Se la partita di ieri al Cornellà El Prat doveva essere un nuovo test per il Plan B del Real Madrid, l'esame non è stato superato. Sconfitti infatti 1-0 dall'Espanyol di Quique Sanchez Flores, con gol di Gerard Moreno in pieno recupero, i merengues hanno mostrato di avere la testa altrove (probabilmente al ritorno degli ottavi di Champions League contro il PSG) e di non possedere seconde e terze linee all'altezza, in una serata in cui Zinedine Zidane ha fatto ruotare praticamente tutti i giocatori a disposizione.

Ancora orfano di Marcelo, Luka Modric e Toni Kroos, da recuperare in vista di Parigi, il tecnico transalpino ha lasciato a riposo Cristiano Ronaldo, ha dovuto rinunciare anche a Casemiro, e ha scelto di far partire dalla panchina Dani Carvajal e Karim Benzema. Ne è derivato un undici alternativo che, con interpreti diversi, lo scorso anno fece la fortuna del Real in campionato. Stavolta sono scesi in campo Achraf e Nacho come terzini (Theo Hernandez in panchina dopo i primi cenni di risveglio), Marcos Llorente davanti alla difesa insieme a Mateo Kovacic, con Lucas Vazquez, Isco e Marco Asensio a supportare un Gareth Bale in versione prima punta. Sin dai primi minuti si è compreso che la serata di Barcellona sarebbe stata pungente - in tutti i sensi - per il Madrid, lento e impreciso nelle giocate, contro un avversario che invece aveva voglia di superare il momento negativo (sette gare senza vincere in Liga). Nessuno ha dato la scossa al Madrid alternativo, neanche Isco, il malagueno che sta vivendo un periodo di difficoltà, anche fisica, e che non è riuscito ad accendere la luce in una manovra stantia. Gareth Bale è apparso a lungo un corpo estraneo alla squadra, in un ruolo che dovrebbe rappresentare il suo futuro, ma che attualmente non ha cucito addosso, per movimenti e rapidità. Il gallese rimane infatti un giocatore da campo aperto, non da giocate nello stretto nelle fauci di difese attente che si difendono basse. Se poi anche Marco Asensio (eccezion fatta per una fantastica giocata nel primo tempo) e Lucas Vazquez diminuiscono i giri dei rispettivi motori, ecco spiegato l'andamento a scartamento ridotto del Real del Cornellà El Prat, che ha rischiato più volte in disimpegno, si è aggrappato al solito Keylor Navas, fino a incassare gol sul gong, con Gerard Moreno solo in area di rigore (anche perchè Sergio Ramos si era spostato in attacco per cercare fortuna nel finale).

Lenti, molli, svagati e senza fame. E' questa la descrizione che fanno oggi i quotidiani di Madrid della squadra vista ieri contro l'Espanyol. Per molti, la conferma che diverse seconde linee non sono all'altezza, per altri un campanello d'allarme in vista di Parigi. In realtà i merengues visti ieri non sono stati diversi da quelli che già nel girone d'andata avevano palesato tutte le loro difficoltà (sconfitta molto simile a quella di Girona), anche con i titolari in campo. Certo, i vari Achraf, Marcos Llorente e Nacho si sono limitati al compitino, senza neanche sfigurare, ma al Real sono mancati guizzi in area e giocate ad alto ritmo. Non hanno cambiato le cose gli ingressi in campo nel finale di Karim Benzema, Dani Ceballos e Borja Mayoral, che non hanno contribuito a un cambio di passo sempre auspicato ma mai effettuato. Il francese è da tempo nel mirino di critica e tifosi, e il suo addio a fine stagione sembra scontato, così come quello di Gareth Bale, dal rendimento ondivago e con la spada di Damocle degli infortuni sempre pronta a pendere sulla sua testa. Ecco perchè la sfida del Parco dei Principi (non dovrebbe esserci Neymar per Unai Emery) è ora vista come una sorta di giudizio universale su rosa e allenatore. Una mezza rivoluzione è in realtà già in programma (Lewandowski e Kane i nomi più caldi come nuovi centravanti), ma potrebbe essere anticipata in caso di eliminazione, perchè neanche Zidane gode di immunità infinita, come d'altronde nessuno in casa Real Madrid. Un ambiente isterico ha voglia di cambiamenti (che potrebbero riguardare persino Isco), e non è escluso che Florentino Perez decida di accontentare chi contesta. Intanto, la sua squadra rischia di essere superata dal Valencia al terzo posto in classifica, con l'ultimo obiettivo in Liga che è quello di centrare la qualificazione alla prossima Champions senza troppi patemi. Tutto il resto dipenderà da Parigi e dal prosieguo dell'eventuale primavera europea, con la sensazione che stavolta sia tutto pronto per una nuova estate contraddittoria del Madrid.