E' sicuramente uno degli allenatori italiani più vincenti di sempre, Fabio Capello, tecnico ex Real Madrid e Juventus reduce da un'altalenante esperienza con il Jiangsu Suning, in Cina. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, don Fabio ha parlato inevitabilmente del Mondiale di Russia 2018: "Secondo me è stato interessante per tante cose. I fuoriclasse esistono ancora e mi riferisco naturalmente a Messi, Ronaldo e Neymar, ma il Mondiale ha dimostrato che nei club la loro luce abbaglia perché il contesto generale li aiuta. Nel Real di Ronaldo c’è Marcelo che crossa, Modric che imposta e Ramos che difende. Quando Ronaldo gioca con il Portogallo, le percentuali dei palloni in area si riducono del 70%. Lo stesso discorso vale per Messi: a Barcellona c’è una grande orchestra, ma in un’Argentina modesta anche lui ha sofferto. Il livello delle nazionali è più basso di alcuni super club e in questo caso si rimette tutto in gioco".

In seguito, Fabio Capello ha parlato delle due semifinali, Francio-Belgio e Croazia-Inghilterra: "Mbappé e Neymar sono i successori di Ronaldo e Messi. Il francese ha potenza, velocità, senso del gol e può ancora migliorare. Alla sua età, è più avanti di CR7. Il Belgio? Ha tante qualità. Courtois è un ottimo portiere e lo ha ribadito contro il Brasile. Il centrocampo è solido. Davanti ci sono talenti come Hazard, De Bruyne e Lukaku. Non pensavo che il Lukaku dei tempi del Chelsea potesse raggiungere questi livelli. La Croazia? Ha la qualità degli slavi, sperando che non si offendano per la definizione. I croati sono i sudamericani d’Europa, qualità tecniche sopra la media".

Parole importanti per la "sua" Inghilterra: "Ha ragazzi veloci e un bravissimo allenatore. Southgate ha capito che con due centrali sarebbe andato a casa e ne ha messi tre. Ha trovato finalmente un portiere che para: Pickford ha senso della posizione e reattività. La finale? Francia-Inghilterra. E in tal caso vedo l’Inghilterra favorita".

In ultimo, don Fabio ha detto la sua su alcune formazioni eliminate: "Il Brasile non ha avuto fortuna. Se devo fare un appunto, negli ultimi 20’ contro il Belgio andava cercato di più Douglas Costa e non puntare solo su Neymar. La Germania camminava. Ho visto una squadra vecchia nella testa e presuntuosa. La Spagna è rimasta prigioniera del suo gioco. Arrivavano sul fondo, ma non crossavano e il pallone tornava indietro. Serve un calcio più verticale. L’Argentina ha pagato la mediocrità. L'Uruguay? - conclude - È stato esemplare. Giocare per la maglia e per l’allenatore è una cosa che fa venire i brividi. Tabarez è un gigante. Un signore tutto d’un pezzo. La sua lezione dimostra che non ci sia sofferenza che ti possa fermare.