Siamo sinceri, la stavamo aspettando tutti la prestazione che avrebbe messo in luce quello che Joel Embiid è. Da settimane si ripeteva quanto il suo gioco fosse surclassante per i suoi marcatori, da mesi il suo trash talking rendeva l’hype intorno a lui corposo, da anni le sue capacità e potenzialità sono riconosciute e attese. Beh eccoci tutti serviti; Joel ha probabilmente aspettato la serata perfetta per dimostrarcelo. La sfida contro i Los Angeles Lakers, in quel di LA, là esattamente dove LaVar Ball, il padre di Lonzo, l’aveva sminuito. Doveva dimostrare qualcosa e lo si percepiva nell’aria. Mentre Lonzo Ball piazza una delle sue peggiori prestazioni in NBA, Joel piazzava la migliore della sua carriera e i numeri sono impressionanti: 46 punti, 15 rimbalzi, 7 assist, 7 stoppate; il tutto in 34 minuti giocati e tirando egregiamente (14/20 dal campo).

In America la definirebbero una prestazione “for the ages”; rimarrà nella storia, eccome se rimarrà. Numeri del genere non si vedevano da decenni, l’ultimo a segnare un 45+15+5+5 fu Alvan Adams nel 1977. Sono passati esattamente quarant'anni e ai nostri occhi abbiamo un giocatore che sembra davvero essere uno che segnerà la storia di questo gioco. Sì, perché se andiamo a vedere il come ha segnato rimaniamo senza parole, per strapotere fisico, ma in aggiunta per capacità tecnica. Un canestro su tutti risulta favoloso, quello del 102-101 pro Philadelphia, eseguito con un foot work perfetto, da richiamare tranquillamente alla mente sua maestà del post: Hakeem Olajuwon. Per non parlare di due o tre eurostep; tanto per intenderci se James Harden fosse stato allo Staples Center si sarebbe, senza dubbio, alzato ad applaudire il cestista camerunense. È tutto quello che riesce a fare a lascarci senza parole, non gli manca nulla, se solo fosse più veloce probabilmente riuscirebbe ad arrivare alle qualità di palleggio di Kyrie Irving. Forse esagero, o forse no, ma fatto sta che i tiri che può prendersi il signore con il numero 21 sono di infinita tipologia,+ e tutto questo offensivamente lo rende incredibilmente pericoloso. Prendendo in considerazione la zona difensiva è mostruoso e ha una capacità di mettere in difficoltà il tiratore elevatissima, vuoi per le sue lunghe leve ma anche per posizionamento. I suoi avversari, in questa partita, si sono ritrovati a tirare complessivamente con un 5 su 24… sostanzialmente su di lui non segnavano MAI. Le sue dichiarazioni a fine partita sono state: “Non sono ancora al 100%, direi che sono al 69% delle mie potenzialità”. Quasi fa sorridere, stando alle sue parole forse nei prossimi anni ci potremmo aspettare una prestazione da sopra i 100 punti.

È un giocatore straordinario di cui, personalmente parlando, temo il futuro. Perché se veramente riesce a giocare così allora tutti noi, abbiamo davanti una leggenda del basket e la cosa è eccitante e allo stesso tempo paurosa. Quest’ultimo aggettivo lo utilizzo in maniera precauzionale, perché Joel Embiid non è ancora stato un giocatore in salute per un anno intero e nessuno sa realmente se sia pronto ad affrontare un anno NBA nel pieno delle sue condizioni. Questo giocatore è il futuro dei 76ers, di un’intera città e probabilmente di un intero sport. Sono onorato di poter vederlo giocare con i miei occhi, e spero che questo sia solo l’inizio di un lungo “Trust the process” urlato a braccia aperte, come un grande albatros del parquet, pronto a volare nella lega più bella del mondo.