Sofferenza e distrazioni difensive, ma anche bel gioco, spettacolo e tanti goal. Il Liverpool condensa tutta la sua stagione nei primi 90 minuti contro la Roma, che valgono il primo passo verso la finale di Champions League. La sofferenza è nella parte iniziale di match, quando i Reds subiscono la personalità ed il baricentro alto dei giallorossi e vanno ad un centimetro dallo svantaggio con la traversa colpita da Kolarov – nel caso Karius tutt’altro che attento ma comunque efficace nel deviare il pallone. Poi, si accendono i tre davanti ed il pallino del gioco passa in mano ai padroni di casa: Manè si divora una rete in campo aperto, pochi minuti prima del gioiello di Mohamed Salah, che si inventa un sinistro a giro dritto all’incrocio sul quale Alisson non può nulla; è un monologo del Liverpool fino al duplice fischio, certificato dalla traversa di Lovren e dal raddoppio ancora dell’ex in contropiede. Nella ripresa il canovaccio della gara non cambia, con l’egiziano in serata di grazia – non certo la prima della sua splendida stagione – a servire il tris di Manè ed il poker di Firmino; il brasiliano firma anche il 5-0 di testa, prima del rilassamento finale che costa al Liverpool qualche brivido nella gara di ritorno dell’Olimpico.

Salah in versione messianica | www.twitter.com (@ChampionsLeague)
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Ovviamente il titolo di man of the match se lo prende Salah: due goal, due assist ed un moto perpetuo per tutto il campo, pressing forsennato ed accelerazioni incontenibili che farebbero la gioia di qualsiasi allenatore; c’è poi da sottolineare la prestazione di Roberto Firmino, anche lui autore di una doppietta e di un assist, oltre che del solito lavoro prezioso in appoggio nella fase di impostazione. Molto bene anche il centrocampo, con Henderson finalmente leader in una serata importante, Milner come sempre una sicurezza e con Wijnaldum prontissimo ad entrare a freddo dopo un quarto d’ora per l’infortunio di Chamberlain ed a prendersi il ruolo di incursore – anche se pesa sul 5-1 il clamoroso liscio a pochi passi da Alisson.

Da rivedere invece la difesa, in particolare la prova di Dejan Lovren: fin quando il gioco lo fa il Liverpool, lui non ha grossi problemi a contenere gli avanti della Roma, ma, se attaccato, il croato va facilmente in difficoltà, come dimostra l’errata lettura sul lancio lento di Nainggolan in occasione del goal di Dzeko. Non positiva neanche la serata di Manè, nonostante la rete segnata, perché il senegalese ha abituato a partite ben diverse: forse è rimasto scosso psicologicamente dalla chance fallita in campo aperto, però il suo voto – goal a parte – è al limite della sufficienza. Jurgen Klopp può così tirare le somme a fine serata: il 5-2 finale porta la mente a Roma-Barcellona, perché anche in questo caso un 3-0 per i giallorossi equivarrebbe ad una rimonta completata, ma il manager tedesco sa bene come evitare uno scivolone così, anche perché i suoi attaccanti trovano la via del goal molto facilmente ed all’Olimpico servirà essere letali sottoporta.