L'ala dei Golden State Warriors, Kevin Durant, è ritornato arruolabile mercoledì nella sfida giocata e vinta contro i Los Angeles Clippers. All'ex Thunder mancano soltanto 25 punti per poter raggiungere il traguardo dei 20.000 punti realizzati in carriera in NBA. È sul punto di diventare il secondo giocatore più giovane nella storia della lega, dietro LeBron James, a raggiungere questo traguardo e uno dei soli cinque ad aver ottenuto questo numero di punti prima dei 30 anni, insieme a James, Kobe Bryant, Wilt Chamberlain e Michael Jordan.

L'asso dei Warriors spiega ai microfoni di ESPN il suo segreto: "Ogni giorno cerco nuove motivazioni. Nel mio primo anno volevo a tutti i costi conquistare il titolo di rookie of the year, al secondo invece volevo mantenere già media di 25 punti a partita. Ogni anno ho perseguito un obiettivo, ma sono schietto, sincero, mai avrei pensato di poter raggiungere questo traguardo. Ho cercato di dare sempre il massimo, giorno dopo giorno, ed ora mi ritrovo qui dove sono e ciò mi riempie d'orgoglio e di gioia". Sarà l'ottavo giocatore attivo a raggiungere i 20.000 punti in carriera, consolidando ulteriormente la sua candidatura alla 'Hall of Fame'.

Il lavoro quotidiano, la professionalità di un giocatore che ha sempre messo in primo piano il bene delle squadre nelle quali ha militato rispetto alle stalines personali. KD si è divertito a ricordare tutte quelle battaglie in campo con compagni di squadra ed avversari, tutti gli alti e bassi vissuti in questi anni che gli hanno permesso di diventare il giocatore eccezionale che è ora: "Rifletto molto per vedere da dove vengo e per vedere quanto sono cresciuto", ha detto. "I giocatori che ho incontrato come compagni di squadra e come avversari mi hanno spinto a diventare quello che sono, ci penso sempre. E' bello riflettere, ho avuto dei momenti incredibili come giocatore, spero di viverne altrettanti negli anni a seguire".

Ci sono stati dei momenti nei quali la carriera di Durant ha rischiato di non sbocciare. Infortuni - tanti - soprattutto alle caviglie, ma ad ogni stop la small forward ha saputo reagire, ritornando sui campi di gioco sempre più forte: "Non mi sono mai abbattuto, non fa parte del mio DNA. Sono contento di avere del rispetto come marcatore ma più in generale come giocatore della lega. Non voglio fermarmi qui. Voglio andare avanti senza pormi obiettivi".