo in cui si pone in campo". Adesso, per la decima sinfonia, tocca ai Lakers provare a fermare Irving e soci, al Garden domani notte.