Molto da guadagnare, poco o niente da perdere. Potrebbe essere questa la sintesi estrema dell'atteggiamento con cui la Roma si presenta al cospetto del Barcellona di Leo Messi, Suarez e tutti gli altri. Una squadra, quella giallorossa, che non vuole smettere di sognare, dopo aver vinto un girone con Chelsea e Atletico Madrid, ma che è allo stesso tempo consapevole di trovarsi di fronte un avversario durissimo. E a Eusebio Di Francesco non c'è certo bisogno di ripeterlo. In più il tecnico non ha ancora risolto il dubbio legato a Radja Nainggolan.

La conferma arriva direttamente nel corso della conferenza stampa della vigilia dell'andata del quarto di finale di Champions League: "Il Barcellona è molto forte, non ha bisogno di vantaggi, anche se non credo che loro baseranno la partita sulle mie scelte. Nainggolan è molto importante, oggi farà il provino decisivo o magari domattina. A oggi, le percentuali sono del 50%. Abbiamo recuperato anche Pellegrini, farà la rifinitura. Per quanto riguarda tutti i ruoli, in questa gara voglio mettere tutti sull'attenti, nessuno è sicuro di poter giocare, in tanti saranno protagonisti. Giocherà la Roma, che è la cosa più importante. Dobbiamo giocare ancora di più da squadra".

Di Francesco poi prova a spiegare come secondo lui si deve affrontare questo Barcellona: "Se la Roma è arrivata ai quarti di finale, qualcosa ha dimostrato. Il Barcellona ha mentalità, la Roma deve crescere tanto. Il rispetto del Barcellona è importante, noi non dobbiamo perdere in identità ma avere attenzione in determinate situazioni, contro una squadra che ha un'altissima precisione in zona gol e grande qualità, dobbiamo dare loro meno possibilità possibile. Se li portiamo vicini all'area ne avranno di più. Il Barcellona ha preso solo un gol in casa in Champions League. Fa capire quanto abbia subìto pochissimo. Dobbiamo avere un atteggiamento positivo e propositivo. Ci siamo guadagnati questa chance tutti insieme, con una grande competizione. Guardiamo avanti con ottimismo e spensieratezza".

Si chiude con qualche indicazione tattica: "Non sarà il mio atteggiamento che farà la differenza, dovremo stare attenti. Vedendo Siviglia, dovremmo giocare 4-2-3-1, ma non c'era Messi fino al 60'. Difficilmente giocheremo 4-4-2, non sono abituato a improvvisare. Bisogna creare una mentalità, darei un segnale di debolezza. Potrei scegliere un esterno più difensivo, ma con la stessa identità di gioco".