Un'antichissima leggenda (risalente all'età del ferro) nata nel regno di Panyu (蕃禺), l'attuale Guangzhou, raccontava dell'avvento nel regno dell'imperatore di un guerriero immortale che con in mano una spiga di grano a cavallo di un ariete, scese direttamente dal regno dei cieli e fece cessare la carestia che affliggeva il suo popolo.

Quest'estate si è parlato fin troppo del trasferimento di Paulinho al Barcellona: ci si è concentrati più sul numero di maglie vendute, sul suo prezzo di trasferimento, sul "passato" in Premier piuttosto che sul reale valore del giocatore. Nelle ultime ore di mercato è scoppiato addirittura il caso Bartomeu, secondo il quale l'acquisto del brasiliano non sarebbe altro che un uso strumentale del Barcellona per fini personali. Il ragazzo originario di San Paolo sì è trovato, senza grandi colpe se non quella di un palleggio sbagliato, al centro di un caos mediatico senza precedenti, esordendo all'Estadio Mendizorrotza tra lo scetticismo generale. Il Barcellona di quel lontano 26 agosto sembrava lontanissimo dai fasti degli anni passati: peggior sessione di mercato degli ultimi anni, a detta dei critici, Real Madrid che sembrava irraggiungibile in campo e fuori, Iniesta vicino al ritiro, Messi che rifiuta il rinnovo contrattuale dopo l'addio di Neymar.

José Paulo Bezerra Maciel Júnior non si è scomposto: ha passato due stagioni al Guanzhou Evergrande, totalizzando ben 95 presenze, giocando in campi, stadi e condizioni climatiche assurde riuscendo spesso a fare la differenza. Ha fatto suo in due anni di Cina un precetto molto semplice del Confucianesimo, quello della felicità (礻畐)  che secondo il Maestro poteva arrivare semplicemente da una ciotola di riso, un bicchiere ed il braccio usato come cuscino. La gioia non arriva dalle cose materiali, ma dalla pace interiore; con certezze del genere non può assolutamente spaventarti il Camp Nou.

I numeri in questo inizio di Liga parlano per lui: due gol ed un assist pesanti nel giro di 90 minuti (lo stesso numero di reti di Iniesta in 3 anni), 37 passaggi completati su 39 provati contro l'Eibar, 100% di tackle vinti in 122 minuti giocati ma soprattutto l'alfiere fondamentale della scacchiera di Ernesto Valverde. Una sorta di Antieroe che si ritrova nel fulcro del centrocampo di quella che fino a pochi mesi fa era la squadra più forte del modo, rendendolo imprevedibile a furia di inserimenti e giocate da brasiliano purosangue. Paulinho in carriera ha vinto nell'ordine: il Brasileirão, la Coppa Libertadores ed il Mondiale per Club con il Corinthians; 2 Chinese Super League, 2 Supercoppe, una coppa cinese e la prestigiosa Champions League Asiatica con il Guangzhou e la Confederations Cup con il Brasile (di cui attualmente è il centrocampista più prolifico).

Nella leggenda del regno di Panyu l'immortale riuscì a salvare il popolo dalla rovina, chissà se Paulinho aiutato dal miglior giocatore del mondo e Co. riuscirà a far tornare ad alzare trofei di valore ai suoi, interrompendo la "carestia" che dura da più di un anno.