Diciamocelo con chiarezza, abbandonando per un attimo il mestiere di giornalista ed indossando l'abito del tifoso. Ieri una buona parte di noi, se non quasi tutti, mai avrebbe immaginato una debacle simile, confidando sotto sotto in una riscossa azzurra da tramutare in trionfo dopo il novantesimo. Ma questa Italia "Ortisiana", che sceglie il suicidio non per la morte della propria Patria quanto per una tendenza vicinissima all'harakiri, di riscossa non ne ha manco voluto sentir parlare, costringendo la tifoseria tutta a sentenziare in maniera negativa tutti gli interpreti del naufragio in terra scandinava. Ed ecco che ci ritroviamo qui, la mattina dopo, frastornati ma non ubriachi, a cercare di salvare quel salvabile che di fatto non c'è con pagelle tanto indecorose quanto vogliose di essere smentite lunedì.

REPARTO DIFENSIVO
Buffon: 5,5. Vista la sua inoperosità avrebbe meritato anche la sufficienza, ma dopo una sconfitta tanto grave sarebbe impensabile premiare con un buon voto l'estremo difensore della rosa uscita con le ossa rotte. Qualche buona parata e nulla più, bravo ad intervenire su Forsberg (comunque in offisde) nella ripresa.
Barzagli: 5,5. Ci prova, combatte, ma spesso subisce lo stra-potere fisico degli avversari. La classe negli interventi c'è sempre, ma contro avversari che la mettono sui chili il difensore bianconero soffre e non poco, mettendo il luce una condizione lontana da quella degli anni migliori.
Bonucci: 5. Nessun voto dettato dalla sua situazione al Milan, sia chiaro. Il 19 rossonero sembra un altro rispetto a quello ammirato fino a qualche mese fa. I suoi lanci sono spesso prevedibili, gli interventi difensivi frettolosi e poco precisi. Assolutamente da rivedere in vista di lunedì.
Chiellini: 5,5. E' l'unico che si mette abbastanza in mostra, considerando le sue specifiche caratteristiche fisiche. Agguerrito come sempre, King Kong riesce a tener testa agli scandinavi in alcuni momenti, soffrendo però alla distanza.

REPARTO CENTRALE
Candreva: 5. Il voto sarebbe inferiore, ma il mezzo punto in più va al consueto sacrificio fuori posizione. Da fluidificante, Candreva fatica a portarsi sulla fascia e a crossare, mancando dei tempi giusti per mettere sotto scacco la distratta difesa svedese. Poco pungenti anche i cross, mai pericolosi.
Verratti: 4. Impresentabile e non solo sul piano del gioco. Il metodista del Paris Saint-Germain perde un'altra occasione per caricarsi l'Italia sulle spalle, rallentando spesso le azioni e beccandosi anche un giallo valevole la squalifica in vista del ritorno. Poco concentrato e timido.
De Rossi: 5,5. Il solito combattente, a cui si aggiunge un calma olimpica nell'evitare inutili questioni con gli svedesi dopo i soliti falli. Ruba molti palloni ma niente più, complice anche l'immobilità dei compagni di reparto.
Parolo: 5,5. Niente più niente meno, per l'ex Parma. Spesso in ombra ma autore di un onorevole lavoro sporco, Parolo non riesce mai ad inserirsi in area, provandoci qualche volta ma auto-costringendosi al mero atteggiamento difensivo.
Darmian: 6. Forse il migliore dei nostri, guizzante sulla fascia mancina e pericolosissimo con un palo nella ripresa e sugli sviluppi di un corner. Niente più, se mai ce ne fossero state le condizioni.

REPARTO OFFENSIVO:
Immobile: 5. Si batte e si muove, ma non punge. Viene spesso anticipato dai difensori svedesi, nel finale tenta conclusioni improvvise ma dettate dalla scarsezza di idee.
Belotti: 5. Non è al meglio e si vede. Il Gallo punge con un colpo di testa nel primo tempo, nella ripresa e fino al cambio nulla più. Al ritorno è necessario un cambio di passo. 

SOSTITUTI:
Eder: dal 65', 5. Forse l'eurogoal degli Europei ha illuso i cuori azzurri, già convinti di vedere nell'italo-brasiliano l'eroe anche di questa sfida. Nulla di tutto questo, con Eder che naviga nel desolato mare dell'insufficienza di prestazioni.
Insigne: dal 76', 5. Capiamoci, in un modulo che lo costringe a giocare largo Lorenzo il Magnifico non può esprimersi al meglio, ma dare più di un 5 ad un calciatore subentrato per cambiare la gara sarebbe indecoroso nei confronti di chi ha lottato fino al 95'. Sempre braccato, Insigne ha spesso cercato il tiro a giro, non trovando varchi.