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NBA - La stanchezza di Porzingis e la crisi dei New York Knicks

Il lettone ha ammesso di essere alle corde dopo il back-to-back di due giorni fa e diversi acciacchi, ed i suoi Knicks ne risentono: sette sconfitte nelle ultime nove, un pessimo record in trasferta (3-13) e 12 delle prossime 15 da giocare lontano dal Garden.

NBA - La stanchezza di Porzingis e la crisi dei New York Knicks
Fonte immagine: Twitter Kristaps Porzingis
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Di Stefano Fontana

Stanchezza, fatica. Uno dei più grandi problemi nel salto dal basket europeo a quello NBA è sicuramente la gestione delle energie, dato che ci si ritrova a passare da una, massimo due gare a settimana (anche se dalla riforma dell’EuroLeague il calendario è sempre più fitto) al giocare anche cinque volte nel giro di otto giorni.

Kristaps Porzingis, talento alla seconda stagione in canotta New York Knicks, sembra ancora accusare i ritmi forsennati della pallacanestro americana. O almeno, così si evince dalle sue parole dopo la sconfitta di mercoledì contro i Washington Wizards: “Sono stanco, molto stanco al momento”. “Ho un giorno per riposarmi, per recuperare energie e provare a giocare meglio per metterle al servizio della squadra. Negli ultimi tempi ho avuto alcuni problemi che non mi hanno impedito di giocare ma mi hanno sicuramente un po’ condizionato. Cerco di non pensarci, di tenere queste cose fuori dalla testa anche se si accumulano col tempo. Ma non ha senso continuare a lamentarsi, bisogna solo andare avanti e provare ad essere al meglio, più riposato ed energico possibile, in ogni partita”.

Di fatti, l’unicorno lettone ha presentato una prestazione al di sotto dei suoi standard nella gara giocata nella capitale: 16 punti con il 5/13 dal campo e seconda partita di fila (dopo quella contro San Antonio) con ben 36 minuti giocati a referto. Ovviamente, è normale sentire la fatica alla seconda gara simile nel giro di due giorni, ma qualche preoccupazione rimane, soprattutto in vista della gara contro Miami di stanotte. Per ora, però, Porz ci scherza su: “Sarà un’ottima occasione per godermi il clima di Miami e provare a vincere lì. Per il resto, si tratta del normale andamento della stagione, alti e bassi”.

Eppure, New York sembra avere un disperato bisogno del proprio leader: quella di due giorni fa è stata la settima sconfitta nelle ultime nove, con un record di 3-13 lontano dal Madison Square Garden, e la notizia peggiore è che 12 delle prossime 15 partite saranno ancora in trasferta. “È un momento duro” spiega il gigante col numero 6, “facciamo fatica a livello mentale, e quando non ci sei con la testa non riesci a farcela”. Porzingis tira con il 36% dal campo da quando è iniziata la crisi della sua squadra, nove partite fa, ma Hornacek deve anche fare i conti con l’assenza di Tim Hardaway Jr., fuori da quasi un mese per un problema alla gamba. “Con lui infortunato le cose non sono sicuramente più facili, ma per fortuna sembra stia per tornare, e potrà togliere un po’ di pressione sia a me che agli altri ragazzi” ha detto lo stesso Porzingis a riguardo.

Il lettone, comunque, è stato difeso a spada tratta proprio dal suo allenatore: “A volte è davvero difficile giudicare un ragazzo dalle prime dieci partite della stagione, in cui magari è particolarmente in palla [300 punti ed il 51% al tiro per il diretto interessato, ndr], e tutti noi vogliamo che lui sia tranquillo. Ma a ventidue anni è chiamato ad un ruolo da protagonista, quindi è normale avere serate ottime, in cui il canestro ti sembra enorme, ed altre difficili in cui sembra minuscolo”.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.