Russia 2018 che comincia a regalare vere sorprese. Questa edizione si sta rivelando meno scontata del previsto, ma se le big hanno faticato, centrando però alla fine l'obiettivo, ce n'è una che piange: la Germania campione in carica, ieri alle 18 era già fuori dalla competizione, ultima nel girone con Messico, Svezia e Corea del Sud. Un'eliminazione cocente, ma assolutamente meritata.

In tre partite i tedeschi hanno offerto solo un buon secondo tempo contro la Svezia (a onor del vero più a livello caratteriale che di gioco) che grazie a Kroos era valso gli unici tre punti in un gruppo assolutamente alla portata e chiuso invece all'ultimo posto. Poteva essere la scossa, l'inversione di rotta che avrebbe permesso ai teutonici di arrivare in fondo alla competizione, come quasi sempre accade, ma così non è stato. Contro Messico e Corea due sconfitte meritate, con la netta sensazione che il gol difficilmente sarebbe arrivato. Tante le cause: le scelte di Löw, uomini chiave lontani dalla forma migliore, il difficile inserimento dei giovani e altro ancora, ma andiamo con ordine.

Tante difficoltà già in difesa, la condizione non ottimale di Neuer e Hummels non può essere un alibi, un reparto che era stato sempre fiore all'occhiello della scuola tedesca ha concesso quattro gol in tre partite. Se possibile, centrocampo e attacco sono riusciti a far peggio. Özil non ha rifornito mai le punte, Khedira e Müller sono lontani parenti dei giocatori apprezzati fino a pochi mesi fa, in attacco i vari Gomez, Reus non sono mai stati incisivi. Non c'è stato il ricambio generazionale rispetto alla squadra che quattro anni fa ha trionfato in Brasile, così i vari Goretzka, Sule, Brandt che hanno fatto fatica ad inserirsi, lo stesso Löw forse non è stato coraggioso. La mancata convocazione di Sané ha provocato critiche, salite di tono ieri, Kahn e Matthäus hanno parlato di scarso impegno, poca personalità e mancato attaccamento alla maglia da parte dei giocatori. Che in campo sembravano davvero svuotati psicologicamente e fisicamente, ma anche tatticamente spesso erano fuori posizione. Se vogliamo ci si è messa di mezzo anche la cabala, è la terza volta di fila che i campioni in carica escono ai gironi e la quarta nelle ultime cinque edizioni.

Adesso ai tedeschi non resta che iniziare a programmare il futuro, rinnovare profondamente la squadra, unica possibilità per Löw di restare alla guida della nazionale, come prevede il suo contratto che scade nel 2022.