Seconda contro prima, nel catino infernale del Mestalla. La giornata di Liga vive il suo punto più alto al tramonto, il Barcellona di Valverde sbarca a Valencia, nella terra di Marcelino. Partiamo dai numeri, impressionanti, che accompagnano i catalani. Undici vittorie in dodici uscite di campionato - il pari del Wanda Metropolitano come unico "neo" - tre successi in cinque tornate di Champions. 0-0 all'Allianz Stadium con la Juventus nella corrente settimana, con Messi in panchina e la testa proiettata proprio al Valencia. In coppa, manco a dirlo, qualificazione acquisita e impressione di forza. Rigenerato dall'avvento di Valverde, questo Barcellona sembra pronto ad iniziare un nuovo ciclo, ormai libero dalle catene, suadenti e pericolose, di un passato di gloria. Una squadra diversa, meno incatenata all'estetica, tremendamente più concreta. Il punto di contatto è Messi, scarpa d'oro e futuro blaugrana, dopo il prolungamento a cifre record. Il Barcellona sa di avere un'occasione ghiotta, spedire a meno 7 il Valencia, di fatto chiudere a doppia mandata la Liga già nel girone d'andata. 

Obiettivo non semplice, perché la squadra di Marcelino è reduce da otto vittorie in campionato, l'ultima per 2-0 sul campo dell'Espanyol e fiuta l'impresa nel rettangolo amico. Una sorpresa dai contorni tremendamente reali, un gruppo in grado di seguire la medesima direzione, la forza dei singoli portata alla causa comune, sotto l'attenta guida del tecnico spagnolo. 

Valverde non può dormire sonni tranquilli, specie per i problemi che attanagliano il settore arretrato. Mascherano è infatti out per problemi fisici, Piqué è fermo un turno per squalifica. Umtiti è la colonna portante del reparto di difesa, probabile la presenza di Vermaelen al suo fianco. In corsia - Semedo e Digne presenti in coppa - certo il ritorno di Jordi Alba. Da sciogliere un ulteriore quesito in mediana. Busquets è il vertice basso, l'elemento di equilibrio. Rakitic occupa una delle due caselle vacanti. Diverse opzioni per rifinire il reparto. Paulinho, in caso di atteggiamento prudente, Iniesta per il centrocampo di fioretto. L'illusionista, in caso di maglia da titolare per il brasiliano, è pronto ad alzare il suo raggio d'azione e ad affiancare, davanti, Messi e Suarez. Paco Alcacer e Deulofeu sprintano per rivoluzionare le gerarchie offensive, per strappare un consenso in una serata nobile. 

I convocati 

Ter Stegen, Cillessen, Semedo, Rakitic, Sergio, Denis Suárez, Iniesta, Suárez, Messi, Paulinho, Deulofeu, Paco Alcácer, Jordi Alba, Digne, Aleix Vidal, Umtiti, Vermaelen y David Costas

Marcelino, come detto, arriva all'appuntamento a vele spiegate. Non ci sono grossi problemi per il Valencia, 4-4-2, con due linee compatte e il prezioso ritorno di Zaza davanti - coppia con Rodrigo. Nella zona nevralgica, l'intelligenza di Parejo, lo strapotere fisico di Kondogbia. Margherita ricca sull'esterno, Guedes e Soler sono carte interessanti. Garay è il perno della linea di difesa.