Los Angeles Clippers - Philadelphia 76ers 105-109

Gara bella, equilibrata e decisamente vibrante quella andata in scena allo Staples Center di Los Angeles tra i Clippers padroni di casa - privi di Teodosic, come al solito, ma anche di Danilo Gallinari - ed i Philadelphia 76ers di uno scatenato Joel Embiid - 32 punti e 16 rimbalzi - il quale trascina al successo, il settimo stagionale, gli ospiti. Gara decisa nell'ultima frazione, dopo tre quarti di sostanziale equilibrio. Entrambe le squadre provano a cavalcare i rispettivi punti di forza sotto canestro, con Griffin da una parte ed Embiid dall'altra che provano a spostare gli equilibri. Poco o nulla dal perimetro per coach Rivers, con Austin che spara a salve, così come Thornwell ed Evans. L'ex coach dei Celtics trova invece in Lou Williams il jolly di serata dal mazzo: 31 punti ed una presenza costante nelle iniziative offensive dei Clippers, al pari di Blake Griffin, ovviamente.

Ciò non basta tuttavia a contenere la sfuriata iniziale di Embiid, Simmons e soci, che si confermano squadra che gioca un discreto basket a difesa schierata e quando può corre anche decentemente il campo. Le giocate dell'ex guardia dei Lakers contribuiscono a cucire nel secondo quarto il gap con gli ospiti, partiti meglio, mentre nella terza frazione l'equilibrio regna sovrano. Si entra nell'ultimo periodo sul 79 pari; Williams prova a caricarsi i suoi sulle spalle - 12 punti in 6 minuti - ma Simmons risponde con la stessa moneta, in penetrazione, dalla parte opposta. L'allungo, minimo, creato da Sweet Lou sembra quello decisivo, ma Covington prima e Redick successivamente puniscono le amnesie dei Clippers da oltre l'arco (100-98). Embiid impatta a quota 100, prima della penetrazione e dell'assist di Saric che serve un cioccolatino a Covington per la tripla del vantaggio. Williams sbaglia il contro-sorpasso, concedendo a Simmons i liberi del successo. 

Golden State Warriors - Orlando Magic 110-100

Basta una sola accelerata, ad inizio terzo quarto, ai Golden State Warriors, per archiviare la pratica Orlando Magic e centrare il settimo successo consecutivo. Gli uomini di Steve Kerr, privi di Stephen Curry, tornano in campo dopo un primo tempo equilibrato con il giusto piglio, soprattutto difensivamente, e piazzano il break di 10-0 che spacca in due la contesa: senza uno dei gioielli di casa i ritmi sono molto più blandi, con Livingston che non ha le accelerazioni proprie di Step, ma gestisce con diversa intelligenza le folate offensive dei Warriors. Durant abusa in post dei rivali, Green infila quattro punti di fila ed i Magic dalla parte opposta stentano a ritrovare le certezze del primo tempo. 

Vucevic, Fournier e Simmons i protagonisti della prima metà di gara, giocata sì su discreti ritmi, quasi mai alzati freneticamente dai Warriors come loro solito. I Magic si confermano squadra ostica e ben allenata, con determinati principi offensivi che mettono di volta in volta diversi interpreti in grado di essere protagonisti: le buone percentuali al tiro, da sotto come da fuori, tengono a contatto gli ospiti nella prima frazione, prima di calare drasticamente nel parziale che nel terzo quarto decide la contesa (32-19). Le triple di Thompson ed Iguodala danno ai padroni di casa 13 punti di vantaggio, bottino rassicurante in vista dell'ultimo quarto, gestito con relativa tranquillità da Golden State. 

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