Miami doveva rifarsi dopo la sconfitta di due giorni fa contro Chicago e lo fa alla perfezione espugnando il campo di Milwaukee, rivale diretto per i playoff. Whiteside è mostruoso con 27 punti, 13 rimbalzi e 6 stoppate a referto e dietro di lui ci sono i 15 ciascuno per Dragic e Olynyk. I Bucks come al solito trovano i loro top scorer in Middleton e Antetokounmpo, rispettivamente autori di 25 e 22 punti, ma ancora una volta non bastano per la vittoria. Vittoria in scioltezza per OKC in casa contro i Lakers, ottenuta grazie ai 27 punti di Carmelo Anthony che finalmente pare aver trovato la sua dimensione. Bene anche Adams con una doppia doppia da 21+10 rimbalzi, mentre il migliore dei gialloviola è Randle con 16 punti. Nessun problema per Utah che insegue il sogno playoff vincendo a Sacramento. Mitchell e Hood realizzano 59 punti in due, dimostrandosi in grandissima forma, mentre per gli avversari ci sono i 26 di Cauley-Stein e i 25 di Bogdanvovic.

Milwaukee Bucks - Miami Heat 101-106

Il primo quarto è quasi tutto a favore degli Heat, favoriti dai canestri di Whiteside che sembra rinato rispetto alle ultime uscite. I Bucks danno il via alla rimonta negli ultimi minuti con due triple consecutive di Snell, che evitano il crollo, ma li costringono ad inseguire a cinque punti di distanza. Nel secondo periodo si conferma la tendenza a favore dei padroni di casa, che dopo aver rimontato provano ad attivare la loro fuga. Il protagonista è ancora Snell con altre due triple, affiancato dai soliti Middleton e Antetokounmpo. Dragic dall'altra parte fa quel che può, ma il risultato si ribalta sul 57-52. Miami rischia di crollare sotto i colpi di Antetokounmpo ma si salva grazie alla prestazione pazzesca di Whiteside, che stravince la sfida contro Henson. Il -1 a un quarto dal termine è dovuto anche al buon Richardson, i cui canestri passano spesso inosservati. Fra le seconde linee spiccano i dieci punti in pochi minuti di Kelly Olynyk, necessari per far resistere gli Heat. Con il match apertissimo, gli ospiti conquistano il vantaggio decisivo grazie a due triple di Johnson e Winslow e per mantenerlo negli ultimi possessi si affidano al talento di Dragic, ancora una volta perfetto.

Oklahoma City Thunder - Los Angeles Lakers 114-90

Il match dà subito dei segnali di forte squilibrio in favore dei padroni di casa con Anthony e Adams in grande spolvero. Nelle file dei Lakers Caldwell-Pope è l'unico con qualche punto nelle mani, ma non può salvare i suoi dal primo parziale di 33-25. La panchina di OKC si dimostra ancora una volta non in grado di reggere il confronto e permette a un ottimo Randle di recuperare il match. La parità viene comunque spezzata negli ultimi 50 secondi, quando Westbrook riesce in un mini parziale di 6-0. Nel terzo quarto i Thunder danno la spallata decisiva al match: l'attacco torna a girare e con lui anche Carmelo Anthony, letteralmente on fire da qualsiasi posizione. I Lakers non hanno la qualità adatta per rispondere e improvvisamente si ritrova a -20. Nell'ultima frazione di gioco il risultato (e quindi la vittoria di Oklahoma City) non viene mai messo in discussione e coach Donovan può permettersi di non far rientrare i titolari, tolto George che ha speso qualche minuto in più degli altri.

Sacramento Kings - Utah Jazz 105-120

L'inizio premia Sacramento che riesce a sorprendere gli avversari grazie all'intesa tra Hill e Cauley-Stein. Il vantaggio però dura poco perché Favors con sette punti rimonta e permette ai suoi di chiudere il primo quarto sul +1. Nonostante un ottimo Bogdanovic, nel secondo periodo vengono fuori i reali valori in campo, con Utah molto più esperta e capace ad attaccare. In particolare è Hood a subentrare dalla panchina e a contribuire maggiormente al parziale che vale il 52-42. Al rientro in campo dopo la pausa Utah mette la freccia grazie a due triple di Ingles e al dominio di Donovan Mitchell, l'uomo del momento per i Jazz. L'unica pecca degli ospiti in questo match riguarda la protezione del proprio ferro, che ha dato la possibilità a Cauley-Stein di farsi valere nell'ultimo quarto, lasciando così qualche speranza accesa. Mitchell però ha altri programmi e ci mette poco a chiudere il match una volta per tutte, realizzando 12 punti negli ultimi 12 minuti.

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Andrea Valiani
Il mio nome è Andrea Valiani, vivo in Toscana, più precisamente a Poggibonsi e studio alla facoltà di scienze politiche a Siena.