Sarebbe stato molto più suggestivo vincere il titolo sul campo, magari settimana scorsa nel derby contro il Manchester United, ma conquistare aritmeticamente il trofeo in poltrona va bene uguale, oltretutto grazie alla sconfitta dei cugini Red Devils a Old Trafford con il West Bromwich, dopo aver fatto il proprio dovere battendo il Tottenham a Wembley. Il Manchester City è ufficialmente Campione d’Inghilterra per la quinta volta nella sua storia: è ormai incolmabile la distanza di 16 punti dagli uomini di Josè Mourinho a 5 giornate dalla fine. Per la verità mancava solo la matematica per mettere la parola fine alla corsa per il primo posto in Premier League che probabilmente non è mai cominciata.

Bastano i numeri a certificare la stagione straordinaria dei Citizens: 28 vittorie – eguagliato il record stabilito nell’annata 2011-12 con ancora 5 turni a disposizione -, miglior attacco con 93 goal fatti e miglior difesa con 25 reti subite. Poi, ci sono i record: gli 87 punti conquistati finora sono già più degli 86 che servirono nella stagione 2013-14 per vincere l’ultimo titolo e le cinque giornate d’anticipo con cui il primo posto è diventato matematico rappresentano un primato in Inghilterra, al pari della stagione 2000-01 quando il Manchester United di Sir Alex Ferguson riuscì nella stessa impresa; il City ha battuto tutte e 19 le avversarie in campionato, come successo soltanto ad altre due squadre da quando esiste la Premier – Chelsea nella stagione 2005-06 e Manchester United nella stagione 2010-11 – e con 15 punti ancora a disposizione gli Sky Blue possono raggiungere o superare quota 100, come nessuno mai in Terra d’Albione, con la possibilità concreta di battere l’attuale record di 95 del Chelsea della stagione 2004-05.

Pep Guardiola diventa il primo manager spagnolo a conquistare questo trofeo, quinto tecnico non britannico a vincere il titolo nelle ultime cinque stagioni dopo il cileno Pellegrini – con il City -, il portoghese Mourinho – con il Chelsea -, e gli italiani Ranieri e Conte – con Leicester e Chelsea. Stagione praticamente perfetta sul territorio inglese dunque, con la vittoria della Premier che accompagna la League Cup alzata a febbraio contro l’Arsenal, a cui però bisogna aggiungere la delusione in FA Cup – eliminazione per mano del Wigan – e soprattutto il percorso non all’altezza in Champions League, concluso ai quarti di finale dopo una doppia sconfitta con il Liverpool.