Dopo aver ottenuto la qualificazione, grazie ad un insperato susseguirsi di eventi favorevoli, gli azzurrini di Gigi di Biagio si preparano ad affrontare la più ardua delle imprese. La Spagna di Albert Celades è l'ultima delle fatiche di Ercole, la prova impossibile da superare che decreterà la reale favorita per la vittoria dell'Europeo di categoria. 

La spedizione azzurra in Polonia è partita assieme ad una miriade di certezze, nonostante un gioco non sfavillante (prerogativa del DNA azzurro, dalle giovanili alla Nazionale maggiore) e una condizione fisica titubante. Dopo le prime due partite, pareva essersi accesa la spia della riserva e la dolorosa sconfitta, patita dalla Repubblica Ceca, sembrava aver ridimensionato un orgoglio patriottico forse eccessivamente gonfiato. Il passaggio del turno rappresenta, probabilmente, l'obiettivo minimo appena raggiunto, ma alla luce delle vicende di ieri sera, quest'Italia sembra aver compiuto un mezzo miracolo. Detto che gran parte del merito è dovuto alla vittoria della Danimarca, bisogna sottolineare la partita gagliarda e audace di un'Italia convinta e concentrata, ma anche cinica e robusta dietro. La Germania si è accontentata di non incontrare la Spagna, prolungando (Inghilterra permettendo) la propria permanenza in Polonia. Le notizie dello sgambetto dei danesi hanno galvanizzato tutti, provvedendo a scemare i ritmi della partita. La Repubblica Ceca non ha avuto la forza di vincere e passare, poiché l'Italia avrebbe fatto grande difficoltà a segnare tre gol ad una Germania comunque solida e compatta. 

 LA SFIDA PIU' ATTESA

Italia-Spagna è diventata una classica del panorama calcistico moderno. Italia-Spagna mette a confronto due modi diversi di vedere lo stesso sport. Gli iberici, sempre più devoti all'estetismo, di fronte agli azzurri pragmatici, mai domi e scarsamente attratti dalla ricerca del bello. In realtà, con l'avvento delle nuove filosofie calcistiche e soprattutto con la "caduta" di Del Bosque e del Barcellona del "tiki-taka", anche la Spagna è stata costretta a rivisitare la propria natura, avvicinandosi ad un calcio più verticale e incline al raggiungimento di obiettivi e risultati. Quello che fa l'Italia da sempre, adesso ha imparato a farlo anche questa Spagna, mischiando alla perfezione concetti di epoche calcistiche passate e presenti. La "Rojita", che scenderà in campo martedì, è il risultato di tutte queste confluenze idealistiche, proiettate sulla base talentuosa dei nuovi gioielli a disposizione. La rosa iberica presenta innumerevoli variabili e soluzioni tattiche, partendo da Gerard Deulofeu, che è ormai il meno "guardiolano" dei talenti prodotti dalla cantera balugrana. L'esterno ex Milan proviene da una generazione stagionata di talenti (con lui anche Sandro Ramirez), che ha saputo reinventarsi dopo la fine del Barcellona orizzontale di Pep. Scorrendo la rosa, si rimane estasiati dalla qualità a disposizione del CT, la sfida con la promettente Italia assumerà i caratteri di una vera e propria finale anticipata. Da Saul Niguez, perno imprescindibile dell'Atletico Madrid, a Hector Bellerin, terzino funambolico dell'Arsenal, passando per il fenomeno Asensio e chi più ne ha più ne metta. Gli iberici hanno terminato il loro girone a punteggio pieno, passeggiando sui cadaveri di Macedonia, Portogallo e Serbia. Saranno Asensio e compagni a dirci realmente quali sono le Colonne d'Ercole della nostra nazionale. 

L'ITALIA S'E' DESTA

Dopo aver osservato l'orizzonte, attraverso le linee del nemico, è bene confrontarci anche con le risorse che la nostra selezione azzurra potrà mettere in campo nella sfida di martedì, onde evitare una partenza prematuramente negativa. L'Italia s'è desta, ha compiuto ciò che fino a venerdì pareva impossibile, grazie anche alla giusta dose di fortuna. La Germania è stata domata dalla rete di Bernardeschi e il risultato di Repubblica Ceca-Danimarca ha fatto contenti tutti. Sull'1-0, come si dice in gergo, la partita è stata fatta finire ed anche la Germania ha avuto il suo contentino. Lungi dal nominare un clamoroso biscotto, visto sia il suicidio (inaspettato) dei cechi, sia lo scarso gusto tedesco per le prelibatezze italiane. Non è un mistero che il 3-1 (con numero premeditato di cartellini gialli!) sarebbe stato un epilogo improbabile. Semplicemente il risultato maturato grazie al gol del 10 azzurro ha allontanato ogni dubbio, impedendo ai tedeschi di raddoppiare lo sforzo per ottenere il primato nel girone. Un primato che avrebbe portato in dote la sfida alla pericolosa Spagna, scongiurata in extremis grazie ad una propizia combinazione di risultati. Ora viene il bello, perché Italia-Spagna è sempre una sfida affascinante e i precedenti sono qui a confortarci. L'ultimo incrocio risale ad un amichevole primaverile giocata a Roma, in cui gli azzurrini cedettero per 2-1 (gol di Pellegrini) in un match giocato a ritmi esasperati, quasi si trattasse di una competizione ufficiale. Allargando di poco il target, è evidente come i destini di queste due compagini siano inevitabilmente legati. Anche la Nazionale maggiore dovrà vedersela con le Furie Rosse, dopo averla sconfitta esattamente un anno fa agli Europei di Francia.

La partita di martedì è supportata da una storia e da una rivalità con pochi eguali, al momento, su questo pianeta. La Spagna parte come al solito da favorita, l'Italia ha preferito nascondere le proprie carte in queste prime tre partite, mostrando la sua vera natura solamente a tratti. Le squalifiche di Berardi e Conti potrebbero pesare parecchio, ma questa squadra ha dimostrato di saper stringere i denti come da DNA. Gli iberici potranno anche essere superiori, schiantandoci come nella finale dell'Europeo 2012, ma sarebbe un peccato non provarci poiché, dopo l'impresa sfiorata dall'Under 20, il calcio italiano è già pronto per riscrivere un'altra pagina della sua gloriosa storia.