La prima del PSG targato Tuchel. Il nuovo corso prende forma in patria - la scorsa settimana quattro reti rifilate al Monaco in Supercoppa - esordio in campionato per i campioni in carica. Nel catino di casa, l'armata parigina insegue conferme e risposte. Il pronostico pende ovviamente verso la Tour Eiffel, troppo il disavanzo rispetto alle prime inseguitrici. La Ligue 1 è terreno fertile per coltivare propositi europei, il giusto rettangolo in cui costruire qualcosa di importante. Lo sceicco Al Khelaifi non intende fare ulteriori sconti, la Champions è da anni l'obiettivo designato. Vincere oltre i confini nazionali è l'ossessione, specie dopo anni di sperperi. Battere il Caen, avversario alla portata, è doveroso, il tecnico può sperimentare in attesa di alcuni elementi oggi in ritardo di condizione o ai box per infortunio. 

Difficile lavorare con un organico ridotto, fondamentale concedere respiro ad alcuni dopo le fatiche iridate. Mbappé, protagonista assoluto al recente mondiale, deve eliminare naturali scorie, Verratti e Kurzawa sono alle prese con noie di carattere fisico. L'undici per questa sera - fischio d'inizio alle 21 - è così infarcito di belle speranze. Buffon protegge i pali, fondamentale l'innesto dell'ex n.1 bianconero, capace di trasmettere personalità a stelle fin qui senza meta. La retroguardia è d'eccellenza, Marquinhos e T.Silva oscurano i pali del portierone. In corsia si muovono Meunier e N'Soki, in attesa del citato Kurzawa e del Dani Alves di coppa. Diarra rileva Verratti, a Rabiot il compito di costruire e legare i reparti. Lo Celso completa il pacchetto di mezzo. Con Mbappé e Cavani a corto di fiato, è Neymar il tenore d'attacco. Il brasiliano parte da sinistra, con Di Maria, due reti in supercoppa, sul fronte opposto. Il diciottenne Weah è il terminale centrale.   

Dopo un'estate in sordina, condizionata dai paletti del fair play finanziario, a Parigi si respira un'aria diversa. Tuchel, più di Emery, sembra avere le giuste credenziali per dare linfa ad ambiziosi progetti.

Mercadal sbarca a Parigi senza eccessive preoccupazioni. Il Caen è vittima sacrificale alla corte dei padroni di Francia, non intende però prestare il fianco senza lottare. Il modulo è il 4-2-3-1, con Bammou e Ninga come esterni alti. Ai due, l'allenatore chiede un pronto ripiegamento per aumentare la densità in mediana e ostruire facili vie di passaggio al PSG. Rodelin si muove un passo dietro Tchokounte, Peeters e Oniangué presidiano la mediana. Genevois e Djiku proteggono i pali di Samba, i laterali bassi sono Guilbert e Mbengue.