Il prossimo 14 giugno inizierà il Mondiale 2018, il primo in Russia e, soprattutto, il primo tecnologico. La rassegna iridata, infatti, vedrà il debutto a livello internazionale del VAR, volgarmente definita moviola in campo. Non una novità per gli italiani, tantomeno per i tedeschi, abituati – ormai – all’utilizzo della tecnologia sui campi da calcio. Nel nostro paese – infatti – dopo un anno di sperimentazione offline, il campionato appena terminato è stato il primo con il VAR, al suo battesimo proprio nella prima gara ufficiale della Serie A, con il rigore assegnato al Cagliari – contro la Juventus – nell’agosto scorso. La tecnologia ha limitato gli errori arbitrali e corretto decisioni inizialmente errate con percentuali decisamente soddisfacenti. E proprio il sistema italiano sarà quello utilizzato in Russia.

Lieve la differenza con il VAR utilizzato in Bundesliga; in Italia c’è un furgone all’esterno di ogni stadio in cui si gioca con le immagini che arrivano in tempo reale e visionate da VAR ed AVAR. In Germania, invece, tutte le immagini delle gare arrivano in contemporanea in un centro di controllo situato a Colonia.

Il prossimo 14 giugno, quindi, ci sarà il debutto ufficiale del VAR, della tecnologia davanti al Mondo; almeno ufficialmente. Eh sì, perché la tecnologia è già stata utilizzata in un’edizione iridata, in una gara, e già allora s’intuì il potenziale, nonostante le smentite di rito. Già, ma in che occasione fu utilizzata la tecnologia?

Mondiale 2006, l’edizione decisamente molto cara agli italiani. Stiamo parlando della rassegna iridata vinta dagli azzurri di Marcelo Lippi, della Germania padrona di casa eliminata ai supplementari in semifinale e della Francia battuta in finale ai rigori. Ed è proprio nel match del nove luglio 2006 che la tecnologia ha preso piede per la prima volta su un campo di calcio. È il 5’ del secondo tempo supplementare, il 110’ di una finale che si concluderà ai rigori. Azione d’attacco della Francia svanita; le squadre si stanno riposizionando in campo quando Zidane – tornando verso la sua metà campo – cambia direzione, si fionda verso Materazzi e gli rifila una testata in pieno petto. L’arbitro argentino Elizondo non se ne accorge, nemmeno il guardalinee; Buffon e la difesa azzurra protestano in modo veemente, passa un minuto e l’arbitro mette mano al taschino per estrarre il rosso. Zidane espulso. Com’è possibile? Ancora oggi vi è il riserbo più assoluto, manco fosse un segreto di Stato. La spiegazione più probabile è, però, una sola; il quarto uomo – posizionato tra le panchine – deve aver buttato l’occhio su uno dei tanti monitor a bordo campo e visto la scena della testata. Sarebbe stata un’ingiustizia clamorosa tenere in campo il francese ed ha quindi optato per la soluzione più giusta; arbitro avvisato e mezzo salvato. È la prima versione di moviola in campo; era il 2006, 11 anni dopo è realtà, con buona pace di Sepp Blatter, Presidente della FIFA dell’epoca e poco incline alla tecnologia.