La Russia ospita, come noto, l'imminente rassegna iridata. La nazionale di casa si presenta quindi di diritto alla manifestazione, senza nessun percorso di qualificazione alle spalle. Una presenza consolidata, si tratta della decima partecipazione nel complesso - il fiore all'occhiello è il quarto posto conseguito nel '66, unico balzo in semifinale nella storia della rappresentativa. Difficile ipotizzare un miracolo sportivo all'alba della competizione, la Russia non rientra nel novero delle favorite. La presenza di un pubblico amico può però quantomeno accorciare il gap tecnico rispetto a compagini più quotate. Ad alzare l'asticella dell'attenzione, un sorteggio tutto sommato favorevole. La squadra di Cherchesov, chiamata ad aprire il mondiale il 14 giugno, è inserita nel Gruppo A in compagnia di Arabia Saudita, Egitto e Uruguay. Sulla carta, la Russia può legittimamente aspirare a superare il primo sbarramento, a raggiungere gli ottavi di finale. In un'ipotetica griglia, l'Uruguay sembra avere un'incollatura di vantaggio, in virtù di individualità di spicco e di un'ossatura superiore. Russia ed Egitto - la presenza di Salah nobilita la candidatura africana - si trovano sul secondo gradino, con l'Arabia Saudita in quarta ruota.

Il rischio è di mancare l'appuntamento con la storia, la Russia non è nuova a contro-prestazioni in sede mondiale. Basta riavvolgere il nastro e tornare all'edizione 2014. Spartito simile, con i russi incastonati in un gruppo con Belgio, Corea del Sud e Algeria. Due pari - con Corea e Algeria - e la sconfitta di misura con il Belgio. Terza posizione e conseguente eliminazione. Massima allerta quindi, una prematura dipartita non rientra nei piani di casa. La qualificazione in quanto paese ospitante, inoltre, comporta anche alcuni interrogativi. La squadra, infatti, sbarca alla rassegna senza partite in grado di cementare il gruppo, di oliare meccanismi e idee. Due amichevoli di recente, sei reti al passivo, impressione di impotenza al cospetto di Francia e Brasile. Naturale crollo al cospetto di due potenze di primo piano, a sottolineare il ruolo di seconda fascia della Russia. L'ultima affermazione risale al 7 ottobre 2017, 4-2 alla Corea. Nella successiva fermata di novembre, stop con l'Albiceleste e pari roboante - 3-3 - con una Spagna alterna.

Il pari nel 2014 tra Russia e Algeria

Cherchesov - in sella dal 2016 - deve sciogliere alcuni dubbi in seno all'undici tipo. Il modulo appare collaudato, un 3-5-2 in cui gli esterni devono coprire l'intera corsia e soprattutto garantire un equilibrio d'insieme. La Russia, da tradizione, è nazionale solida, con poche eccellenze. Principi semplici, un calcio pratico, non certo spettacolare. Siamo in un periodo di transizione, ci sono ancora alcuni veterani di lungo corso, come Zhirkov, il ricambio è piuttosto faticoso. L'assenza di Kokorin - distorsione al legamento del ginocchio destro - priva il comparto offensivo di tecnica e qualità, costringe il tecnico a rivisitare i piani d'attacco. In mediana spicca la presenza di Golovin, 21 anni, in forza al CSKA, presente e futuro di questa rappresentativa. Fedor Smolov, 12 reti in nazionale, è invece il terminale da seguire.

La formazione proposta da Cherchesov contro la Francia

Prima del mondiale sono in programma due test. Il 30 maggio sfida all'Austria, il 5 giugno rodaggio con la Turchia.

Il calendario mondiale

14 giugno Russia - Arabia Saudita

19 giugno Russia - Egitto

25 giugno Russia - Uruguay

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo