Barba incolta, capello lungo il primo, occhio acceso, sorriso d'impatto il secondo. Diversi, in campo e al microfono, per indole, per età. Il maestro e l'allievo, il cantore e l'erede, Andrea Pirlo e Marco Verratti. Uno schermo attraverso cui osservare le imprese dei due, oggi lontani. America e Francia, terre ricche, di soldi e talento. La Mls raccoglie il tramonto del calcio europeo per costruire un firmamento che accenda il movimento, il Psg spende e spande per dominare il Vecchio Continente. L'Italia, di nuovo "ricca", si tormenta, osservando il vecchio e il giovane, il fenomeno e l'apprendista.

Ad unirli, la maglia azzurra. Malta e Bulgaria per chiudere il capitolo Euro 2016, per cacciare incubi notturni e avvicinare Modric e compagni. L'Italia non vince, trattenuta da evidenti limiti tecnici. Nella Serie A che abbraccia i campioni di terre lontane, non c'è spazio per il futuro dei prospetti nostrani. Siamo a un bivio, sull'orlo di un precipizio. L'onda lunga del passato batte gli ultimi colpi, Conte è la fune dura, energica su cui costruire la risalita. Una scossa di carattere, una scarica di adrenalina che in parte nasconde sofferenze e paure.

Nel 2015, non vince l'Italia, non basta quel frenetico mulinare di braccia che dalla panchina spinge chi è in campo, perché il calcio non mente e presenta, prima o poi, il conto. Non abbiamo attaccanti in grado di spianare il campo, siamo àncorati all'ennesima rinascita del Balotelli rossonero e per il momento saliamo sulle corpulente spalle dell'emigrante Pellè. Occorre quindi fare un passo indietro e cercare la via per altre strade. Nel mezzo la sorte ci riserva, per un anno ancora almeno, campioni che al pallone danno del "tu". Quelli forti, forti per davvero, li riconosci dall'incedere, dal tocco. Non hanno paura, anzi. Giocano con calma, dal giardino di casa al palcoscenico europeo. Esibiscono fierezza. Pirlo e Verratti, il Ct cala la coppia. Dal ripudio iniziale, in nome di un credo, al richiamo attuale. Piedi buoni, in abbondanza, per cancellare apatia e confusione.

Pirlo in regia, Verratti mezzala, Bertolacci o Soriano a completare il terzetto di mezzo. La bellezza può salvare il mondo, la qualità è il salvagente azzurro. Un blocco bianconero a proteggere il capitano, Buffon, Darmian, freccia inglese, a divorare la corsia di destra. Eder, l'italo-brasiliano re del mercato, Vazquez e Candreva, ma soprattutto loro.

Andrea e Marco.