Probabilmente un record che lascia il tempo che trova e che, a sé stante, non assicurerà sicuramente riconoscimenti ben più importanti alla seconda scelta del draft per questa stagione, ma sia per i numeri offerti che per la portata storica di questa prestazione, vale la pena menzionare il primo traguardo raggiunto dal giovane angelino. Con 19 punti, 13 assist e 12 rimbalzi (conditi con 4 stoppate e 3 palle rubate) Lonzo Ball è ufficialmente il giocatore più giovane di sempre, o almeno da quando questo tipo di statistiche vengono conteggiate, a mettere a referto una tripla doppia a soli 20 anni e 15 giorni, con solo 13 partite da professionista all’attivo. Scalzato sua maestà Lebron James da questo piedistallo che, nella stagione 2004-2005, nel suo secondo anno NBA, aveva offerto una prestazione di questo tipo. Un record che è sempre stato nelle corde di Lonzo, il quale, già alla sua seconda partita con i Lakers aveva sfiorato l’impresa, ad un solo assist di distanza dal record (29+9+11 contro Phoenix).

Un piccolo traguardo che assume rilevanza unicamente nell’ottica di una prestazione più che convincente del figlio di LaVar, che dopo tante difficoltà, riassumibili soprattutto in percentuali al tiro ai limiti del disastroso, batte un colpo in maniera altisonante. Scacciati, almeno per una notte, tutti quei detrattori che, a dir poco prematuramente, lo definiscono già un bust, un sopravvalutato, rispetto all’immenso hype che per le ragioni ben note ha contraddistinto l’avvicinarsi di Lonzo alla sua prima stagione NBA. Poca importanza per questo risultato, soprattutto se consideriamo la terza sconfitta consecutiva patita dai giallo viola, questa volta per mano dei Milwaukee Bucks, nonostante appunto l’ottima prestazione di Ball, oltre che quella dell’altra matricola scelta da Magic Johnson e compagnia nell’ultimo draft, ovvero Kyle Kuzma.

“Non mi interessa questo record- ha dichiarato Lonzo ai microfoni dei media americani dopo la partita- abbiamo perso e per questo non è servito a nulla”. Parole di frustrazione per non essere riuscito, nonostante le cifre individuali, a regalare l’ulteriore gioia, che poi è l’unica che conta davvero, alla propria squadra, in striscia aperta di tre sconfitte consecutive e in disperata ricerca, come lo stesso Lonzo, di continuità di rendimento. Una partita in cui i Lakers hanno offerto sprazzi di ottimo gioco ispirato anche da Ball, ma che ha visto prevalere i Bucks anche a causa delle 21 palle perse dalla squadra di Luke Walton, oltre che del scarsissimo 59% dalla lunetta complessivo, tutti fattori che, con un minimo di concentrazione in più, sarebbero potuti essere notevolmente limitati. Proprio per questo motivo lo stesso ex giocatore degli UCLA Bruins non può godere appieno di questa prestazione, ma sicuramente può sorridere di fronte agli attestati di stima arrivati da parte di Jason Kidd, head coach dei Bucke e leggenda del gioco a cui Lonzo è stato più volte paragonato: “Credo che sarà n headline il fatto che abbia messo a referto una tripla doppia, e io l’ho vista in prima fila. Ball sa giocare e renderà i suoi compagni e la sua squadra migliore. La tripla doppia sarà normalità per lui, riempirà i fogli delle statistiche. Dobbiamo dargli tempo, sembra che lo stiamo mettendo in un microonde per accelerarne la maturazione, ma farà ancora molti errori e avrà serate storte, ma vuole competere e troverà un modo per vincere”. Parole di un certo peso da parte di uno dei migliori interpreti del ruolo di point guard della storia e che di triple doppie, nella sua carriera, ne ha messe in bacheca ben 107.

Parole di encomio sono successivamente arrivate anche da Giannis Antetokounmpo, stella di Milwaukee e da Erik Bledsoe, diretto avversario di Ball in più di un'occasione durante la partita, i quali hanno entrambi lodato la grande serata e le innegabili qualità di un giovane che, nonostante gli oggettivi problemi, ha già mostrato abilità tecniche fuori dal comune anche nella lega di pallacanestro con il più alto tasso tecnico e fisico al mondo.

Un record che, come ha detto Kidd, strapperà parecchie pagine di giornale oltre che diversi titoli, ma che ha avuto la funzione principale di fornire segnali importanti a Ball e ai Lakers su quello che possono e devono cercare di essere in un futuro il meno distante possibile, con il già conclamato obbiettivo di riportare la franchigia californiana ai vertici della lega, livelli che competono ad una delle società alfa della National basketball association. Attenzione difensiva, gioco veloce e corale, ritmo altissimo e tanto entusiasmo sono tutte caratteristiche imperative per la squadra di coach Luke Walton, che per cominciare dovrà dare una decisa svolta nella prossima partita contro Phoenix ed interrompere la striscia negativa. Servirà il miglior Kuzma, il miglior Randle, il miglior Ingram e chi più ne ha più ne metta, ma sicuramente servirà il miglior Lonzo Ball per continuare la stagione nel migliore dei modi e conquistare un sufficiente numero di vittorie per regalare, dopo anni di attesa, una stagione positiva a quella parte della città di Los Angeles parteggiante per i Lakers e questo è più importante di qualsiasi premio o record individuale.